Parapetto con piastra di ferro e feritoia nelle trincee alla Main de Massiges, fotografia di Stefano Viaggio, settembre 2016 |
Quando il visitatore
giunge nel sito storico della Grande Guerra di La Main de Massiges, incontra un
pannello in cui si può leggere la storia di uno dei luoghi più interessanti
della Prima Guerra Mondiale sul Fronte Occidentale.
La Main de Massige,
non molto distante da Verdun e dalla Foresta delle Argonne, é un leggero
altopiano che visto dall'alto ha la forma di una mano con le sue cinque dita.
La Main de Massiges, sulla carta le cinque dita della mano |
Qui si possono vedere e visitare le vere trincee della Grande Guerra: un
intrico di camminamenti e di linee difensive che passarono più volte di mano
tra tedeschi e francesi. Questo settore del fronte fu uno degli epicentri dell'offensiva
francese nella regione dello Champagne alla
fine di settembre 1915 e che costò la vita a circa 300.000 uomini, tra francesi
e tedeschi.
Sul cartello possiamo
leggere:
"I Marsouins,
così venivano definite le truppe coloniali francesi, riuscirono temporaneamente
ad occupare la parte ovest dell'altura (dove ora vi trovate). Il 20 e il 21
dicembre 1914 il Corpo Coloniale attacca su un fronte di 1200 metri a cavallo
tra Beauséjour e Massiges. I coloniali perdono 784 uomini. Il combattimento ha consentito
di occupare terreno a nord di Beauséjour, ma non sulla Main. Una nuova azione é
condotta il 28 dicembre su la "Verrue", punto culminante sulla Main:
due battaglioni si lanciano all'assalto, su 1800 uomini impegnati, 1100 non
rientrano.
Il 3 febbraio 1915,
dopo l'esplosione di diverse mine sotterranee, seguite da violenti attacchi, i
tedeschi occupano interamente la Main. I due reggimenti coloniali impegnati nel
combattimento perdono 2176 uomini. Il 25 settembre 1915, su un fronte di 25
chilomentri, da Auberive a Ville sur Tourbe 35 divisioni francesi vanno
all'offensiva. La Main de Massiges é attaccata da dalla 2° e 3° divisione coloniale.
Le perdite sono pesanti; nel 23° reggimento coloniale, tutti gli ufficiali
superiori sono uccisi o feriti. In questa prima giornata le perdite sono
stimate per 1000 uomini a reggimento e per ogni dita della mano. L'indomani
alcuni reggimenti sono chiamati di rinforzo (15°, 89° e 143 fanteria) con
l'obbiettivo della conquista del Mont Tetù (quota 199). La lotta prosegue sino
al 6 ottobre. La Main de Massiges é conquistata ma non soprassata. Il 3
novembre 1915 i tedeschi riconquistano
la parte ovest della Main de Massinges (mont Tetù), l'attacco é condotto con
gas asfissianti e lanciafiamme. Il 15 dicembre, l'armata coloniale é sostituita
dal 4° Corpo d'armata.
Nel 1916, i tedeschi
conducono attacchi locali sulla parte ovest, sino alla fattoria Maison de
Champagne. Il 115°, il 117° e il 317° reggimento di fanteria perdono molti
uomini. Nel luglio 1918 i tedeschi preparano una grande offensiva nel settore.
Gli interrogatori dei prigionieri e documenti acquisiti permettono di
riorganizzare il dispositivo francese. Il 15 luglio, da Reims a Massiges, i
tedeschi scatenano l'offensiva che i comandi francesi attendono. Il grosso
delle truppe si erano ritirate a 4 chilometri indietro. L'attacco tedesco é
violento, ma si risolve con un insuccesso.
Bisognerà attendere
l'offensiva liberatrice del 26 novembre 1918 per liberare definitivamente La
Main de Massinges."
Copertina della rivista Le Miroir del 17 ottobre 1915, nella didascalia la trincea e l'ufficiale che osserva sono a La Main de Massiges |
.
L'offensiva in
Champagne del settembre 1915, fu decisa perché bisognava far qualcosa per
rompere un fronte diventato immobile dal settembre 1914 e tornare alla guerra
di movimento. Sempre nel 1915 le precedenti offensive francesi non avevano dato
i risultati sperati, ma il generale Joffre, il comandante in capo, voleva
insistere. Nei primi sei mesi del 1915, le offensive francesi, dall'Artois allo
Champagne, erano costate circa 200.000 morti. Ora si provava ancora e sempre
con lo stesso metodo: iniziale, prolungato e violento attacco d'artiglieria,
poi alla fanteria il compito di avanzare e conquistare le linee tedesche.
Il comandante in capo dell'esercito francese, il generale Joffre. Dalla rivista Sur le vif del 1915 |
L'artiglieria però non
distruggeva i reticolati e i soldati avanzavano allo scoperto sotto il fuoco
delle mitragliatrici.
Ancor oggi a La Main
de Massiges possiamo vedere la forma dei crateri, sono a poca distanza dalle
trincee. Doveva essere un inferno. Ci vollero milioni di morti prima di capire
che l'offensiva a tutti i costi si scontrava con la forza delle reciproche
artiglierie ed era pressoché identica.
Alle 7 del mattino del 22 settembre sino al 25, l'artiglieria apre il fuoco
sulle trincee tedesche, poi la fanteria attacca su un fronte di 40 chilometri
che comprende La Main de Massiges. Su una linea di 25 chilometri le trincee
tedesche sono conquistate: i tedeschi si preoccupano e inviano rinforzi. L'attacco
francese si scontra con le trincee tedesche di seconda linea, rimaste intatte.
Comincia a piovere, i francesi s'intasano nelle trincee occupate e bersagliate
dall'artiglieria tedesca e da quella francese: é un disastro. Joffre però non
sospende l'attacco, lo farà alla metà di ottobre.
Le Miroir, 1915. Con un titolo come questo la rivista presentava ai lettori l'attacco francese a La Main de Massiges |
Il risultato é la conquista per i francesi di qualche chilometro di
territorio in mano ai tedeschi. Il costo umano é circa 300.000 morti.
Le Miroir, 1915. Stessa pagina della precedente fotografia, le immagini sono state eseguite certamente nelle retrovie del fronte |
Nel 2008 é nata l'association main de massiges (www.lamaindemassiges.com)
allo scopo di salvaguardare il sito storico, restaurarlo e conservare la memoria
del massacro tra europei che fu consumato in queste trincee tra il 1914 e il
1918.
Se non si vedono i luoghi in cui si combatté la guerra di trincea é
difficile comprendere cos'é stata la Grande Guerra.
Oggi sarebbe impensabile la contesa palmo a palmo di un territorio scavando
fossati, costruendo lunghi camminamenti che collegavano le linee più avanzate a
quelle di retroguardia, ma non meno esposte. E tutto questo su un territorio
pressoché pianeggiate sottoposto al tiro delle artiglierie, al lancio dei gas
asfissianti, al cadere della pioggia, al gelo invernale, alla convivenza con
cadaveri insepolti, con i topi e alla costante paura della morte.
Le Miroir 1915, soldati tedeschi fatti prigionieri nelle trincee di La Main de Massiges |
L'offensiva francese
del settembre 1915 si risolse con un nuovo insuccesso: forno strappati ai
tedeschi pochi chilometri di territorio ad un prezzo elevatissimo di vite
umane. I giornali dell'epoca presentarono tutto questo come una grande
vittoria, un esempio di ciò é un articolo comparso sulla rivista fotografica
Sur le vif.
La conquista delle
alture di Massiges
"Il comunicato
dello stato maggiore tedesco del 29 settembre, dopo aver affermato che i
francesi non erano riusciti a conquistare le alture di Massiges, ha annunciato
il 30 che la collina era stata evacuata perché era stata colpita ai fianchi
dalle artiglierie avversarie. In realtà il 25 settembre noi eravamo sulla
sommità delle alture e nei giorni seguenti ne abbiamo completato la conquista.
Il numero dei prigionieri che abbiamo fatto e ancor più il numero dei cadaveri
che riempivano le trincee e i camminamenti della costa 191, testimoniano
l'asprezza della lotta...I nostri
avversari avevano a disposizione un
formidabile bastione che dava loro la sicurezza di una parte considerevole nelle
loro linee in Champagne...Il possesso di questa fortezza era indispensabile al
successo del nostro attacco, coloro che si sono guadagnati l'onore di questo
assalto si erano già distinti nella stessa regione, a Beausejour e a Ville sur
Tourbe; sono i reggimenti di fanteria coloniale che hanno scritto a Massiges
una nuova pagina di eroismo...Sin dai primi assalti, il 25 settembre, siamo
giunti alla sommità dell'altura. L'artiglieria ne aveva completamente sconvolto
le pendici e aperto larghi varchi nel filo spinato che il nemico aveva teso sul
fondo degli avvallamenti....Avendo preso piede nel sistema difensivo i
coloniali, abituati al combattimento con le granate, iniziavano la pulizia
progressiva della posizione...I reggimenti tedeschi che la occupavano al
momento dell'attacco, fidandosi della solidità della posizione, furono
disorientati e demoralizzati dalla rapidità delle nostre prime ondate. Le
mitragliatrici permisero di prolungare la resistenza, ma sotto i colpi delle
nostre artiglierie e delle granate, poco a poco arretrarono...L'avanzata
metodica proseguì dal 25 al 30 settembre. A nord giungemmo sino al Mont Tetu,
che domina leggermente il pianoro, poi verso est, discendemmo nella direzione
di Ville sur Tourbe...Nel momento in cui lo stato maggiore tedesco comprese che
gli sfuggiva il possesso dell'altura, tentò un contrattacco che iniziò da nord
est, ma le truppe d'assalto furono prese tra il fuoco delle nostre artiglierie
e delle mitragliatrici e sgominate in qualche istante. I sopravvissuti si
diedero alla fuga in disordine. I nostri soldati vedendo il nemico impotente
cedere davanti a loro, con gioioso ardore proseguirono il combattimento. Non
trovo uomini per condurre indietro i prigionieri, diceva un ufficiale, tutti
vogliono restare lassù..."
L'articolo di Sur le vif sulla battaglia in Champagne del settembre 1915 |
L'articolo che abbiamo
proposto é un buon esempio di informazione che diventa propaganda e le
fotografie che fanno da supporto alla distorsione della verità ormai
ricostruita dagli storici della Grande Guerra, sono un buon esempio di come una
sostanziale sconfitta venga trasformata in una vittoria. Visitare oggi le
trincee di La Main de Massiges vuol dire immergersi in un universo di pietra
calcarea, fatto di stretti cunicoli sovrastati da sacchi di sabbia e filo
spinato: qui uomini hanno vissuto e sono morti. La visita non é facile,
l'association main de massiges avverte che il sito non é ancora completamente
restaurato e si possono correre dei rischi, soprattutto quello di scivolare
quando piove (c'è molta ruggine in giro). Chi entra nelle trincee lo fa a suo rischio e pericolo.
La Main de Massiges, settembre 2016, fotografia di Stefano Viaggio |
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