I documenti che riguardano la rivolta degli Alpini ad
Aosta nella notte tra il 25 e il 26 novembre del 1915, ci consentono di ripercorrere le fasi
dell'avvenimento e in questo secondo capitolo del nostro racconto, iniziamo ad esaminarli a partire dalle prime notizie.
Elaborazione grafica a partire da uno dei telegrammi inviati al Ministero degli Interni il 26 novembre 1915 |
Il primo telegramma è del 26
novembre ed è ricevuto al Gabinetto del Ministro dell'Interno alle ore 18,15,
giunge da Aosta ed è inviato alle ore 15,15.
"Circa
300 sodati 4° reggimento Alpini ivi distaccati destinati partire stamane per
ignota direzione ammutinatisi rimasero sera fuori caserma dopo ritirata - Ore
24 improvvisamente formossi tra loro dimostrazione al grido: abbasso la guerra!
- percorsero vie città commettendo atti
teppistici - Intervenuta arma diretta sottoscritto - stante eccessivo numero
dimostranti armati fu conveniente ritirarsi per evitare gravi conseguenze -
rimandata partenza prese disposizioni per effettuarla garantendo ordine
pubblico - al momento calma perfetta - sottotenente Pierantoni".
Il grido, "politico", di
"abbasso la guerra!" urlato dai dimostranti e il fatto che vengano
definiti armati sottolineano la gravità della situazione.
Il secondo telegramma è
inviato dal Prefetto di Torino Verdinois sempre al Gabinetto del Ministro
dell'Interno alle ore 19,25 del 26.
"Di
circa quattrocento alpini che d'Aosta dovevano ripartire all'alba per il fronte
e che questa notte si sono ribellati attualmente rimangono fuori caserma solo
una trentina - Tutti gli altri essendo rientrati - Alcuni alpini recaronsi
questa notte nella stazione ferroviaria rovesciando materiale sui binari -
Danni lievissimi non perturbarono servizio - Ad ogni buon fine ho provveduto
per la partenza di altro rinforzo di carabinieri - Città Aosta mantiensi calma
insano tentativo Prefetto Verdinois".
Elaborazione grafica a partire dal secondo telegramma inviato dal Prefetto di Torino Verdinois |
Un terzo telegramma, sempre di Verdinois, é inviato il 26 alle ore 20,30 e ricevuto alle 22,35. "alpini
con forte scorta dei carabinieri sono partiti poco fa da Aosta con treno
speciale per la zona di guerra Al momento della partenza sono stati trattenuti
in arresto una quindicina di alpini ritenuti caporioni della ribellione - sono stati pure trattenuti in arresto altri
due o tre che hanno emesso grida di -viva l'Austria-".
Ancora un telegramma di
Verdinois del 27, inviato alle ore 15,45
e ricevuto alle 19,15.
"i primi accertamenti tenderebbero ad
escludere l'ipotesi di opera di estranei nell'ammutinamento del reparto degli
alpini- Costoro appartenenti ai circondari di Biella é vero erano dolenti di
dover tornare in guerra senza aver riveduto le loro famiglie ed irritati che i
soldati di fanteria rimanessero ad Aosta cui le proteste che forse anche per le copiose
libazioni fatte dagli alpini durante la sera di giovedì...non rientrarono in
caserma all'ora della ritirata degenerarono poi in aperta e grave ribellione - La popolazione valdostana è dolente del fatto
che può menomare la sua reputazione mentre gli ammutinati appartengono ad altra
provincia".
L'informazione del
Prefetto contiene un dato importante: gli alpini non vogliono essere i soli a
fare la guerra, chiedono che anche quelli di stanza territoriale ad Aosta
vadano al fronte. E' un elemento di divisione e di guerra fra poveri che si
inserisce tra i soldati. Il fatto che i soldati siano per la maggior parte del
biellese verrà sottolineato anche altre relazioni.
Il Presidente del Consiglio Antonio Salandra |
In seguito ai fatti di Aosta
si muove il Presidente del Consiglio Salandra che invia un telegramma a
Verdinois. Il fascicolo conservato presso l'Archivio Cebtrale dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri) contiene la copia autografa del messaggio di Salandra e viene spedito il 27
novembre alle ore 10,22. "Verrà da
Lei tenente Bellomia sostituto avvocato fiscale incaricato costà di
un'importatane istruttoria militare. La prego trasmettermi le comunicazioni che
egli le farà. La consegna agire assoluta riserva e non ammette ... diretta
ingerenza autorità di polizia. Salandra". Dalla calligrafia, non
sempre chiara, di Salandra scaturisce il contrasto tra i differenti corpi dello
stato: assoluta riservatezza da parte dei militari e niente ingerenze delle
autorità di polizia.
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