lunedì 17 marzo 2014

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero dicembre 1916


Il paese di Veroli nelle lettere

di

Margherita Del Nero a suo marito al fronte

1915-1918
cartolina francese inviata alla fine del 1916  


1916
                                               

sesta parte
dicembre 1916
A dicembre del 196 Giuseppe scrive a Margherita che verrà in licenza a Natale, ma invece viene spostato da S. Vito di Cadore e inviato in un settore più avanzato del fronte: per il momento niente licenza. Margherita quasi impazzisce per la delusione e le sue lettere provocano anche l'irritazione del marito che purtroppo deve solo eseguire gli ordini. Intanto cresce nel paese l'insofferenza del popolo nei confronti della guerra che provoca anche alcuni scioperi. Margherita ne ha notizia dai giornali e dalle voci che circolano, scrive al marito che i socialisti di tutte le nazioni vogliono la pace. Ma la pace non arriva. Il tempo è brutto e piovoso, a Veroli si diffonde tra i bambini un'epidemia di tosse e molti muoiono. Milena, dice il medico, è di robusta costituzione e non corre pericoli. Margherita si preoccupa, assilla il marito, prova invidia per gli altri soldati compaesani che tornano a casa in licenza. Giunge Natale, Margherita va a passarlo in casa del fratello Vincenzo. Come alla fine del 1915, Giuseppe non è tornato a casa per Natale.
1 dicembre
...L’altra sera qui si sparse la voce una donna francese vestita da monaca aveva ammazzato Guglielmone; la contentezza era in tutti i cuori e solo si aspettava la posta per vedere se realmente c’era qualche notizia di fondamento sui giornali; invece si è letto che è malato, di quando ci darà proprio un accidenti?! Qui non c’è settimana che non giunge notizia di morte di qualche povero giovane e padre di famiglia. È morto il figlio di Pietro quello che è fattore a sor Pompo Cocchi; era un bel giovane, non so se tu lo conoscevi; lascia la moglie e tre bambine, una delle quali nata da pochi giorni, aspettavano in famiglia che tornasse il padre a licenza per battezzarla. Bisogna sospirare a forza, che maledetti tempi…
Cartolina tedesca con Guglielmo Secondo che prega per i caduti in guerra
3 dicembre
…Ora i giorni mi sembrano molto più lunghi che per l’addietro, si potrebbe dire che si possono contare le ore per poterci rivedere e goderci insieme quei bei quindici giorni. Come sono pochi però!.. mi sembravano un sogno! L’anno scorso dopo che andasti via credevo impazzire; come rimasi brutta e sola…. Oh! Dio si dovrebbe muovere finalmente a compassione, come, come si soffre. Se avremo la forza e coraggio, e se la fortuna ci assiste a farci rimanere salvi da questa strage, quando saremo vecchi, questo tetro ricordo ci farà spavento, non ti pare? Anche Milena se vedessi come ti aspetta! L’altra notte si è svegliata m’ha chiamata e così m’ha detto: mamma, è rivenuto papà?  e mentre così mi diceva cercava di stringersi a me. No, facevo io, non devi aver paura papà ti vuole bene, torna tra giorni, essa allora fece: mamma lo so visto io quando tenevo gli occhi chiusi, m’ha dato due bacetti perciò è rivenuto. Te ne sei accorto?!, ti aveva sognato, essa che non sapeva dar ragione del sogno, credeva che tu fossi tornato. Dovetti accendere la candela e farla persuasa che tu non c’eri. Se avessi visto!.. guardava con due occhi sbalorditi!.. Com’è paurosa. Peppino mio! ha paura dei cavalli, delle biciclette, dei cani, dei gatti, di tutto insomma. Se vedessi belli riccioli che ha, e come Peppino mio somiglia a te, la bocca, i movimenti di essa, teli ha spiccicati. Quando vieni? Ha ragione chi mi dice che non c’indovineremo più a fare una bella creatura così? Che ne dici tu, sarà vero?...Se vedessi quanti soldati ora stanno in licenza?!... ti rimetto i saluti di Saverio Pagliaroli che sta a licenza pure lui, mi dice che sta in Carnia, vicino a te mi pare, è?...
4 dicembre
Devi sapere che io i giornali non rileggo quasi mai, però non mi sfuggono le notizie più essenziali. Ieri sera comprai il piccolo, in esso lessi la rivolta in Grecia e specie ad Atene, lessi lo sciopero che da più giorni è a Milano, la grande discussione che si è avuto a Berlino in questi ultimi giorni, la conclusione della quale è che i socialisti germanici vonno la pace. Ieri sera poi vennero a Veroli quelli del 76 e 77 che erano stati alla visita a Frosinone, siccome ce ne son molti che avevano avuto l’ordine di andare a Roma, giunti alla stazione dovettero fare indietro, perché a Roma vi era lo sciopero generale, e alla stazione i treni erano fermi non si poteva partire. Oggi si è saputo che allo sciopero di Roma tra i grandi arresti, ci sono un centinaio di donne. C’è il partito socialista di tutti i regni che vuole assolutamente la pace, e nella discussione germanica dice infine un deputato socialista, è ora di finirla, non vogliamo che più si sparga inutilmente del sangue. Come son contente nel leggere queste notizie, e spero e prego acciò presto il cielo ci faccia lume che questa strage abbia fine…
Soldati austriaci che si arrendono agli alpini italiani. Cartolina francese
6 dicembre
…Oggi quà è una bella giornata di sole, tutta differente da ieri, Milena già sta a scuola, sarebbe cosa buona che andassi a prenderla e portarla a spasso, però è venuta una ragazzina poco fa a chiamarmi e mi dice che zia Costanza sta male e mi aspettano a casa. Son diversi giorni che non esco a causa del tempo cattivo. Ci mancherebbe anche la malattia di quest’altra adesso. Ci vuole proprio più coraggio in questi tempi…

7 dicembre
…Ieri dopopranzo andai alla posta per vedere se fosse arrivato qualche tuo caro scritto. Per la strada m’incontrai con la moglie di Jano, la quale mi fece leggere un’illustrata che gli aveva mandato il marito, e portava la data del 4 corrente. Figurati m’impressionò tanto e non sapevo cosa pensare; molto più poi perché era scritta di tuo pugno. Questa notte non ciò dormito, però questa mattina la prima posta è stata proprio buona con me: mi è giunta una cartolina con la data del 30, una con la data del 1° e una lettera del 2 corrente.  Oggi , sebbene è antica usanza di Veroli, fare il digiuno in onore di Maria Santissima; non ti nego caro Peppino che ho dovuto mangiare con più appetito del solito, tant’era la mia contentezza. Mi dici che è sicuro che tu parti da costi il 20 o il 21; e quando arriveresti alla stazione di Frosinone? Perché non me lo ridici? Io, credimi, sto contando le ore...
9 dicembre
…Sono le otto pomeridiane, e mi duole doverti dire che ieri non ti scrissi ed oggi mi son ridotta a quest’ora, certo la imposterò domattina per tempo, però si può far conto che son due giorni che non t’invio mie notizie. Ieri presi un po’ di carne di maiale per farti un po’ di salsiccie, penso, così quando riparti saranno quasi secche e ti faranno più comodo. Ecco perché ho tralasciato di scriverti. Però se ti dico una cosa, ci credi? Sembra che ora, tranne il dirti che tanto io che Milena sto bene, sembra che più niente debba dirti, tant’è la smania di presto rivederti e parlarti a voce. Io sto pensando che se parti da costì il 20, arrivi a Frosinonre la notte del 22 venendo il 23, non è così?! E se parti il 21, la notte del 23 venendo il 24. Dimmi se è giusto questo conto che mi faccio oppure dimmi il giorno preciso e anche l’ora. Che smania che tengo di presto riabbracciarti!...
 
Paesaggio del Cadore in una cartolina inviata da Giuseppe Mizzoni a Margherita Del Nero
11 dicembre
…Ieri sera, come il solito, dopo averti scritta una lettera; stavo aspettando il postino che mi portasse qualche tuo caro scritto; difatti venne, mi portò la tua lettera in data 7 - Novembre. Mai avrei anche lontanamente sospettato un tal colpo, credevo che mi prendesse un male, questa notte non ho chiuso un occhio. Mai mi  sarei  creduto, che in questa rigida stagione, ti avessero cambiato, chi dei tuoi amici è capitato con te? Perché quando ti sei accorto che si richiedeva un numero di soldati per andare più avanti, non ti sei squagliato? Tu non hai nessuna furberia, e sono proprio sicura che ti metti sempre avanti . Peppino, te ne prego con le lacrime agli occhi, fai qualche cosa per farti riformare, io non ce la faccio più a resistere così. Non faccio altro che sospirare, sembra che il cuore voglia scoppiarmi …cerca di venire per Natale, qui si dice pure che per il 24 ci sarà una scossa di terremoto. Non fa altro che piovere; e come posso vivere tranquilla, pensando che tu ti trovi continuamente in mezzo alla neve ….È inutile, la guerra fa divenir pazzi, non ti esporre...
11 dicembre  BIS
...qui  l’infezione della tosse convulsa per i bambini infierisce ogni giorno più. Sono tre o quattro giorni che ne muoiono un bel po’; son tutti figli di richiamati, oggi s’è chiuso anche l’asilo. Senti, Peppino, tu stai tra guai e tormenti, io ti tengo in cuore , ma dimmi però, come devo stare pur io, il pensiero per te mi fa perdere addirittura la testa; il grande pensiero che mi mette Milena… Che vita è questa?!....Io non posso darmi pace, come mai, proprio ora che dovevi venire a licenza, perché ti hanno traslocato altrove? Del tuo reparto che era lì a San Vito, sempre che il più dei tuoi compagni, rimarrà lì, e perché proprio a te  è toccato sloggiare? oh! dio! Non posso, non posso darmi pace!..Ce ne saranno tanti, nati e abituati più di te agli strapazzi, perché non è toccato a loro?? Non sono esaudita da nessuno, più prego, e più le cose mi vanno a traverso, com’è questo? Che tu sei di natura buono e pacione, è inutile vai sempre avanti, cerca, amore mio, di esser più furbo, salvati la vita, core mio, non per me, per Milena...
13 dicembre
…Questa mattina per tempo a mandato zia Rosa giù a casa pregandomi che fossi andata a farci qualche cosa, perché essa si sentiva male e avvilita, questa sera riparte Alfredo, mi è dispiaciuto tanto ma non ci sono andata mi sento avvilita pur io e piuttosto che dar loro aiuto finivo di affliggerle; ho fatto chiamare Maria di Toto e ce l’ho mandata questa sera ci arriverò giusto per salutare Alfredo. Qui, Peppino mio non fa altro che piovere, c’è un umidità che è addirittura penetrata per le ossa. Barbanera mette una scossa di terremoto il 24 corrente, sono molti i prognostici che si fanno, si deve vivere pure con questa paura. Del resto però, è proprio quella aria monotona che faceva il 1913...E come cammini ora col mulo sopra tutta questa neve? O il mulo più non lo tieni? Costì ti ci hanno mandato per rinforzo per poco tempo, o per sempre? C’è qualche speranza che ti rimanderanno a San Vito? E se siete venuti in 15 costì, com’è che tra tanti ci sei entrato proprio tu? Come t’infastidisco con tante domande, è vero? Sarei smaniosa di sapere tutto. Vieni, vieni presto a licenza così mi tranquillizzo un po’. Qui corre voce che fino a Natale le licenze sono sospese. Anche questo ci mancherebbe…Lo sai? Si sono aperte le camere, i deputati socialisti hanno subito portato l’argomento che vogliono la pace; gli altri hanno risposto che si potrà incominciare a parlare di questo al minimo ad altri 6 mesi… La conclusione è che hanno fatto a cazzotti, e le camere si sono chiuse. Si dice proprio da tutti che alla guerra non ci bastano altri due anni…
15 dicembre
…La moglie di Vincenzino mi dice che tanto Tano che il marito, arrivano il23. Al sentire queste notizie, mi sento lo stomaco ricolmo di veleno; perché penso: Se proprio adesso ti hanno mandato costì, è segno che ne avevano bisogno, e per questo, è di sicuro che non ti mandano; ti pare? Mi succede che spesso piango, le mie lacrime sono di fuoco, maledetto destino! proprio a te è toccato andare; tutti i miei sogni sono svaniti, e poi, dimmi che non sono disgraziata, e la sfortuna mi perseguita in tutti i modi. Sto aspettando con ansia febbrile che mi giungesse una lettera che mi rincuorasse. Sarebbe meglio che non li vedessi per niente questi tuoi compagni, specie poi se il destino sarà perfido a non far venire te. Noi stiamo bene in salute, come auguro che sia sempre di te, però qui è un continuo piovere, si stanno fracicando le mura, è una pietà e questo tempo fa spavento. Lo sai? Hanno chiamato già il 98 e tutti quelli che durante il periodo della guerra sono stati riformati. C’entra Giggi e Giovannino, così è compiuta l’opera…
Fotocartolina con un gruppo di alpini fotografati nelle retrovie del fronte
18 dicembre
…sono rimasta grandemente rattristata nel leggere che la neve costì è alta quasi tre metri; mi dici che ora stanno facendo le gallerie per passare, ma se mentre siete in viaggio, la neve si spalla e vi seppellisce? Oh! Dio quanti pensieri! La guerra mi atterra, io non so, ci sono tanti stupidi che sono negli uffici a scrivere, che stanno bene insomma, nei posti riparati…E proprio adesso che dovevi venire a licenza, questo colpo non ci voleva, è una pillola che non so e non posso digerire… Lo sai? Ieri dopopranzo venne la moglie di Tano giù a casa, mi fece leggere un telegramma il contenuto del quale, è che il marito è partito da San Vito il 16, diceva alla moglie di volerci mandare una carrozza la notte del 18 arrivava alla stazione, questa notte all’1 dopo mezzanotte viene Tano. Dopo aver saputa questa notizia, mi sentii un nodo stringere la gola, e se non piangevo, chissà che mi sarebbe successo. Questa mattina, poi ho saputo dal padre di Vincenzino che forse arriverà pure lui con Tano, hai capito?
21 dicembre
…Chi mai l’anno scorso si sarebbe creduto che a un altr’anno ancora sarebbe esistita la guerra! Chissà quanti saranno lieti, felici in questi giorni, uniti alle loro famiglie, dimentichi delle amarezze e fatiche dalla guerra, accarezzati dal dolce sorriso dei cari figli, dalle affettuose premure della sposa. Noi dobbiamo stare così lontani, mentre da gran tempo il nostro sogno era di ritrovarci insieme in si bella ricorrenza. Gesù Bambino che vorrà, nascendo, portarsi la pace, ci darà forza e coraggio e rassegnazione, con la ferma speranza che anche noi presto godremo uniti un po’ di quella pace che è riservata a due cuori che si amano di puro e intenso affetto. Ed auguriamoci pure che il nuovo anno ci sia apportatore di pace,  onde tutti riuniti in famiglia, possiamo sistemarci e vivere tranquilli, almeno più del passato. Io per mio conto , fingo che il Natale per me non sia venuto, mi riservo di festeggiarlo con te. Tu pure cerca di stare contento e di passare questo giorno con i compagni meglio che puoi...
22 dicembre
…Mi domandi di Milena, con la notizia della tua nuova dimora, ho dimenticato parlarti di lei. Fui in farmacia, certo non posso negarti che io mi agito troppo; però devo sapere pure che son morti diversi bambini di tosse e tutti figli di richiamati. Dunque fui a domandare al dottore che cosa potevo dare, alla nostra Milena per prevenirle la tosse. L’intese tossire ed osservatala bene disse: Fin ad ora non ha nessun sintomo della tosse convulsa, però potrebbe da un momento all’altro venire, giacchè nell’aria di Veroli vi è quest’infezione; del resto la sua bambina è robustissima e la passerebbe...
23 dicembre
…Ieri venne Tano a casa e mi fece stare un po’ allegra; me ne dice di tutti i colori. Mi ha raccontato il tempo che eravate agli alpini quest’estate, e diceva che avete corso un grave periodo di pericoli. Mi raccontava che eravate ridotti irriconoscibili e tu, cattivo, niente mi dicevi. Io però tutto capisco e comprendo bene che si tratta di guerra; e mai sorge nel cuor mio l’idea di esser tranquilla, sapendo che tu sei a soffrire…Credimi, ormai convinta che non si possono avere delle gentilezze da nessuno, specie per la guerra, io non faccio altro che raccomandarti al buon dio e alla Vergine santa; e poi in ispecial modo, prego il nostro caro Bettino acciò ti sia sempre affianco e ti salvi dai pericoli, e non dubitiamo, che questo nostro caro angioletto, pregerà e veglierà su te e su noi...
24 dicembre
Questa mattina ho ricevuto la tua cara cartolina che porta la data del 19. In essa chiaramente  mi fai accorgere il tuo malumore nel mio modo agitato di scrivere. Certo, non ti nego che un po’ di ragione la tieni; ma io che sono un essere sensibile e impressionabile, tengo le buggere al vedere tanti soldati a far Natale alla casa, mentre tu devi farlo costì, lontano da tutti e in mezzo alla neve. Ma basta, ormai non pensiamoci più, solo speriamo che presto giunga anche per noi quel bel giorno onde potremo riunirci e godere un po’ di giorni di felicità. Questa notte, di soldati ne sono giunti una quantità; tra gli altri, Vincenzino Ceccarelli e tuo fratello Nazareno. Poco fa è venuto Ceccarelli, mi ha portato i tuoi saluti, mi ha detto che stai bene, e che presto verrai. Ti ho già detto in altra mia, che il Natale lo avrei fatto sola con Milena, ieri sera Vincenzo mi domandò con chi passavo il Natale, ci risposi, sola, e lui mi disse, vieni da me, io ringraziai. Questa mattina è venuta a chiamarmi la sua serva dicendomi che Vincenzo voleva parlarmi. Sono stata da lui, mi ha fatto leggere una lettera di Tilluccia nella quale dice: (caro fratello, ho spedita una cesta di pesci ed una scatola con dolci, il tutto diretto a te. Spero che farai le veci di papà tenendo con te in questa ricorrenza Concetta e Margherita, e far dimenticar loro le amarezze della guerra che da lungo tempo le tiene agitate e lontane dallo sposo. Dopo aver letto questo, volevo ancora seguitare a dir di no, ma tu conosci Vincenzo, è andato sulle furie, ho dovuto accettare, perciò questa sera vado a cena con lui e anche domani a pranzo. Credo che non ti dispiacerà, e poi mi hai dato autorizzazione pure tu di andare con chi volevo. Tutti i miei parenti volevano che andassi da loro, però è meglio che vado da mio fratello tanto più che c’è pure Concetta. Siccome ci viene anche Sor Cesare Lauri con la figlia, perché son soli anche loro, hanno accomodato un tavolinetto per i nostri bambini con giocattoli…
30 dicembre
…Se tu hai pianto nel leggere la letterina della nostra figliuola, credimi, Peppino mio, che io pure nel leggere gli auguri che tu nella cartolina hai fatto a lei,  mi sono tanto commossa che a stento ho potuto finirla. Tanto buon umore mi hanno recato i tuoi cari scritti di questi ultimi giorni che mai non mi stanco di leggerli. Queste cartoline che mi son giunte oggi le ho lette una ventina di volte, la tua Milena, prima se l’è fatta leggere a me, e poi tutta di corsa è andata da Giggi dicendo: vedi che ha mandato a dire papà mio? Tuo fratello leggeva: (nell’ardente brama di riabbracciarti e in ultimo con tantissimi bacetti suoi:)  e lui: facendo le tue veci abbracciava e baciava Milena che tutta attenta ascoltava . tutta ad un tratto ci si è rivoltata in faccia ed ha detto: (ma tu non sei papà, questo me lo fa papà mio.) Giggi è rimasto; ha degli scatti peggio di una grande. Ma se vedessi com’è affezionata… sarà perché ci è più a contatto, è molto più affettuosa con i tuoi (insensibili) che con i miei. Quando vede Giggi, perché ci dimostra un po’ più d’affetto ci corre incontro, l’abbraccia, lo bacia, e quando lo vede uscire lo piange come faceva a te. Se sapesse poi il bene che ci vuole tanto zia Nena e Quintina, e Giorgia Paolina…Vincenzo la sera di Natale, rimase nel vedere il contrasto tra Titina e Milena e diceva: La fisionomia è del padre, ma la intelligenza avrà preso proprio di noi, è un demonietto…
Milena bambina in una fotografia successiva al 1916




Questa è l'ultima lettera del 1916 di Margherita Del Nero. Nel 1917 e nel 1918 i miei nonni materni continueranno a scriversi, sino all'ultima lettera conosciuta di Margherita in cui informa il marito dell'epidemia di febbre spagnola nelle contrade intorno a Veroli. Le lettere del 1917 e del 1918 sono in fase di trascrizione, fra qualche mese inizierà di nuovo la pubblicazione di questa testimonianza sulla Prima Guerra Mondiale e il vissuto della gente comune coinvolta nella catastrofe che si abbatté sull'Europa e cambiò la storia mondiale.

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