Soldati francesi sotto il fuoco di sbarramento a Verdun. Le Miroir 17 settembre 1916 |
[Le immagini di questo post si
riferiscono tutte all'anno 1916. In quell'anno si svolsero le più cruente
battaglie della Prima Guerra Mondiale e i soldati pensarono che il massacro
potesse continuare all'infinito]
Si avvicinano le celebrazioni dei centesimo anniversario
dell'inizio della Prima Guerra Mondiale.
In realtà, a partire dal
prossimo anno i centenari saranno molti e tutti importanti: l'assassinio
di dell'erede al trono dell'Impero austroungarico Francesco Ferdinando e di sua
moglie Sofia a Sarajevo, l'agosto del 1914, la battaglia della Marna, l'inizio
della guerra di trincea, l'entrata in guerra della Turchia, i gas asfissianti
davanti a Ypres, l'Italia in guerra, la battaglia di Verdun e quella della
Somme, l'intensificarsi della guerra aerea e i bombardamenti sulle città, la
mobilitazione industriale senza precedenti con la produzione mai vista di
proiettili d'artiglieria e cannoni sempre più potenti, l'impiego dei carri
armati. E ancora: le due rivoluzioni in Russia, Caporetto e la riscossa
italiana sul Piave, gli americani in Europa, l'ultima offensiva tedesca che in
uno sforzo estremo, mette quasi in ginocchio gli alleati dell'Intesa sul Fronte
Occidentale e infine, l'estate del 1918. I tedeschi non ce la fanno più e
cominciano a ritirarsi per poi chiedere l'armistizio. A Berlino scoppia la
rivoluzione. In un'Europa sfinita tre imperi cessano di esistere e nelle
popolazioni dei paesi vincitori si diffonde una grande voglia di pace: troppi
morti, troppe vedove, troppi orfani. Nelle nazioni che hanno perso la guerra si
apre una stagione di convulsioni sociali in cui si affrontano aspirazioni di
rinnovamento e spinte conservatrici alimentate da un nazionalismo ancora più
virulento di quello che ha provocato la Grande Guerra.
Con la Prima guerra mondiale il ruolo centrale e dominante
dell'Europa sul pianeta tramonta e gli effetti di quel crepuscolo si avvertono
ancora oggi.
Un soldato della Prima guerra mondiale si riposa in una chiesa distrutta dai bombardamenti. Le Miroir 30 luglio 1916 |
Gli avvenimenti che abbiamo elencato sommariamente e che
hanno una loro logica nel quadro complessivo della guerra, significano più di
10 milioni di morti. Come alla fine della guerra, i morti di allora sorgono dal
fango in cui hanno marcito, dai cimiteri improvvisati dietro le prime linee,
dalle bare costruite in fretta con quattro assi di legno, e chiedono il perché
di tutto questo. La risposta è complessa, gli storici ne discutono da un secolo
e, crediamo, ne discuteranno ancora.
Cadavere di soldato tedesco. Le Miroir 6 agosto 1916 |
La guerra porta con se un elemento nuovo: è vista con pochi giorni di ritardo, a volte qualche settimana, attraverso milioni di
fotografie. Chi è rimasto a casa impara ad osservarla in modo nuovo e in
qualche modo, a viverla. Quelle fotografie sono un'eredità importante, giunta
sino a noi spesso in modo fortuito. Ciò che le fotografie non mostrano non lo
sapremo mai, possiamo immaginarlo dalle memorie dei soldati e dei generali,
dalle ricostruzioni degli storici. Ma per capire bene ciò che i soldati vissero
dovremmo avere a disposizione una macchina del tempo e per un ora ritrovarci
rintanati in una trincea di prima linea, sotto un bombardamento d'artiglieria
pesante che dura da una settimana. Come avvenne nel 1916, all'inizio della
Battaglia della Somme.
Soldati francesi che occupano un cratere aperto da una mina. Le Miroir 2 settembre 1916 |
Le fotografie pubblicate sulle riviste che continuiamo a
proporvi in questo blog spesso mentono, ma a quel tempo quanti europei sapevano
distinguere il vero dal falso osservando
una fotografia o assistendo ad una proiezione cinematografica? Per gli editori,
l'importante era mostrare l'avvenimento in un modo assolutamente nuovo. Per la
propaganda, sostenere che la vittoria era sempre a due passi. La prova evidente
erano le fotografie in cui, forse, si potevano riconoscere un marito, un
figlio, un fidanzato mentre facevano la guerra.
Postazione d'artiglieria italiana davanti al Carso. Le Miroir 20 agosto 1916 |
A quel tempo le riviste si potevano già acquistare a buon mercato e tanta gente, soprattutto
nelle città, riusciva a vedere una guerra che di giorno in giorno si rivelava
sempre più incomprensibile. Da questa incomprensione derivava un'abitudine e le
fotografie servivano anche per convincere, per acquietare le coscienze .
Questo blog sta dando un contributo alla conoscenza delle
fotografie diffuse dalle riviste durante la Prima Guerra Mondiale ad un
pubblico europeo che s'ingrandiva di giorno in giorno e a quelle
realizzate dai soldati che volevano
ricordare i loro compagni e un momento irripetibile dalla loro vita.
Non sappiamo se sia o no un buon risultato, ma al momento
della pubblicazione di questo post abbiamo raggiunto la cifra di 42.719 visualizzazioni.
Aumentano quando ci sono esami di maturità, fine di quadrimestri, esami di
riparazione, interrogazioni, ecc...E' il segno, crediamo, che un pubblico di
studenti ci segua. Tante visualizzazioni provengono da angoli della Terra molto
lontani dall'Italia.
Gli storici, che sapranno dire meglio di noi cosa fu
veramente la Prima Guerra Mondiale, diano veramente conto di quell'immenso
massacro che fu il primo ad esser visto con due nuovi strumenti della
modernità: la fotografia e il cinema. C'erano anche le cartoline e le
illustrazioni pittoriche, ma erano un'altra cosa. Appartenevano al passato e
non erano in sintonia con un avvenimento che di giorno in giorno doveva essere
aggiornato per far dimenticare l'infinita lunghezza della guerra. Nessuna
intenzione da parte nostra di demonizzare la fotografia o il cinema, ma una
riflessione critica sul loro impiego: questo è il nostro obbiettivo.
Assalto ripreso da una trincea. Le Miroir 10 settembre 1916 |
Le fotografie che abbiamo presentato in questo post potrebbero essere non autentiche: fatta eccezione di quella in cui viene mostrato il soldato tedesco ucciso, tutte le altre potrebbero esser state eseguite nelle retrovie del Fronte Occidentale.
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