"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. In primo piano l'imperatore giapponese Yochihito |
Nel terzo volume della rivista inglese "The Word War-The
standard history of the all Europe conflict", edito da H.W. Wilson e J.A.
Ammerton e pubblicato nel 1915 da Amalgamated Press Limited di Londra, un
capitolo intero è dedicato alla guerra condotta dai giapponesi contro i
tedeschi in Estremo Oriente e in particolare per l'occupazione della penisola
di Shandong e della base tedesca di Quingdao. Si tratta di una guerra breve che
però ha conseguenze che vanno oltre le vicende della Prima Guerra Mondiale.
L'intervento del Giappone nella guerra iniziata nell'estate del 1914, si deve
ricollegare alla complessa situazione asiatica creata dal progressivo indebolimento
della Cina, trasformata in terra di conquista delle maggiori potenze coloniali
europee. In questo quadro il Giappone si inserisce con un ruolo preponderante e
animato da una voracità insaziabile nei confronti dell'Impero Cinese che non sa
opporre un'adeguata resistenza agli eserciti moderni. L'Impero del Sol Levante stupisce gli europei già nel 1894, sconfiggendo
i cinesi in Corea con una guerra durata pochi mesi. Il Giappone è in quegli
anni in una fase di intensa modernizzazione e l'efficienza del suo esercito e
della sua marina si mostrano al mondo
intero nel 1904-1905, con la sconfitta dell'Impero dello Zar di Russia per il
controllo della Manciuria.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. La marina giapponese in azione contro i tedeschi nel 1914 |
Dopo la rivolta dei
Boxer del 1900 e l'intervento delle potenze europee (anche l'Italia partecipa
alla spedizione) per liberare le delegazioni straniere assediate per 55 giorni
a Pechino, anche la Germania si assicura
una concessione in Cina nella penisola di Shandong, punto d'appoggio per
l'espansione commerciale e spina nel fianco per gli interessi britannici in
quest'area del pianeta che suscita grandi appetiti. Nel 1902 viene stipulato un
trattato anglo-giapponese di mutua assistenza in caso di guerra e si stabiliscono gli ambiti delle zone di
influenza commerciale in Cina. L'espansione imperiale del Giappone causa, nel
frattempo, forte inquietudine nel governo degli Stati Uniti d'America
preoccupato per le limitazioni alla libertà di commercio verso la Cina e più in
generale, in Estremo Oriente. La sponda asiatica dell'Oceano Pacifico è
considerata dagli americani un naturale sbocco di espansione commerciale ed economica.
Da questi fatti si può vedere come ci siano già, all'inizio del Novecento, le
premesse per la storia futura di questa parte importante del pianeta. Nel 1911
in Cina scoppia la rivoluzione che abbatte l'impero e proclama la repubblica,
un fatto questo che secondo lo storico tedesco Wolfgang Schwentker, sorprende
gli europei che hanno abbandonato l'interesse per le questioni orientali e si stanno
avviando verso il conflitto mondiale. La rivoluzione cinese del 1911 apre una
fase nuova nei rapporti della Cina con il resto del mondo, il processo di
trasformazione politico-sociale cinese ha un ruolo centrale nella storia del XX
secolo e in quella attuale dell'umanità.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Il luogotenente generale giapponese Kamio e il generale inglese Barnadiston. |
Quando inizia il Primo Conflitto Mondiale gli inglesi
chiedono ai giapponesi di ottemperare alle clausole del trattato del 1902, i
giapponesi non si lasciano sfuggire l'occasione per intervenire non solo nelle
vicende cinesi, ma in quelle mondiali nel ruolo di attori-spettatori (vogliono
vedere e capire come si conduce una guerra assolutamente nuova inviando una
loro squadra navale nel Mediterraneo per la scorta dei convogli britannici). La
guerra nippo-germanica del 1914 è breve: i tedeschi non hanno uomini e mezzi
per raggiungere terre così lontane. L'8 agosto il governo giapponese decide di
entrare in guerra a fianco dell'Intesa e il 15 invia ai tedeschi un ultimatum
in base al quale questi ultimi debbono sgomberare le acque cinesi e giapponesi
dalle loro navi e lasciare al Giappone la base fortificata di Quingdao. I
tedeschi ignorano l'ultimatum e il 23 agosto i giapponesi dichiarano guerra
alla Germania.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Le artiglierie giapponesi assediano la base tedesca di Quingdao. |
Lo storico tedesco Wolfgang Schwentker così descrive le fasi
della guerra in Estremo Oriente:
"Nelle settimane successive i combattimenti si
concentrarono nella penisola di Shandong e intorno ai possedimenti tedeschi nel
Pacifico. Dopo il blocco di Quingdao da parte delle navi britanniche e
giapponesi, il 2 settembre le truppe nipponiche entrarono nella concessione
tedesca: il 7 novembre, di fronte alla superiorità numerica giapponese, 3000
soldati tedeschi capitolarono e furono fatti prigionieri. Nemmeno nei mari
della Micronesia le navi giapponesi incontrarono molta resistenza, e
nell'ottobre 1914 fu occupata una parte delle isole Marianne, Caroline e
Marshall. Il Giappone lasciò all'Australia il compito di invadere la Nuova
Guinea tedesca, i cui missionari , mercanti e coloni finirono in parte
internati e in parte rimpatriati in
Europa. Le ultime settimane del 1914 segnarono così per il Giappone la fine
della guerra mondiale: la nuova grande potenza del sud-est asiatico aveva
perduto in tutto 2000 soldati e controllava ora gli antichi possedimenti
tedeschi del Pacifico e della penisola di Shandong. Tutti i tentativi compiuti
dal governo tedesco nel corso dei successivi anni di guerra per giungere ad una
pace negoziata andarono incontro a delusioni e fallimenti."
[da L'Estremo Oriente prima e
durante la guerra, in La prima guerra mondiale, vol I, a cura di Stèphane
Audoin-Rouzeau e Jean-Jaques Beker. Edizione italiana a cura di Antonio
Gibelli. Ed. Einaudi 2007]
Le fotografie che stiamo mostrando sono un reportage di
guerra da un luogo lontano del mondo. Nel 1915 dovettero provocare una certa
impressione perché la gente si accorgeva che la guerra europea, se pur con una
fase breve e limitata, poteva essere esportata in altre parti del pianeta dove
gli opposti interessi coloniali e imperiali entravano in conflitto.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. I bombardamenti e le fortificazioni di cemento occupate dalle truppe giapponesi. |
Le fotografie mostrano, inoltre, una moderna guerra di
assedio in cui contano potenti artiglierie che sbriciolano il cemento delle
difese, navi da guerra con cannoni a lunga gittata, rifornimenti alle prime
linee. E' una situazione più o meno simile a quella che si sta determinando in
Europa.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Artiglierie giapponesi in azione. |
L'Impero del Sol Levante per il momento è un alleato prezioso
per l'Impero Britannico (parteciperà nel 1918 al tentativo di soffocare la
rivoluzione bolscevica organizzato dalle potenze alleate e dagli USA), ma cosa
riserva il domani? Wolfang Schwentker scrive:
"Nel dopoguerra, in Giappone come in Cina, le speranze
politiche legate all'alleanza con le potenze vincitrici (anche la Repubblica Cinese
era entra in guerra a fianco dell'Intesa,
nda) furono rapidamente disattese e per gli stati della regione i risultati dei
trattati di pace si tradussero in un'amara delusione."
Ai cinesi non vengono riconosciute le loro richieste di
indipendenza territoriale contenute nei 14 punti enunciati dal presidente americano
Wilson. Al Giappone, invece, è ratificato il possesso della penisola di
Shadong. Questo fatto suscita un grande moto di protesta in Cina che culmina
nella giornata del 4 maggio 1919 a Pechino, in cui gli studenti scendono in piazza.
L'avvenimento favorisce la crescita di un forte nazionalismo da una parte e dall'altra,
la nascita del partito comunista cinese. Il Giappone non ottiene i possedimenti
coloniali che aveva sperato in tutto il sud-est asiatico e viene umiliato
perché negli statuti della Società delle Nazioni sono rifiutati i diritti di
uguaglianza tra le razze ed etnie.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. I funerali degli ufficiali giapponesi della nave Takachiho. |
"Per Hò Chi Min, allora a Parigi come delegato del
Vietnam", prosegue Schwentker, "tale rifiuto dimostrava che le
dichiarazioni di Wilson sul diritto dei popoli a disporre di se stessi non
valevano per le colonie asiatiche delle potenze occidentali. Anche in Corea, di fatto colonia giapponese, la
delusione per la non applicazione delle promesse di Wilson fu particolarmente
profonda: nel marzo 1919 le principali organizzazioni religiose indissero una
manifestazione pubblica contro i negoziati di Parigi, ma le autorità di
occupazione giapponesi la repressero con brutalità e violenza."
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Manifestazioni di esultanza in Giappone per la vittoria del 1914 sui tedeschi. |
Nel corso della Prima Guerra Mondiale si scrive già una parte
della futura storia dell'umanità: inglesi, francesi e americani non se ne
accorgono. Ancor oggi le tensioni tra il Giappone e la Cina sono figlie di
quella situazione creata negli anni della Grande Guerra e dei conflitti successivi.
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