martedì 24 settembre 2013

La guerra fuori dai confini dell'Europa Seconda parte Giappone 1914



"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. In primo piano l'imperatore giapponese Yochihito
Nel terzo volume della rivista inglese "The Word War-The standard history of the all Europe conflict", edito da H.W. Wilson e J.A. Ammerton e pubblicato nel 1915 da Amalgamated Press Limited di Londra, un capitolo intero è dedicato alla guerra condotta dai giapponesi contro i tedeschi in Estremo Oriente e in particolare per l'occupazione della penisola di Shandong e della base tedesca di Quingdao. Si tratta di una guerra breve che però ha conseguenze che vanno oltre le vicende della Prima Guerra Mondiale. L'intervento del Giappone nella guerra iniziata nell'estate del 1914, si deve ricollegare alla complessa situazione asiatica creata dal progressivo indebolimento della Cina, trasformata in terra di conquista delle maggiori potenze coloniali europee. In questo quadro il Giappone si inserisce con un ruolo preponderante e animato da una voracità insaziabile nei confronti dell'Impero Cinese che non sa opporre un'adeguata resistenza agli eserciti moderni. L'Impero del Sol Levante  stupisce gli europei già nel 1894, sconfiggendo i cinesi in Corea con una guerra durata pochi mesi. Il Giappone è in quegli anni in una fase di intensa modernizzazione e l'efficienza del suo esercito e della sua marina si  mostrano al mondo intero nel 1904-1905, con la sconfitta dell'Impero dello Zar di Russia per il controllo della Manciuria.
 
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. La marina giapponese in azione contro i tedeschi nel 1914
Dopo la rivolta dei Boxer del 1900 e l'intervento delle potenze europee (anche l'Italia partecipa alla spedizione) per liberare le delegazioni straniere assediate per 55 giorni a Pechino, anche la Germania si  assicura una concessione in Cina nella penisola di Shandong, punto d'appoggio per l'espansione commerciale e spina nel fianco per gli interessi britannici in quest'area del pianeta che suscita grandi appetiti. Nel 1902 viene stipulato un trattato anglo-giapponese di mutua assistenza in caso di guerra e  si stabiliscono gli ambiti delle zone di influenza commerciale in Cina. L'espansione imperiale del Giappone causa, nel frattempo, forte inquietudine nel governo degli Stati Uniti d'America preoccupato per le limitazioni alla libertà di commercio verso la Cina e più in generale, in Estremo Oriente. La sponda asiatica dell'Oceano Pacifico è considerata dagli americani un naturale sbocco di espansione commerciale ed economica. Da questi fatti si può vedere come ci siano già, all'inizio del Novecento, le premesse per la storia futura di questa parte importante del pianeta. Nel 1911 in Cina scoppia la rivoluzione che abbatte l'impero e proclama la repubblica, un fatto questo che secondo lo storico tedesco Wolfgang Schwentker, sorprende gli europei che hanno abbandonato l'interesse per le questioni orientali e si stanno avviando verso il conflitto mondiale. La rivoluzione cinese del 1911 apre una fase nuova nei rapporti della Cina con il resto del mondo, il processo di trasformazione politico-sociale cinese ha un ruolo centrale nella storia del XX secolo e in quella attuale dell'umanità. 
 
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Il luogotenente generale giapponese Kamio e il generale inglese Barnadiston.
Quando inizia il Primo Conflitto Mondiale gli inglesi chiedono ai giapponesi di ottemperare alle clausole del trattato del 1902, i giapponesi non si lasciano sfuggire l'occasione per intervenire non solo nelle vicende cinesi, ma in quelle mondiali nel ruolo di attori-spettatori (vogliono vedere e capire come si conduce una guerra assolutamente nuova inviando una loro squadra navale nel Mediterraneo per la scorta dei convogli britannici). La guerra nippo-germanica del 1914 è breve: i tedeschi non hanno uomini e mezzi per raggiungere terre così lontane. L'8 agosto il governo giapponese decide di entrare in guerra a fianco dell'Intesa e il 15 invia ai tedeschi un ultimatum in base al quale questi ultimi debbono sgomberare le acque cinesi e giapponesi dalle loro navi e lasciare al Giappone la base fortificata di Quingdao. I tedeschi ignorano l'ultimatum e il 23 agosto i giapponesi dichiarano guerra alla Germania.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Le artiglierie giapponesi assediano la base tedesca di Quingdao.
Lo storico tedesco Wolfgang Schwentker così descrive le fasi della guerra in Estremo Oriente:
"Nelle settimane successive i combattimenti si concentrarono nella penisola di Shandong e intorno ai possedimenti tedeschi nel Pacifico. Dopo il blocco di Quingdao da parte delle navi britanniche e giapponesi, il 2 settembre le truppe nipponiche entrarono nella concessione tedesca: il 7 novembre, di fronte alla superiorità numerica giapponese, 3000 soldati tedeschi capitolarono e furono fatti prigionieri. Nemmeno nei mari della Micronesia le navi giapponesi incontrarono molta resistenza, e nell'ottobre 1914 fu occupata una parte delle isole Marianne, Caroline e Marshall. Il Giappone lasciò all'Australia il compito di invadere la Nuova Guinea tedesca, i cui missionari , mercanti e coloni finirono in parte internati  e in parte rimpatriati in Europa. Le ultime settimane del 1914 segnarono così per il Giappone la fine della guerra mondiale: la nuova grande potenza del sud-est asiatico aveva perduto in tutto 2000 soldati e controllava ora gli antichi possedimenti tedeschi del Pacifico e della penisola di Shandong. Tutti i tentativi compiuti dal governo tedesco nel corso dei successivi anni di guerra per giungere ad una pace negoziata andarono incontro a delusioni e fallimenti."
[da L'Estremo Oriente prima e durante la guerra, in La prima guerra mondiale, vol I, a cura di Stèphane Audoin-Rouzeau e Jean-Jaques Beker. Edizione italiana a cura di Antonio Gibelli. Ed. Einaudi 2007]
 
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Truppe giapponesi.
Le fotografie che stiamo mostrando sono un reportage di guerra da un luogo lontano del mondo. Nel 1915 dovettero provocare una certa impressione perché la gente si accorgeva che la guerra europea, se pur con una fase breve e limitata, poteva essere esportata in altre parti del pianeta dove gli opposti interessi coloniali e imperiali entravano in conflitto.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. I bombardamenti e le fortificazioni di cemento occupate dalle  truppe giapponesi.
Le fotografie mostrano, inoltre, una moderna guerra di assedio in cui contano potenti artiglierie che sbriciolano il cemento delle difese, navi da guerra con cannoni a lunga gittata, rifornimenti alle prime linee. E' una situazione più o meno simile a quella che si sta determinando in Europa.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Artiglierie giapponesi in azione.
L'Impero del Sol Levante per il momento è un alleato prezioso per l'Impero Britannico (parteciperà nel 1918 al tentativo di soffocare la rivoluzione bolscevica organizzato dalle potenze alleate e dagli USA), ma cosa riserva il domani? Wolfang Schwentker scrive:
"Nel dopoguerra, in Giappone come in Cina, le speranze politiche legate all'alleanza con le potenze vincitrici (anche la Repubblica Cinese era entra in guerra  a fianco dell'Intesa, nda) furono rapidamente disattese e per gli stati della regione i risultati dei trattati di pace si tradussero in un'amara delusione."
Ai cinesi non vengono riconosciute le loro richieste di indipendenza territoriale contenute nei 14 punti enunciati dal presidente americano Wilson. Al Giappone, invece, è ratificato il possesso della penisola di Shadong. Questo fatto suscita un grande moto di protesta in Cina che culmina nella giornata del 4 maggio 1919 a Pechino, in cui gli studenti scendono in piazza. L'avvenimento favorisce la crescita di un forte nazionalismo da una parte e dall'altra, la nascita del partito comunista cinese. Il Giappone non ottiene i possedimenti coloniali che aveva sperato in tutto il sud-est asiatico e viene umiliato perché negli statuti della Società delle Nazioni sono rifiutati i diritti di uguaglianza tra le razze ed etnie.
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. I funerali degli ufficiali giapponesi della nave Takachiho.
"Per Hò Chi Min, allora a Parigi come delegato del Vietnam", prosegue Schwentker, "tale rifiuto dimostrava che le dichiarazioni di Wilson sul diritto dei popoli a disporre di se stessi non valevano per le colonie asiatiche delle potenze occidentali. Anche in Corea, di fatto colonia giapponese, la delusione per la non applicazione delle promesse di Wilson fu particolarmente profonda: nel marzo 1919 le principali organizzazioni religiose indissero una manifestazione pubblica contro i negoziati di Parigi, ma le autorità di occupazione giapponesi la repressero con brutalità e violenza."
"The Word War-The standard history of the all Europe conflict" 1915, vol III. Manifestazioni di esultanza in Giappone per la vittoria del 1914 sui tedeschi.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale si scrive già una parte della futura storia dell'umanità: inglesi, francesi e americani non se ne accorgono. Ancor oggi le tensioni tra il Giappone e la Cina sono figlie di quella situazione creata negli anni della Grande Guerra e dei conflitti successivi. 

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