Premessa
In cinque post cercheremo di raccontare la guerra mondiale 1915-1918, attraverso 50 immagini: fotografie, cartoline e illustrazioni, tutte accompagnate da altrettanti testi tratti da memorie di guerra, articoli di giornali, saggi storici e opere letterarie. La riflessione sulla Grande Guerra iniziò già durante il conflitto e produsse una quantità di opere che continua ed è divenuta essa stessa oggetto di analisi da parte degli storici. I brani (sempre sufficientemente di breve durata) fanno parte di una biblioteca universale per un’umanità che ancor oggi non ha saputo imparare molto dalla lezione del passato.
1914
1-Illustrazione satirica su Guglielmo II-Le panorama de la guerre 1914
Sulle primissime pagine di questa nuova rivista francese, il Kaiser Guglielmo II nelle vesti di un avvoltoio. Non siamo ancora alla demonizzazione assoluta, ma la rappresentazione corrisponde a ciò che i lettori pensano sul comportamento della Germania che ha violato la neutralità del Belgio. Lo scrittore austriaco Stefano Zweig così raccontò gli ultimi giorni di pace in un libro memorabile, “Il mondo di ieri”, pubblicato poco prima del suo suicidio, nel 1942.
“Quell'estate del 1914 sarebbe rimasta indimenticabile anche senza la tragica sorte che essa recò sulla terra europea. Di rado infatti ne ho veduto una che fosse più rigogliosa, più smagliante, direi più estiva. Il cielo rimase serico e azzurro per giorni e giorni, morbida e non afosa l'aria, calde e profumate le praterie, i prati oscuri e densi di giovane vegetazione: ancor oggi, quando pronuncio la parola estate, debbo involontariamente pensare a quelle radiose giornate di luglio che trascorsi nel '14 a Baden presso Vienna.”
[da Il mondo di ieri di Stefan Zweig, "Le prime ore della guerra del 1914", prima edizione 1942, Ed. Mondadori, Milano 1994]
2-Un soldato inglese indica ad uno francese un giovane belga ferito al capo, il messaggio sul retro non reca data. Cartolina illustrata.
La violazione della neutralità del Belgio e il pericolo di un dispiegamento delle truppe tedesche sulla Manica, fanno scendere in campo la Gran Bretagna. La guerra ora non è più un affare solo europeo e la difesa del piccolo Belgio è presentata come una questione di civiltà, ma la posta in gioco è una nuova spartizione del mondo. Così un sacerdote belga racconta l’arrivo dei tedeschi.
“All'improvviso, ci fu un grido: -I tedeschi all'Hotel Europa!-. Poi una sbandata, un correre impazzito; i negozi si chiudevano; la gente correva con i bambini in braccio, altri chiudevano le loro persiane e sprangavano le porte. Mi mossi in direzione della piazza. E in effetti, davanti all'Hotel Europa, s'erano fermati due cavalieri tedeschi: revolver alla mano parlamentarono qualche minuto con un gruppetto di uomini, gettarono in aria manifestini rassicuranti per la popolazione civile, e ripartirono al galoppo verso Liegi.”
[Testimonianza di P.M., da Impressions de guerre de Prêtres Soldats, 1916, a cura di L. Grandmaison, Ed. Plon-Nourit & Co., Paris 1916]
3-Fotografia con soldati tedeschi prigionieri dei belgi, 1914 Illustré.
Il Belgio resiste all'aggressione più del previsto, nonostante la sproporzione delle forze in campo e la potenza della nuova artiglieria tedesca. La rivista belga conforta la popolazione mostrando prigionieri tedeschi. E' questo un esempio di occultamento della realtà che durerà per tutto il conflitto mondiale. Intanto nelle nazioni che, come l’Italia, per il momento non partecipano alla guerra, si diffonde l’ammirazione per la resistenza dei belgi. Così possiamo leggere su La Domenica del Corriere.
“Ma quale pazzia contagiosa ha preso il mondo intero?...Intanto la guerra, la grande guerra infuria. Come era facile prevedere tutti vincono! Lo stato maggiore tedesco giura che dall’inizio dei fatti d’arme al 10 corrente l’esercito tedesco non ebbe che 42 morti! Burloni! Mentre l’Imperatore Guglielmo è già sul campo di battaglia per fare da Padreterno e mettere lui le cose a posto, gli eserciti franco-anglo-belga da una parte e austro-tedesco dall’altra si apparecchiano, sembra, ad una grande battaglia che pare già iniziata e che avrà per teatro il Belgio e l’Alsazia. Comunque è positivo che sin qui la meravigliosa resistenza ha sconcertato il piano tedesco. Nei villaggi attorno a Liegi si combatte corpo a corpo versando sui tedeschi persino acqua bollente! I tedeschi protestano e chiamano ciò barbarie, ma i belgi difendono i loro focolari contro la loro brutale invasione.”
[da La Domenica del Corriere, pag.8, N° 34, 23-30 agosto 1914]
4-La potenza tedesca nel corso dell’attacco alla città di Liegi. Illustrierte Geschichte des Weltkrieges 1914-1915.
In questa illustrazione tratta dai primi numeri di una rivista austro-tedesca dedicata interamente alla guerra, le novità del conflitto: bombardamenti notturni dal cielo e potenza delle artiglierie. Le sconfitte di Charleroi e di Mons evocano tra i combattenti francesi l’ombra di Sedan. Paul Lintier, artigliere, ricorda quei momenti in un libro che sarebbe diventato famoso nella memorialistica della Grande Guerra.
“La battaglia è persa, non so come e perché. Non ho visto niente. L'ala destra francese è stata obbligata a ritirarsi di un bel pezzo, perché ho visto, molto avanti verso sud-est, delle esplosioni su grandi boschi che questa mattina erano lontani dalle nostre linee. Abbiamo cambiato completamente direzione. Mi viene l'angoscia. Le nostre vie di fuga sono libere?”
[da Ma pièce, souvenirs d'un canonnier-1914, di Paul Lintier, caduto il 15 marzo 1916 sul fronte di Lorena, Ed. Plon-Nourit & Co., Paris 1919]
5- Cosacchi. Le Miroir, N° 39, 23 agosto 1914.
Sul fronte orientale l'avanzata dell'esercito russo è più rapida di ciò che i tedeschi si aspettano. I russi verranno annientati a Tannemberg, ma la loro immagine per il momento è quella dei fieri cavalieri cosacchi che vengono in aiuto della Repubblica Francese. La scomoda alleanza con la Russia zarista è un fardello che i francesi dovranno accettare sino al 1917.
“Le ragioni per cui la guerra è stata così feconda di false notizie sono per la maggior parte troppo evidenti perché valga la pena di insistervi. Non si sottolineerà mai abbastanza fino a che punto l'emozione e la fatica distruggano il senso critico. Ricordo che quando, negli ultimi giorni della ritirata, uno dei miei capi mi annunciò che i russi bombardavano Berlino, non ebbi il coraggio di respingere questa immagine seducente; ne sentivo vagamente l'assurdità, e l'avrei certamente rifiutata se fossi stato capace di riflettere su di essa; ma era troppo piacevole perché una mente depressa e un corpo stanco avesse la forza di non accettarla. Il dubbio metodico è in genere segno di una buona salute mentale; perciò soldati sfiniti, con la mente annebbiata, non potevano praticarlo.”
[da La guerra e le false notizie, ricordi (1914-1915) e riflessioni di Marc Bloch,Donzelli 2002, pag. 111]
6- Uomini e cavalli uccisi nel corso delle prime battaglie dell’agosto 1914. The great war-The standard history of the all Europe conflict.
La guerra sta cambiando: la fotografia è il media che si impone per raccontarla. Questa immagine di uomini e cavalli uccisi sul campo di battaglia potrebbe ricordare le guerre ottocentesche. La rivista britannica evoca Lord Byron e Waterloo, ma la crudezza di questa fotografia e il suo realismo preannunciano la caratteristica della nuova guerra: la morte di massa.
“Venerdi 11 settembre…Spettacolo orribile del campo di battaglia, lungo tutto il cammino. Piove. Traversata della foresta: ci sono ancora dei gruppi di boches ritardatari; un povero piccolo ciclista, molto giovane, è stato ucciso, davanti a noi. Dappertutto morti. Panetterie di campagna abbandonate. Automobili idem. Nei campi, si possono ricostruire le fasi della battaglia dalla posizione dei morti: alcuni caricano alla baionetta, altri in ginocchio a sparare. Thirion schiva un colpo di baionetta che gli sferra un ferito che sta curando: ha la debolezza di non uccidere questa carogna. Quanta carne boche morta in tutti questi campi! Macine di mulino bruciate con i cadaveri. Dall'inizio della guerra abbiamo recuperato quattrocentosei feriti.”
[da Les carnets de l’aspirant Laby, 28 juillet 1914-14 juillet 1919, Ed. Bayard, 2001, pag. 60]
7-Pagina con foto segnaletiche di soldati dispersi. Sur le Vif N°6 del 19 dicembre 1914.
Il numero delle vittime sale vertiginosamente, una pagina come questa con fotografie di tipo seriale è una novità assoluta nella storia della guerra. La rivista dovrà, nei mesi successivi, limitare il numero delle fotografie a causa della lunghezza degli elenchi dei dispersi. Queste fotografie segnaletiche già anticipano l'estensione dei cimiteri di guerra e i lunghi elenchi dei monumenti ai caduti.
“Finalmente sono rientrata! Alla mia pensione di famiglia, niente lettere di Martial. Mi ero troppo abituata a questa corrispondenza ogni due giorni. All'inizio della guerra la posta funzionava male. Forse questo fatto si ripete. Oppure il mio Amato è in un posto dove le lettere non si possono spedire. Non so che pensare. Infine, può darsi che giungano domani.”
[dalla serie Réfugiée et infirmière de guerre di Jack de Bussy, 15 dicembre 1915, Ed.Maison Figuière, 1915, pag.235]
8-Infermeria tedesca nelle trincee dell’Aisne. Illustrierte Geschichte des Weltkrieges 1914-1915.
La nuova guerra impone esigenze diverse da quelle del passato. Le illustrazioni della rivista tedesca“Illustrierte Geschichte des Weltkrieges” spesso mostrano soldati germanici uccisi durante il combattimento e sofferenti. Non è un’operazione di verità, ma di esaltazione dell’eroismo e del sacrificio del popolo tedesco in nome della nazione. Al contrario, le fotografie di questa rivista non mostrano mai la violenza del combattimento, anche se ricostruita nelle retrovie del fronte. Il paesaggio che vediamo è già quello della trincea e la medicina dovrà adeguarsi a questa nuova realtà della guerra.
“La Prima Guerra Mondiale ha posto questioni nuove ai medici, al punto di rimettere in causa i principi terapeutici dominanti, ammessi, stabiliti e messi in opera all'entrata in guerra. Il confronto tra la guerra vissuta da quelli in prima linea, sovente giovani medici gettati senza preparazione ed esperienza nel combattimento, ”quelli dentro”, e quella immaginata da coloro che stanno nelle retrovie, che si tengono a distanza dallo scontro militare, ma che hanno più esperienza, ”quelli fuori”, condiziona sia il meccanismo del processo decisionale, sia le azioni al fronte, in termini pratici ed etici: intervenire o astenersi? Amputare o conservare? Curare o lasciar perdere? Tre questioni poste al mondo della medicina che stanno a monte del che fare sul campo di battaglia, tra il 1915 e il 1918.”
[da Les médicins dans la Grande Guerre, 1914-1918 di Sophie Delaporte, Introduzione, Ed. Bayard, pagg. 10-11]
9- Illustrazione su combattimenti e riconquista francese attorno alla collina e al villaggio di Vauquois. Le Panorama de la guerre, 1914.
La collina di Vauquois è uno dei luoghi in cui ancora oggi si percepisce la dimensione infernale della nuova guerra. La fotografia non riesce ancora a mostrare la ferocia del combattimento. All'illustrazione di tipo pittorico il compito allora di sostenere l'idea dell'offensiva e della lotta per la difesa della propria terra.
“Il nuovo nome di Vauquois mi piace di più che i nomi delle Argonne, lugubri, confusi, come ventate invernali tra i grandi alberi: la Fille-Morte, les Meurisson, la Haute-Chevauchée, la Croix-de-Pierre, la Pierre-Croisée, le Four-des-Moines, les Courtes-Chausses…Vauquois solitario sulla sua cresta, in mezzo alla distesa delle foreste, ha un nome fiero e freddo che mi ricorda il Medio Evo feudale. Vauqauois è duro e austero come il nome stesso della guerra. Quando l'abbiamo conquistato, avevamo ai nostri piedi la piana della Meuse: i combattimenti,da quella parte, non dovevano essere furbi e meschini come quelli tra i boschi, nel fondo dei burroni fangosi. Io adotto Vauquois.”
[Da Nous autres a Vauquois di André Pézard, Ed. Presses Universitaires de Nancy, 2001, pag. 25-26, 1918]
10-Combattimenti nella foresta delle Argonne. Illustrierte Geschichte des Weltkrieges 1914-1915.
E' iniziata la lunga guerra di posizione. L'illustrazione racconta ciò che avviene nella foresta delle Argonne: qui si combatterà una lotta feroce in cui la distanza delle posizioni sarà anche di pochi metri dall'avversario. Ancora oggi, visitando la foresta, si possono vedere i segni di una lotta terribile, combattuta spesso nell’oscurità e a distanza ravvicinata.
“Ciò che ha sempre conferito al bosco della Gruerie, anche nei momenti più tranquilli, il suo sapore, sono i proiettili vaganti, di solito tedeschi, qualche volta francesi; non smettevano di sibilare tra gli alberi, minacciando a ogni passo chi fosse andato in giro. La loro musica ci diventò talmente familiare che cessammo molto presto di prestarvi attenzione. Le ore più pericolose erano quelle del tramonto. Allora nel bosco era sempre in corso un attacco da qualche parte e pioveva giù fitto. La radura in cui eravamo accampati la sera del 13 si trovava particolarmente esposta. Steso ventre a terra, nella mia baracca, accanto al sergente della 2° sezione, F…, che la condivideva con me, ascoltavo passare sopra di noi il fruscio del nugolo di proiettili che squarciavano senza difficoltà le nostre sottili barriere.”
[da La guerra e le false notizie, ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921) di Marc Bloch, Donzelli 2002, pag.49]
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