sabato 11 dicembre 2010

La guerra e il corpo-Seconda parte

Da un piccolo ospedale in provincia
L’album proveniente dall’ospedale di Lione offre una visione scientifica che potremmo definire ufficiale del rapporto tra la guerra e il corpo del soldato.
In un altro fondo fotografico, sempre di provenienza francese, assolutamente anonimo e di cui è difficile rintracciare con esattezza la collocazione geografica delle fotografie, troviamo un altro tipo di sguardo sulla sofferenza del soldato.
Si tratta di un fondo famigliare molto vasto e che contiene lastre realizzate in momenti diversi della vita di un fotoamatore colto che usava la fotocamera cercando di eseguire scatti con uno stile personale che lo rivela attento e curioso per i progressi e le possibilità della fotografia di quegli anni.
Il fondo comprende numerose fotografie realizzate dopo la fine della Grande Guerra in un arco temporale che giunge, forse, agli anni trenta: c’è un personaggio che appare più volte e per questo le immagini sembrano realizzate dalla stessa mano.
La parte più cospicua e interessante di questo fondo anonimo, è costituito da dodici scatole contenenti lastre formato 6x4,5 che si sono conservate in buono stato, altre due contengono lastre incollate tra loro sino a costituire un unico blocco di vetro.
Le lastre in buono stato sono state realizzate all’interno di un ospedale militare situato probabilmente sulla costa atlantica del Cotentin, in bassa Normandia, dove erano stati istituiti ospedali militari lontani dal fronte. Tutte le cittadine delle coste normanne e bretoni in cui c’erano alberghi o castelli, ospitarono centri di cura e riabilitazione per i feriti. L’acquisto di queste lastre è avvenuto in un paesino del Cotentin, nei pressi di Bayeux, e ciò fa ritenere che provengano da una famiglia della zona.
Il fotografo potrebbe avere un volto, ne parleremo più avanti, ma come spesso accade è presente solo con la sua ombra in una lastra che documenta i lavori di scavo in un campo situato, forse, nei pressi del villaggio dove c’era l’ospedale.


Anonimo fotografo francese- L’ombra e soldati che lavorano in un campo
Il fotografo cerca di eseguire fotografie anche in situazioni difficili, ad esempio nel corso di una festa tra ufficiali e in un ambiente scarsamente illuminato, oppure vuole cogliere attimi di vita in cui la velocità dei movimenti non può essere fissata con precisione dalla tecnologia fotografica dell’epoca.



Anonimo fotografo francese-Festa fra ufficiali nell’ospedale
Spesso l’attenzione di questo signore si rivolge al paesaggio circostante: torrenti, boschi, un mulino, angoli del villaggio in cui c’è l’ospedale, abitanti del luogo, donne con i loro bambini, forse la famiglia di un ufficiale medico.


Anonimo fotografo francese-Il soldato e la cameriera
Chi era quest’uomo? Forse un altro ufficiale ricoverato nell’ospedale, oppure l’attendente dell’ufficiale medico già avanti con gli anni e che spesso compare nelle immagini, o un medico.



Anonimo fotografo francese-L’ufficiale medico e due camerati
Anonimo fotografo francese-Visita delle autorità nell’ospedale
Alcune fotografie ritraggono la visita di un gruppo di alti ufficiali e altre autorità nell’ospedale; le immagini sembrano realizzate da una persona che non vuol rivelare la sua presenza o che non ha l’autorizzazione per fotografare.
Tra le tante lastre eseguite da questo anonimo fotoreporter nelle retrovie del fronte occidentale, alcune suscitano interesse per l’intenzione di mostrare e ricordare un momento di speranza: purtroppo l’esposizione non è precisa e il risultato è un mosso che accentua la drammaticità delle immagini.
Il fotografo non ha scelto di riprendere i soldati feriti nella loro sofferenza mostrata da un punto di vista scientifico, come nell’album proveniente da Lione, ma ha voluto cogliere attimi di umana solidarietà. E così fotografa il gioco di alcuni soldati che hanno perso entrambe le gambe e vengono aiutati a passare un momento di allegria da lo compagni che li sostengono, un’infermiera che scherza e ride con un soldato che ha perso un braccio.





Anonimo fotografo francese-Soldati che giocano con uomini senza gambe

Anonimo fotografo francese-Infermiere con soldati feriti
Un ricoverato è disteso nel suo letto e sfoglia una rivista interamente dedicata alla guerra, Le pays de France, ma un altro rivolge lo sguardo verso l’obbiettivo. Nell’inquadratura il fotografo ha cercato di nascondere che il soldato non ha più le gambe. In questa immagine c’è la drammaticità del rapporto tra la guerra e il corpo: gli occhi del soldato sembrano assenti, è un vuoto che si proietta sul futuro della sua vita.





Anonimo frotografo francese-Soldati nel letto di ospedale
Cosa ci dicono queste lastre fotografiche che mischiano insieme ricordi famigliari, la documentazione su un momento importante dell’esperienza di guerra come la cura dei feriti, aspetti di pratica foto amatoriale di un certo livello, documentazione sulla modernità della guerra, con una stazione ferroviaria in cui c’è un treno che trasporta un grande cannone da marina diretto verso le regioni in cui si sta combattendo, fotografie di un aero nel cielo e un campo di aviazione con i piloti che si fanno fotografare prima del volo, una fotografia aerea forse del paese in cui è situato l’ospedale?
Anonimo fotografo francese-Treno blindato
Se è vero che l’atto fotografico è anche una proiezione della mente, qui siamo davanti ad una sorta di evasione dall’inferno della guerra.
Il fotografo non esita a fotografare una signorina mentre si sta spogliando e con la stessa signorina esegue con l’autoscatto un altra fotografia in cui i due sono abbracciati e si baciano appollaiati sullo sgabello di un pianoforte.




Anonimo fotografo francese-Signorina che si spoglia


Anonimo fotografo francese-Il bacio davanti al pianoforte
La fuga dalla guerra è anche nelle riprese del paesaggio, realizzate per ingannare il tempo ma anche per offrire ai propri occhi un’immagine di serena tranquillità agreste in un’epoca in cui tanta parte del territorio francese è devastata dalle contrapposte artiglierie.

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