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" La seconda vita" è il titolo di
un volume, pubblicato quest'anno per le Edizioni Atelier Grafico (Schio), da
Giacomo Molon e Giovanni Dalle Fusine, sull'arte e artigianato di trincea della
Grande Guerra: è la "seconda vita" dei materiali fabbricati per
uccidere, sotto forma di bombe e proiettili, e "piegati"
successivamente ad uso pacifico dalle abili mani di soldati-artigiani, che ne
ricavarono oggetti di uso quotidiano (come gli accendini), gioielli (anelli e
bracciali) e altri souvenir (come i tagliacarte) o bossoli lavorati, spesso di
grande bellezza e ispirati all'Art nouveau.
Il merito del volume, che è un'ampia
illustrazione della tipologia, degli scopi, delle tecniche di lavorazione e
della destinazione d'uso di tali manufatti,
è in particolare quello di essere l'unica pubblicazione in italiano
sull'artigianato di trincea che ha origine sul Fronte italo-austroungarico: la
maggior parte dei libri (in francese, inglese, tedesco) si riferisce ad oggetti
provenienti dal Fronte occidentale franco-anglo-tedesco o orientale
russo-tedesco.
In questo caso si tratta di una collezione
iniziata dal padre di uno degli autori, Antonio Molon, e proseguita dal figlio
Giacomo.
L'interesse
per la Trench Art (come viene definito l'artigianato di trincea nel mondo
anglosassone) è nato per certi collezionisti dalla presenza nella famiglia di
un nonno o altro parente, soldato nella Grande Guerra e autore di qualche oggetto:
nel caso di Giacomo Molon, dalla circostanza dell' incontro personale con la
venditrice in rete di un tagliacarte di fabbricazione sicuramente italiana.
L'approfondirsi dell'interesse per questi
oggetti e la collaborazione con il giornalista Giovanni Dalle Fusine hanno
prodotto questo volume, che si può considerare non solo una fonte di
informazione ma anche un contributo importante allo sforzo di conservazione
della memoria (che speriamo non si
esaurisca con il Centenario!) di quella immane tragedia che fu la Grande Guerra
e un omaggio a chi visse e soffrì in essa.
Il volume, corredato da molte fotografie e
dettagliate didascalie, è articolato in otto capitoli, che illustrano
lo scenario
della guerra in cui si sviluppò l'attività dei soldati artigiani (di cui si
hanno accenni nella diaristica, nelle lettere e in varie opere letterarie), lavori artigianali e quelli artistici, la
classificazione, i materiali e le tecniche di lavorazione, qualche
"storia".
A chi non è interessato alla cultura
materiale e, in questo caso, ad un aspetto della quotidianità dei soldati della
Grande Guerra, gli oggetti che Molon e Dalle Fusine illustrano (e che sono
presenti in tutti i Musei specializzati) possono sembrare di cattivo gusto,
brutti o banali: in realtà, sono frammenti di esistenza, spesso rivelati da
iscrizioni rievocative con nomi, luoghi e date (una sorta di ex-voto per lo
scampato pericolo), di coloro che, scaraventati in trincea e privati degli
affetti, hanno cercato di fissare la propria terribile esperienza e di
mantenere i legami con il proprio recente vissuto, affidando a piccoli oggetti
la volontà di non interrompere le relazioni con il mondo di "prima".
Alida
Caligaris - 4.12-2018
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