sabato 10 dicembre 2016

1917-2017 Immagini e notizie per un anno che cambiò la storia

Copertina del mensile La Lettura del Gennaio 1917. Soldati sciatori.

Nel 2017, anno che è prossimo ad iniziare, saranno celebrati alcuni avvenimenti che possono essere catalogati nei diversi centenari con cui si ricorda quello più generale della Grande Guerra: qualche immagine allora per questo 1917, anno che imprime una svolta non solo nella guerra mondiale, ma in quella del pianeta. Innanzitutto bisogna dire che il 1916 si conclude con un bilancio di vittime spaventoso e il nuovo anno si apre con la prospettiva di una guerra di cui non si vede più la fine.
Fronte Occidentale, trincee invase dall'acqua e dal fango, dalla rivista La guerre Illustrée, 1917

In una situazione di questo genere la gente non comincia più a credere nelle vittorie promesse, ma prevale uno spirito di rassegnazione che cova sentimenti di rivolta contro coloro che mandano i soldati al massacro inutilmente. In molti e innanzitutto i soldati,  iniziano a pensare che i generali non sappiano fare il proprio lavoro.  
Un momento della Battaglia della Somme nell'estate 1916, dalla rivista Le Miroir

Le grandi offensive del 1916 si sono concluse con un nulla di fatto e per il nuovo anno la strategia militare non cambia; sul Fronte Occidentale é stato introdotto l'impiego del carro armato, ma la nuova arma si è rivelata lenta, difettosa e di difficile impiego. La parola ora passa alla politica e, nel caso della Russia, al popolo.
Prove per un carro armato, dalla rivista Le Miroir 1917



I due avvenimenti che caratterizzano la svolta del 1917 sono la rivoluzione in Russia e l'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America. A questi bisogna aggiungere un altro fatto di grande rilevanza: l'invio di una nota da parte del Papa Benedetto XV°, passata alla storia come "L'inutile strage", a tutti i governi dei paesi belligeranti in cui si chiede la fine delle ostilità e l'apertura di un negoziato per porre fine alla guerra. Questo atto non solo è dettato dalla visione dei milioni di morti che la guerra sta causando, ma anche da un diverso modo di porsi da parte della Chiesa Cattolica nei confronti dei problemi dell'umanità e l'antica questione della guerra. La nota non produce gli effetti desiderati, ma lascia un segno che dal 1917 giunge sino ai nostri giorni.
Belgio, Saliente di Ypres, interno di chiesa distrutta dai bombardamenti tedeschi, da un album belga detto ti Edmond

Sulle cause della rivoluzione in Russia con la conseguente abdicazione dello Zar Nicola II è utile ricordare che l'Impero zarista per tutto il corso della guerra ha collezionato, con l'esclusione delle offensive Brusilov nel 1916, solo sconfitte e milioni di morti tra i soldati russi.
L'ultimo zar di Russia Nicola II Romanov, da la rivista L'image de la guerre, 1917

L'impero dei Romanov cade tra il 14 e il 16 marzo del 1917: i soldati della guarnigione di Pietrogrado si uniscono alla rivolta della popolazione affamata e lo zar deve abdicare. A questo punto inizia una fase incerta in cui prevale la voglia del popolo russo di porre fine alla guerra e di farla finita con il vecchio regime. Nonostante l'offensiva russa del 1 luglio a Tarnpol che si risolve in un fallimento, l'andata al potere di Kerenskij e la proclamazione della repubblica, la strada della Russia verso l'uscita dal conflitto è segnata. Lenin ha capito da tempo che i russi e soprattutto i soldati, vogliono la pace e pone in primo piano questa parola d'ordine. Il 7 novembre i bolscevichi s'impadroniscono del potere e inizia così una fase difficilissima per la Russia che si concluderà con la fine della guerra civile. Intanto nel marzo del 1918 la Russia è uscita dalla guerra firmando un trattato di pace con gli imperi centrali. Con l'instaurazione del potere sovietico in Russia inizia uno scontro di livello planetario che si concluderà solo negli anni ottanta del XX° secolo.
Primi giorni della rivoluzione di febbraio, 1917, al centro un funzionario della polizia segreta zarista arrestato dai rivololtosi, dalla rivista L'image de la guerre 1917

Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti d'America dichiarano guerra alla Germania, questo atto è preceduto dall'annuncio da parte dei tedeschi della guerra sottomarina indiscriminata contro le navi di tutti i paesi neutrali e dalla rottura della relazioni diplomatiche fra i due paesi. I tedeschi sottovalutano l'entrata in guerra degli americani e si organizzeranno per sferrare l'offensiva finale sul Fronte Occidentale che avverrà solo nel 1918 e fallisce; gli USA gettano sul piatto della bilancia tutta la loro forza industriale ed economica e anche se i soldati americani verranno inviati al fronte molti mesi più tardi della dichiarazione di guerra, il loro contributo alla vittoria dell'Intesa è importante. Le ragioni che spingono il presidente Wilson e gli americani ad entrare in guerra sono di natura ideale (non sopportano il militarismo tedesco), ma soprattutto economica: gli ingenti prestiti di denaro forniti a Inghilterra, Francia e Italia potrebbero andare persi se gli Imperi Centrali vincessero la guerra.
Interno di una fabbrica negli USA in cui si costruiscono armi,, dalla rivista Le Miroir, 1917
Soldati americani in partenza per l'Europa



Sul piano militare il 1917 vede ancora tentativi falliti da parte delle nazioni dell'Intesa di sfondare il Fronte Occidentale e per l'Italia la disfatta di Caporetto.
Soldati francesi in una fotografia pubblicata prima dell'inizio dell'offensiva Nivelle, da L'Image de la guerre, 1917 

L'offensiva Nivelle dei francesi sullo Chemin des Dames si risolve in un disastro; Nivelle è sostituito da comandante in capo dell'esercito francese e al suo posto subentra Pétain che non vuole scatenare più inutili offensive, ma attendere l'arrivo degli americani. Il 20 maggio nell'esercito francese si sono verificati numerosi ammutinamenti tra i soldati che non vogliono più farsi ammazzare inutilmente. Le rivolte vengono sedate: poche condanne a morte, miglioramento del rancio e nel sistema delle licenze, ma soprattutto i tedeschi non si accorgono che il fronte potrebbe essere facilmente sfondato.
Demonizzazione del soldato tedesco nella pubblicità del dentifricio Gibbs, dalla rivista Les Annales 1917


Gli inglesi sferrano tre offensive nel 1917: la prima nel settore di Messines,  la seconda in quello di Arras e la terza sul saliente di Ypres. Queste offensive non producono risultati, la terza battaglia di Ypres si svolge sotto la pioggia e nel fango.  Viene prolungata causando migliaia di morti tra i britannici. Nel settore di Cambrai vengono impiegati i carri armati che riescono temporaneamente a sfondare il fronte, ma i tedeschi respingono l'attacco.
Saliente di Ypres, 1917, terra di nessuno e linee tedesche a meno di 50 metri, da un album fotografico belga detto di Edmond

Il 24 ottobre a Caporetto gli italiani subiscono una grave disfatta e per un momento l'Italia sembra sull'orlo di perdere la guerra contro gli Imperi Centrali. Tra il 19 agosto e il 15 settembre è stata combattuta l'undicesima battaglia dell'Isonzo che ha portato alla parziale conquista della Bainsizza da parte italiana, ma i soldati sono stanchi. Quella che era stata promessa come l'offensiva definitiva si è risolta con un altro episodio della guerra che non finisce; l'attacco di Caporetto, a cui partecipano i tedeschi con nuove tattiche, cade nel momento giusto e l'esercito italiano si sbanda. C'è però un uso politico di questo sbandamento: in un clima convulso il generalissimo Cadorna accusa i soldati di vigliaccheria e, ancor di più, accusa gli ambienti che erano stati contrari all'intervento italiano nella guerra mondiale di aver seminato il disfattismo.


Soldati italiani e francesi sul fronte italo austriaco nei mesi seguenti la battaglia di Caporetto, da Le Miroir 1917

Caporetto in realtà non è la fine dell'esercito italiano che, nonostante le perdite subite in uomini, in armamenti e in territorio nazionale occupato, riesce a riorganizzarsi e ad attestarsi sulla linee del Grappa e del Piave e resiste. L'offensiva austro tedesca si esaurisce e inizia una nuova fase della guerra sul fronte delle Alpi Orientali che vedrà l'esercito italiano prevalere su quello austroungarico.
Soldati italiani sul fronte italo austriaco, dalla rivista Le Miroir, 1918

La parola "caporetto" è entrata a far parte della lingua italiana come sinonimo di catastrofe, cosa che in realtà non fu. Di Caporetto c'è stato un uso politico da parte del nazionalismo italiano che cercò di regolare i conti con le forze della democrazia e con il fascismo ci riuscì.      

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