mercoledì 4 dicembre 2013

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero 1916 Prima parte

Il paese di Veroli nelle lettere di Margherita Del Nero a suo marito al fronte

1915-1918

1916
 
Pubblicità della penna stilografica Waterman's pubblicata
su La Domenica del Corriere del 1916

i caduti, le strategie inutili e la solitudine, la guerra in Europa, la guerra che diventa immagine
Margherita è una signora piccolo borghese di un paese dell'Italia centro meridionale,  spera nella vittoria su l’odiato austriaco, ma vuole soprattutto la pace. La vuole ad ogni costo e quando legge che un gruppo di socialisti europei si sono riuniti per chiedere che si ponga termine al massacro (è forse l’eco della conferenza di Kiental), informa il marito e pensa che davvero la guerra finirà. Ma per farsi passare la rabbia di una lite con la suocera, scrive che ha mandato a comprare mezzo litro di vino per festeggiare la morte "Cicco Peppe", il Francesco Giuseppe da sempre nemico dell’unità d’Italia. E intanto racconta dei morti, dei richiamati al fronte, dei soldati precocemente invecchiati che ha visto a Frosinone, delle tante bende e dei medicinali che serviranno per altri anni di guerra, e si dispera perché comprende che il ritorno di Giuseppe non avverrà.
La Domenica del Corriere del 14-21 maggio 1916, illustrazione di Achille Beltrame su posto di comando e ufficiali al lavoro.

I suoi tentativi di farlo avvicinare a Veroli sono inutili; Margherita non ha la forza per muovere meccanismi vincenti, tali da mettere al riparo suo marito dai pericoli reali o immaginari che la tormentano nelle  notti insonni. Le conoscenze e le amicizie paesane non bastano per ottenere quella raccomandazione che porrà fine alle paure. I piani che architetta si scontrano con  difficoltà burocratiche e l’indifferenza, in primo luogo quella della famiglia Mizzoni che ha due soldati al fronte, uno ritenuto al sicuro nella sussistenza, un altro, Vincenzino, che va in prima linea. Almeno questo vuol far credere lo stesso Giuseppe: sappiamo che non fu così. Ad una domanda precisa: “ma tu hai mai puntato il fucile per tirare contro un austriaco?”, Giuseppe, già molto anziano, prima tacque poi, mentre una lacrima scendeva sul volto, rispose: “dovevamo difenderci”. I soldati addetti ai rifornimenti  erano esposti al pericolo a causa degli agguati improvvisi dei cecchini che cercavano di bloccare quella “sussistenza” che aiutava gli altri in trincea a sopravvivere. Margherita vorrebbe che Giuseppe diventasse ufficiale, lo sprona a farsi avanti, gli porta ad esempio i suoi fratelli, altri amici di Varoli, ma Giuseppe non sa o non vuole salire di grado.

 prima parte
 7 gennaio
In questi giorni più del solito mi fai attendere tue notizie; è da lunedì mattina che non ho ricevuto più un tuo caro scritto e mi sembrano mille anni tant’è la smania che ho di sapere...
14 gennaio
…Dopo aver ricevuto la tua cara cartolina, dove mi davi la lieta notizia che ti avevano messo in ufficio, in essa mi dicevi pure che mi avevi spedito un pacco e il giorno dopo mi avresti scritta una lettera dicendomi il contenuto di detto pacco e dandomi tue notizie, che spero sempre buone. Dopo quel giorno ho avuto solo una tua cartolina in data 8 corrente e la lettera che tanto desidero e aspetto ancora non si vede. Vorrei proprio sapere se realmente me l’hai inviata oppure si sarà smarrita. Però da diverso tempo in qua come mi scrivi di rado!...
17 gennaio
…L’altro giorno ricevetti due tue cartoline, scritte da te il 10 gennaio, oggi ne ho ricevute due scritte il 13, dove mi dai buone speranze che presto verrai davvero. Oggi ho avuto pure il pacco dove c’era per me, la maglietta, 15 sigari e la pettorina di coniglio. La lettera però che tu mi dicevi, non è più venuta, forse si sarà smarrita. Se sapessi con che smania ti aspettavo per il 16, ossia ieri si fece una serata di beneficenza e una recita fatta dalle orfanelle e dagli alunni che frequentano la scuola di quelle suore. I bambini dell’orfanotrofio non fecero niente, assistettero, però la nostra Milena, per espressa volontà della superiora fu fatta recitare: è la più piccola dell’asilo...Ecco cosa diceva:-triste è la festa-papà non c’è-datemi l’ali volo dov’è-io dei giocattoli non so che fare-datemi l’ali voglio volare-in fra i cannoni vado a cercarlo co i miei bacioni vò consolarlo-e poi la guerra la cercherò-e sottoterra la caccerò…

Lettera spedita il 22 gennaio 1916

22 gennaio
Mio caro e amato sposo. Questa mattina ho avuto la tua tanto cara e desiderata lettera. Essa mi ha arrecato sollievo e conforto, te ne ringrazio grandemente. Oggi stesso ti rispondo per dirti che questa tua lettera l’ho letta a mio fratello Vincenzo il quale si congratula con te che finalmente, dice, hai incominciato a farti capire e così essere aggregato per sempre in ufficio come ora sei. Dice inoltre mio fratello, che in questi tempi così critici per tutti il tuo posto è invidiabile e che cerchi di tenertelo da conto…Molti sono i militari che sono venuti a licenza contenti, e quando è arrivato il giorno di ripartire, sono pianti tanto per loro e per la famiglia, perché il distacco è molto maggiore di quello che non fu per la prima volta. Lo sai, ci sono stati anche parecchi casi di suicidio, non a Veroli, ma nella provincia di Roma. Cosa si dice costì della guerra? Qua se ne parla molto male e si dice che ci vorranno ancora molti altri mesi prima che verrà a termine codesta strage. Riguardo all’affare che ti ho detto altre volte cioè di cercare di farti rimanere a Roma; tutti mi dicono che è un male, perché, ora siccome stai aggregato alla sussistenza, è difficilissimo che ti mettono nelle file di combattimento, mentre poi, facendoti mettere a Roma, ti potrebbero aggregare in un reggimento combattente. Io ora, non saprei cosa fare, tu appena avuta questa mia, rispondimi subito per lettera, spiegandomi il tuo pensiero, così io mi regolerò come debbo fare perché c’è il marchese Campanari che aspetta risposta.

La Domenica del Corriere del 12-19 marzo 1916. Con il passare del tempo il settimanale inizia a pubblicare fotografie che forniscono una dimensione più ravvicinata del fronte.

29 gennaio
…Dice Cristino, che la guerra durerà ancora a lungo e per la primavera chissà che succederà; il suo consiglio sarebbe che facessi il corso per venire sottotenente, come ha fatto lui, ed ora in zona di guerra ha la bella somma di 12 lire al giorno. Conclusa la pace e congedandosi da ufficiale come saresti tu, c’è più probabilità di avere un buon impiego. Cristino dopo aver ottenuto il grado da sottotenente ha fatto domanda di essere ammesso all’artiglieria treno (?) dove sei tu, perché dice, solo in questo corpo si è più al sicuro e non c’è pericolo di andare a combattere. Anche Arduino Moranti è aggregato ai forni someggiati come te, e sai che è ufficiale, l’altro giorno quando partì, mi disse quando scrivi a tuo marito, rimettici i miei saluti e digli a mio nome che non torni a Veroli, se non viene col gradi di ufficiale, e digli che io sto tutto il giorno a dare ordine per far cuocere il pane e non faccio altro. Sta grasso e grosso che mi da l’aria di un buffone…Proprio ora mentre ti sto scrivendo torna Maria di Toto che ha portato Milena a scuola, la quale mi reca una tua cartolina che porta la data del 25. Da essa apprendo che tu forse arrivi il giorno 11, proprio in quel giorno riparte Cristino, che destino!?...

Lettera spedita il 1 febbraio 1916

1 febbraio
…Nella cartolina che ho ricevuto oggi mi dici che gli ufficiali ti vogliono un gran bene, questo non solo mi fa piacere, ma ne dobbiamo essere superbi ambedue, perché essendo così di nulla dovrai temere e sarà questo un buon appoggio per riuscire benissimo negli esami da sottotenente. Io ti parlo così, perché sono sicurissima che mi darai retta, e tu stesso dovrai riconoscere che il consiglio che ti abbiamo dato, è saggio. Se non fosse altro, ti troverai certamente in un altro ambiente e cambierai del tutto la tua posizione sociale. Domenica venne a Veroli mio fratello Tittuccia, arrivò all’una e ripartì alle 5, con lui ripartì pure Alberto Berardi, cugino di Lella che tu certamente ricorderai. E’ ora capitano dei bersaglieri, Luigi Caverna, fratello di Augusto è capitano, Pio Fiorilli è capitano; poi gli ufficiali sono tanti di questi verolani; e giusto mio fratello Tittuccia così mi disse: non si vergogna Peppino venire a Veroli ancora semplice soldato mentre ce ne sono tanti più inferiori di lui e si stanno facendo onore!? Lo sai si stanno scrivendo nel corso degli allievi ufficiali quelli che hanno la licenza tecnica, ci si è iscritto Alessandro Moranti che ha fatto la terza ginnasiale, e tu Peppino mio, perché non ti fai largo, perché non ti procuri un bell’avvenire per te, per la tua Milena che tanto ami?!!...Poi il corpo dove sei aggregato tu, tutti l’invidiano e pagherebbero per venirci, e tutti mi assicurano che sarai sempre fuori pericolo e non potrai mai essere aggregato in linea di fuoco a combattere.

[A questo punto per il mese di febbraio 1916 non ci sono più lettere di Margherita: forse Giuseppe è riuscito ad ottenere la licenza.]

La Domenica del Corriere del 2-9 gennaio 1916. Pubblicità di questo tipo erano anche un invito a scrivere, con la Prima Guerra Mondiale gli europei iniziarono una vera e propria pratica di scrittura collettiva.
14 marzo
…Ieri ricevetti una tua cartolina, dove mi dai notizia che costì la neve è alta un metro e mezzo. Ma con tutto questo tempaccio, che fate? E come farete a camminare con tutta questa neve? E tu all’ufficio ci sei ancora? Tu non mi dai nessuna notizia riguardo  di ciò... Se tu presto potrai darmi la bella notizia che hai potuto avanzar domanda oppure che ti avessero messo in ufficio a scrivere; credimi, ne gioirei di cuore...
La Domenica del Corriere del 12-19 marzo 1916. illustrazione di Achille Beltrame su l'impiego di teleferiche per il rifornimento di viveri e munizioni in alta montagna.
21 marzo
… Peppino mio, mai son rimasta delusa come ora, dopo tanto affetto, dopo tanto bene, speravo tra nove mesi di stringere al seno un altro caro angioletto che somigliasse all’indimenticabile Bettino, invece proprio la notte del 19, svanì come nube il bel sogno che da tanto tempo cullavo in mente e che ormai ne ero più che sicura...Rassegnazione e speranza, solo con questo avrò la forza di vivere e poter resistere a questa vita ormai diventata noiosa a tutti…
 24 marzo
…Di Vincenzino sappiamo che la sua compagnia è partita, lui l’hanno fatto fermare un altro po’ di tempo. Gigi si trova ancora ad Ascoli però credo che l’hanno fatto inabile alle fatiche di guerra. Nazareno fu alla visita il 22 è stato fatto abile, però corre voce che questi riformati partiranno dentro il mese di maggio. Tu poi, non devi tenere alcun pensiero per nessuno, perché nessuno, eccettuata io, avrà pensiero per te specie poi tuo fratello che non si degna mai chiedere tue notizie…Eppoi quando lui parte, tu, è già un anno che sei richiamato, e tu sei più anziano e pure tu sei un padre di famiglia come lui. Ti pare?
29 marzo
Mi dici del marchese Campanari, quest'altro è un affare che mi fa soffrire, ripensando che si poteva concludere qualche cosa, mentre tu eri a licenza, tra noi, Peppino mio, gli affari si son fatti sempre a casaccio. Ti pare? Non ti ho risposto questa mattina appositamente per dirti qualcosa di questo. Questa mattina, infatti mi son recata da Campanari, ma è a Roma e vi si tratterrà sino a Pasqua, mi è stato detto che pure è molto influente sor Gaetano Antoniani, essendo parente di Cadorna. Domani vado da questo e lo pregherò acciò mi usasse qualche gentilezza per te, e gli vorrò dire se potesse farti entrare in qualche deposito o ufficio di Roma. Spero di riuscire in qualche cosa e di darti presto una buona notizia. Io, se potessi, darei la vita per farti stare meglio. Se tu fossi capace dell'automobile sarebbe più facile la cosa. L’altro giorno è giunto sul Municipio di Veroli di pubblicare un manifesto che occorrono 35000 operai, tra muratori, falegnami e ferrai, e la città di ne deve fornire non più di 50, giacchè ne prenderanno un po’ per paese; questi servono per ricostruire i fabbricati nelle città redente; ci danno £ 12 al giorno; e questi giovani che sono soggetti ad essere richiamati se vanno a lavorare qua si salvano dal fare il soldato. Sono in molti di Veroli che già hanno fatto domanda di andare. A Veroli si parla che la guerra presto avrà termine, ora per mezzo dei giornali si è saputo che si sta facendo un congresso a Parigi e ci sono tutte le rappresentanze dell’Italia, della Russia, del Belgio, della Serbia, insomma di tutte le alleate; da tutti, con ansia febbrile si aspettano buone notizie. Fosse buono il risultato? che feste vorrei fare? Da quando tu sei partito i prezzi di tutti i generi aumentano sempre che è una bellezza. Ora a Veroli quasi tutti in famiglia si fanno il sapone, è buono e viene a costare al massimo £ 0,45 al chilo, la settimana passata l’ha fatto Lella e Concetta domenica lo faccio io; ho comperato 12 litri di olio di fossa, un chilo di potassa, e con questa dose, mi ci vengono circa 55 libre di sapone. Ah! se tu fossi a casa?! con questa crisi, c’è chi si spianta e chi si arricca, ed è proprio così
La Domenica del Corriere del 12-19 marzo del 1916: articolo sui cappelli femminili, due figure evocano il lutto delle vedove di guerra.












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