Un gruppo di bambini e ragazzetti si schiera nella strada
principale di un villaggio per farsi fotografare: qui è passata la guerra con
tutto il suo carico di dolori e lutti. Nella mente e negli occhi dei
protagonisti di questa immagine, la guerra resterà un ricordo vivo che
condizionerà la generazione erede degli anni compresi tra il 1914 e il 1918. I
bambini non sono soltanto le vittime della Prima Guerra Mondiale, ma ne
diventano protagonisti perché, seppur non direttamente combattenti, sono
utilizzati per suscitare sentimenti.
Cartolina senza data, anni 1914-1918, con un bambino inserito in un momento della guerra di trincea. |
Sin dall'inizio del conflitto si assiste ad una
militarizzazione del bambino che, insieme alla donna, diventa il soggetto
privilegiato per suscitare l'amore per i propri cari esposti alla minaccia del
nemico. Si combatte per i figli: i figli e le loro immagini sostengono i
combattenti. In alcune cartoline illustrate il bambino è rappresentato come un
combattente armato di fucile e già pronto a partire per il fronte.
Se nei messaggi che vengono inviati dal fronte la nota
ricorrente è "qui tutto va bene" e " sto bene in salute",
in quelli iconografici inviati dal fronte interno ai soldati, il bambino è il
soggetto di una sottile operazione che lo vede al centro di una crudele
brutalizzazione del conflitto e demonizzazione del nemico. Il tedesco, il
francese, il russo, l'austriaco o l'italiano, gli invasori insomma, sono una minaccia per il bambino e la famiglia,
le risorse più grandi e importanti per la patria in pericolo. Uno dei punti di
forza per l'utilizzo del bambino in funzione della guerra e della difesa della
nazione, è il gioco. Attraverso il gioco si costruisce un immaginario in cui il
bambino partecipa alla guerra e conduce la sua battaglia, individuale o di
gruppo, contro un nemico che va distrutto senza pietà. I bambini saranno i
soldati di domani.
Cartolina inviata nel dicembre 1914. |
I tedeschi che hanno invaso notevoli porzioni di territorio dei
loro avversari e sono accusati di comportamenti barbari nei confronti della
popolazione civile, pubblicano e diffondono
fotografie rassicuranti in cui viene mostrato il buon cuore dei soldati che
fraternizzano con la popolazione e sono gentili con i bambini.
Fotografia pubblicata nel 1914 sulla rivista tedesca "Der grosse krieg in bildern" ed eseguita nel Belgio occupato. |
L'invasione del paesaggio mentale dell'infanzia da parte
della guerra non era cosa nuova in Europa. Il nazionalismo nel corso dei
decenni aveva esaltato le virtù guerriere e insegnato ai più giovani, compresi
i bambini, che era necessario prepararsi anche morire per la patria. A tutto
questo aveva contribuito anche l'affermarsi di nuovi miti: la gioventù, la
velocità, la modernità. Queste idee si traducevano in un'azione culturale che
assegnava ai più giovani il compito di liberare le società sviluppate tecnologicamente
dal vecchiume e dalla compostezza, eredità di un passato ancora recente.
Cartolina inviata nel marzo del 1915. Il padre al fronte è mostrato in una fotografia come ancora presente nella casa e immaginato mentre combatte. Il titolo è "Papa sera un héros". |
L'antico mito dell'eroismo virile rinasceva allora sotto
forma di immagine di massa e a buon mercato: la cartolina illustrata fu, nel
corso della guerra, il maggior strumento per il coinvolgimento del bambino
nell'universo guerresco. Negli anni che intercorsero tra la fine del Primo e
l'inizio del Secondo Conflitto Mondiale, furono soprattutto gli stati
totalitari a utilizzare la gioventù per le loro finalità aggressive. Gli orrori
dei bombardamenti sulle città e lo sterminio degli ebrei in Europa, avrebbero
assestato un colpo definitivo alla cultura militare dell'infanzia. Oggi si
tende a non regalare più armi-giocattolo ai bambini, ma vediamo e sappiamo che
a migliaia sono utilizzati o partecipano alle guerre che si svolgono al di
fuori dei confini del mondo occidentale e industrializzato. Del resto oggi
grandi e piccoli, partecipano ai giochi di guerra sul monitor dei computer.
[per chi voglia approfondire questo argomento si consiglia di leggere "Enfants dans la Grande Guerre", pubblicato in seguito alla mostra che si è tenuta nel 2002 presso l'Hisorial de la Grande Guerre di Peronne,]
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