sabato 22 ottobre 2011

La “Belle Epoque” che finisce. Le fotografie di alcuni album Kodak Souvenir. Prima parte

L’età degli imperi

Album Kodak Souvenir, 1901, Coll. S. V.



Le fotografie contenute in sei album Kodak Souvenir vennero eseguite tutte dalla stesse persona e coprono un arco di tempo compreso tra il 1901 e il 1910.
Gli album fanno parte di una collezione più vasta, purtroppo oggi smembrata, e riguardano le vacanze dei proprietari in Egitto, in Italia e in Francia. Queste fotografie ci consentono di osservare alcuni aspetti di quel modo di essere europei che sarebbe finito con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, utile da osservare per comprendere cosa terminò con l’agosto del 194.
Le immagini contenute negli album Kodak Souvenir che presentiamo, possono essere accostate allo stile di alcune fotografie eseguite da intellettuali e fotografi che rifiutando lo stile pittorialista (il tentativo di rendere una fotografia simile ad una rappresentazione pittorica), uscirono dagli studi e fissarono il flusso della vita reale per come si presentava ai loro occhi.
[L'immagine indicata come un momento di svolta, venne eseguita da Alfred Stieglitz, nel 1907. Stieglitz ritrasse la folla degli emigranti sul ponte del piroscafo Kaiser Willem II nel corso di un viaggio Le Havre-New York. Un signore in paglietta li osserva.]
Nasceva in questo modo una nuova fotografia in cui il protagonista era l'umana famiglia ritratta nella sua totalità.
I proprietari degli album erano interessati ai monumenti che incontravano nel corso dei loro viaggi, ma soprattutto alla gente.
Le fotografie eseguite in Egitto nel 1901 vanno collocate nell'epoca che lo storico Eric J. Hobsbawm ha definito come "l'età degli imperi".
[L'età degli imperi-1875-1914 di E.J Hobsbawm, Ed. Laterza 1987]
Compresa in un arco di tempo che va dal 1875 al 1914, fu un periodo in cui quasi tutto il pianeta divenne proprietà di alcune potenze europee: costruirono domini politici, economici e commerciali che determinarono non solo uno sviluppo senza precedenti nella produzione di beni e consumi, ma modificarono le caratteristiche mondiali dell'economia capitalistica.
L'esigenza di procurasi le materie prime per la produzione crescente di nuove merci scaturite dall'innovazione tecnologica (e in queste rientrano le macchine fotografiche, i film su rullo e le automobili), condusse all'espansione del colonialismo e alla sua forma industriale, l'imperialismo, generando conflitti di natura economica e commerciale che sarebbero stati l’origine vera della Prima Guerra Mondiale.

Luxor, statua del faraone Ramses, 1901, da Kodak Souvenir, coll. S. V.



L'Egitto nel 1901 è uno stato formalmente indipendente, ma in realtà è controllato dalla Gran Bretagna e fa parte del suo impero; la riscoperta della sua antica civiltà è iniziata nell'epoca napoleonica con la famosa spedizione e l'arrivo sulle sponde del Nilo di scienziati ed esploratori attratti dai monumenti della civiltà faraonica. La costruzione del Canale di Suez, assegna all'Egitto della seconda metà del Diciannovesimo secolo un'importanza strategica fondamentale nel disegno di dominio dei grandi flussi commerciali da parte della Gran Bretagna. Attorno all'Egitto e al suo controllo, Francia e Inghilterra sfiorano lo scontro armato con l'incidente di Faschoda nel 1899.
Per la visita ai monumenti dell'antico Egitto è di fondamentale importanza la costituzione di un'organizzazione turistica che consenta ad un crescente numero di europei di raggiungere i siti archeologici. L'Agenzia Cook's di Londra istituisce una rete di hotel e linee di comunicazione che diventano ben presto un fatto di costume.
[Una breve storia dell'Agenzia Cook's si può trovare nell'introduzione di Gianni Guadalupi a "La Sfinge e il Nilo" di Pierre Loti, Edizioni del Touring Club, Milano 1998.]
I due album realizzati in Egitto offrono livelli di analisi diversi: le immagini dei monumenti, i numerosi ritratti degli egiziani, il modo di porsi di chi fotografa dinnanzi a un mondo considerato ancora come esotico per eccellenza.
Nella lettura di queste fotografie ci aiuta la testimonianza di un intellettuale, marinaio ed esploratore di quel tempo: Pierre Loti.
Il racconto di Pierre Loti La sfinge e il Nilo, è scritto tra il 1907 e il 1909; in alcune pagine possiamo trovare una corrispondenza tra la descrizione letteraria e la nostra documentazione fotografica.

Luxor, tramonto sui templi, 1901, da Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Gaston lavora come guardiano ai monumenti di Luxor: un nome francese per un mussulmano che certamente si chiamava in modo diverso, ma che trae vantaggio da questa sorta di maschera, più utile nei rapporti con i turisti francesi.

Gaston, 1901 da Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Pierre Loti ci offre una graffiante descrizione delle sensazioni provate giungendo su luoghi ove il turismo di massa è appena agli albori.
“L’ingresso del tempio è protetto da una cancellata, e per entrare bisogna mostrare un permesso ai guardiani. Se almeno, entrati nell’immenso santuario, si potesse trovare un poco di solitudine! Invece, sotto i colonnati profananti, circola una massa confusa di turisti muniti di “Baedeker”, gente che abbiamo incontrata un po’ dappertutto, la stessa folla di Nizza o della Riviera. E, per colmo di derisione, anche qui si è inseguiti dal ronfare dei motori, poiché i battelli dell’Agenzia Cook sono attraccati alla riva, a pochi passi di distanza[...]Ed ecco un gruppo grazioso di signore in occhiali verdi e casco di sughero, che arriva con la guida sottobraccio ed un apparecchio fotografico in mano: i turisti riescono dagli alberghi, nell’ora in cui anche le mosche si risvegliano. E’ finita, per Luxor, la pace di mezzogiorno.”
[Da La Sfinge e il Nilo di Pierre Loti, Ed. La Biblioteca del Touring Club Italiano, Milano 1998, pgg. 114-115]
Le fotografie più interessanti contenute in questi due album riguardano la gente: il fotografo sembra molto interessato a riportare a casa i volti, gli atteggiamenti e le usanze delle persone che ha visto nel corso della sua vacanza.
A Luxor l’attenzione si concentra su alcuni soggetti, ma al Cairo lo sguardo fotografico si lascia attrarre da una città che brulica di vita. E’ una massa umana diversa dalle plebi delle città europee e che può anche far paura.

Il Cairo, 1901 da Kodak Souvenir, Coll. S. V.



A Luxor il fotografo ritrae le donne egiziane, figure misteriose, ma non tanto diverse dalle contadine di tanti paesi dell'Europa meridionale.
Una fotografia è molto suggestiva e fa parte di una sequenza eseguita al tramonto.

Donne di Luxor fotografate al tramonto, 1901, da Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Un discorso diverso e più complesso è necessario per i soggetti maschili. In quel tempo e in un paese islamico è più facile fotografare gli uomini: sono disponibili a farsi riprendere in atteggiamenti diversi (forse dietro il compenso di una mancia). Chi sta dietro la fotocamera rivela il lato oscuro della sua cultura: stiamo parlando dell'antropologia razziale che in quegli anni spinge alla catalogazione antropometrica dei soggetti appartenenti a popoli che vivono sotto il dominio dell'uomo bianco.
Said, definito come l'adorable ànier, viene fotografato in figura intera e di profilo. Said è un soggetto da catalogare perché è diverso: forse non con un segno negativo, i criminali o i folli dei manicomi, ma certamente è qualcuno del quale si potrà parlare con amici o parenti, descrivendolo come appartenente ad un mondo differente dalla civiltà che lo domina. E la fotografia già da molto tempo sta svolgendo la funzione di identificare il genere umano in base alla razza, all'appartenenza sociale, ai costumi.

Said, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Oltre a Said, un altro soggetto è fotografato anche di profilo: Mohamed, un cameriere dell'albergo presso il quale i turisti alloggiano.


Mohammed, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Un'altra questione è suggerita dalle fotografie di Mohammed e dei suoi colleghi: l'impatto dell'occidente sui popoli dominati e sulle loro elitès autoctone.
Nei volti dei camerieri d'albergo e dietro i loro sorrisi si può scorgere un atteggiamento di rispetto nei confronti del bianco, ma anche di curiosità (è un gioco di parole) per la sua curiosità.
Cosa vuole da noi costui e cosa possiamo imparare stando al suo gioco?
La storia del Novecento e quella recentissima stanno dando delle risposte alle domande che forse si posero queste persone fotografate.

Cameriere d'albergo a Luxor, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Nelle immagini del Cairo del 1901, è inconsapevolmente anticipata la sperimentazione più moderna di una fotografia quasi automatica che vuole registrare tutto di una grande metropoli urbana, e in primo luogo i volti della gente.

Il Cairo, la folla nelle strade, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V.



Il Cairo, degrado urbano e miseria, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V








Cairo, mendicanti, fachiri e prostitute, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V



Pierre Loti nel 1907 coglieva già alcuni sintomi di un risveglio che prima o poi sarebbe avvenuto tra i giovani dell'Egitto, dei paesi arabi, dell'Asia e dell'Africa: lo individuava nelle moschee e scuole coraniche del Cairo, frequentate da studenti ricchi e poveri, animati entrambi dalla sete di conoscenza per una cultura autoctona e diversa da quella che il turismo occidentale stava diffondendo. Era un disagio che dopo la Prima Guerra Mondiale si sarebbe espresso politicamente nella formazione di partiti e movimenti che nel corso di cinquant'anni avrebbero guidato i diversi processi di liberazione nazionale.
Nelle fotografie degli album Kodak Souvenir è possibile cogliere aspetti di questo disagio che vadano oltre il degrado generale della città?
Ci sono delle fotografie in cui il fotografo inconsapevolmente mette a fuoco una certa ostilità, o almeno insofferenza, nei suoi confronti. Una ritrae un giovane cocchiere il cui volto non è precisamente a fuoco, ma che guarda verso l'obbiettivo con un atteggiamento infastidito, mentre alle sue spalle i turisti stanno scendendo dalle carrozze appena giunte davanti all'hotel.
Il fotografo forse non voleva riprendere l'egiziano, ma l'arrivo dei suoi compatrioti; il volto del giovane entra in campo e, insieme al taglio leggermente obliquo dell'inquadratura, inserisce una nota discordante. Sul volto si legge la fatica e il fastidio per questa gente armata di macchine fotografiche. Non è un segno di rivolta, ma lo preannuncia.

Il Cairo, giovane cocchiere, 1901 da Kodak Souvenir, Coll. S. V



Le altre due fotografie riguardano una donna, nell'album viene indicata come La marchande de limonade. Vende bibite che potrebbero procurare gravi e fastidiose dissenterie per l'impurità dell'acqua e non sembra gradire l'attenzione del fotografo. Il suo volto, il vestito che indossa, lo scialle con cui copre i capelli, il modo stesso in cui è seduta con quel piede ornato da un braccialetto e che fuoriesce dall'abito, ne fanno un personaggio lontano nella storia. E' quasi una figura biblica e difficilmente comprensibile. Nella prima fotografia non guarda verso l'obbiettivo, forse non si è accorta della presenza del turista, nella seconda non protesta, ma non sorride. Il suo volto rimane impenetrabile, come del resto è di difficile comprensione tutta la realtà fotografata dai turisti armati di Kodak e guida turistica Baedeker. Sull’età degli imperi stanno calando le ombre della sera.


Il Cairo, Marchande de limonade, 1901, Kodak Souvenir, Coll. S. V









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