Nei decenni che seguirono la Grande Guerra, gli italiani continuarono a ricordarla non con fotografie o con documentari di ricostruzione storica, ma con le illustrazioni di Achille Beltrame (Arzignano 1871-Milano 1945).
Beltrame lavorava per La Domenica del Corriere, settimanale illustrato del Corriere della Sera. Il quotidiano milanese divenne con la direzione e proprietà di Luigi Albertini, il maggior organo d’informazione in Italia.
Il Corriere fu, e in qualche misura è ancora, uno dei grandi strumenti di formazione del consenso (o del dissenso) attorno a scelte politiche fondamentali per la vita nazionale.
E Corriere della Sera fu molto importante quando si trattò di decidere se l’Italia dovesse o meno entrare nella guerra mondiale e dalla parte di quale schieramento.
Se nel luglio del 1914, una serie di cause contingenti e di scelte giocate sull’azzardo dell’ora, portarono gli europei a rivelare un contrasto che aveva origine nella storia dei decenni precedenti, gli italiani entrarono in guerra in modo assai diverso. Ci fu un processo politico che durò quasi un anno e che ebbe momenti di tale tensione da influire sulla futura storia nazionale.
Achille Beltrame come raccontò tutto questo?
Innanzitutto occorre precisare che l’opera di Achille Beltrame non si limita all’illustrazione della Grande Guerra degli italiani, ma abbraccia un periodo molto lungo che comprende epoche diverse e differenti fasi nella vita del giornale per il quale disegnava.
Che rapporto c’è tra le tavole a colori di Beltrame e la fotografia?
Quando Beltrame iniziò il suo lavoro e ancora per alcuni decenni che seguirono, non fu possibile per i fotografi realizzare istantanee e molto spesso avvenimenti politici, militari e fatti di costume vennero fotograficamente ricostruiti allestendo veri e propri set fotografici.
Al posto della macchina fotografica, Beltrame utilizzava il disegno, il colore, la grande tavola di copertina e retrocopertina.
Ogni immagine era una storia, come ogni fotografia eseguita da un vero professionista del fotoreportage dovrebbe essere.
Beltrame racconta l’Italia di tutti i giorni con una serie di storie racchiuse nella cornice del disegno illustrato che settimana dopo settimana, costruiscono un immaginario in cui si rispecchiano tutti coloro che vogliono avere notizie di prima mano. In questo senso, l’opera del disegnatore di La Domenica del Corriere è anticipatrice del giornalismo popolare che si svilupperà dopo la fine della seconda guerra mondiale e troverà larga applicazione nell’informazione radiotelevisiva.
Su La Domenica del Corriere, Beltrame non disegna paesaggi, non ci sono tramonti e albe romantiche, donne affascinanti. Se appaiono scene di vita elegante, agreste o momenti di tensione sociale, Beltrame li disegna per raccontare avvenimenti: dall’elemosina ai poveri ad un volo aereo su Milano.
Nelle tavole di Beltrame ci sono i fatti: la donna che salva i suoi figli durante un incendio, lo sbarco delle truppe italiane in Tripolitania, il volo di Chavez sulle Alpi, gli assalti degli alpini sulle vette del Trentino.
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