lunedì 3 ottobre 2016

L'offensiva in Champagne del 1915 La Main de Massiges


Parapetto con piastra di ferro e feritoia nelle trincee alla Main de Massiges, fotografia di Stefano Viaggio, settembre 2016


Quando il visitatore giunge nel sito storico della Grande Guerra di La Main de Massiges, incontra un pannello in cui si può leggere la storia di uno dei luoghi più interessanti della Prima Guerra Mondiale sul Fronte Occidentale.
 
Pannello con la ricostruzione storica delle fasi della conquista francese dl La Main de Massiges

La Main de Massige, non molto distante da Verdun e dalla Foresta delle Argonne, é un leggero altopiano che visto dall'alto ha la forma di una mano con le sue cinque dita. 
La Main de Massiges, sulla carta le cinque dita della mano

Qui si possono vedere e visitare le vere trincee della Grande Guerra: un intrico di camminamenti e di linee difensive che passarono più volte di mano tra tedeschi e francesi. Questo settore del fronte fu uno degli epicentri dell'offensiva francese nella regione dello Champagne  alla fine di settembre 1915 e che costò la vita a circa 300.000 uomini, tra francesi e tedeschi.
Sul cartello possiamo leggere:
"I Marsouins, così venivano definite le truppe coloniali francesi, riuscirono temporaneamente ad occupare la parte ovest dell'altura (dove ora vi trovate). Il 20 e il 21 dicembre 1914 il Corpo Coloniale attacca su un fronte di 1200 metri a cavallo tra Beauséjour e Massiges. I coloniali perdono 784 uomini. Il combattimento ha consentito di occupare terreno a nord di Beauséjour, ma non sulla Main. Una nuova azione é condotta il 28 dicembre su la "Verrue", punto culminante sulla Main: due battaglioni si lanciano all'assalto, su 1800 uomini impegnati, 1100 non rientrano.
Il 3 febbraio 1915, dopo l'esplosione di diverse mine sotterranee, seguite da violenti attacchi, i tedeschi occupano interamente la Main. I due reggimenti coloniali impegnati nel combattimento perdono 2176 uomini. Il 25 settembre 1915, su un fronte di 25 chilomentri, da Auberive a Ville sur Tourbe 35 divisioni francesi vanno all'offensiva. La Main de Massiges é attaccata da dalla 2° e 3° divisione coloniale. Le perdite sono pesanti; nel 23° reggimento coloniale, tutti gli ufficiali superiori sono uccisi o feriti. In questa prima giornata le perdite sono stimate per 1000 uomini a reggimento e per ogni dita della mano. L'indomani alcuni reggimenti sono chiamati di rinforzo (15°, 89° e 143 fanteria) con l'obbiettivo della conquista del Mont Tetù (quota 199). La lotta prosegue sino al 6 ottobre. La Main de Massiges é conquistata ma non soprassata. Il 3 novembre 1915  i tedeschi riconquistano la parte ovest della Main de Massinges (mont Tetù), l'attacco é condotto con gas asfissianti e lanciafiamme. Il 15 dicembre, l'armata coloniale é sostituita dal 4° Corpo d'armata.
Nel 1916, i tedeschi conducono attacchi locali sulla parte ovest, sino alla fattoria Maison de Champagne. Il 115°, il 117° e il 317° reggimento di fanteria perdono molti uomini. Nel luglio 1918 i tedeschi preparano una grande offensiva nel settore. Gli interrogatori dei prigionieri e documenti acquisiti permettono di riorganizzare il dispositivo francese. Il 15 luglio, da Reims a Massiges, i tedeschi scatenano l'offensiva che i comandi francesi attendono. Il grosso delle truppe si erano ritirate a 4 chilometri indietro. L'attacco tedesco é violento, ma si risolve con un insuccesso.
Bisognerà attendere l'offensiva liberatrice del 26 novembre 1918 per liberare definitivamente La Main de Massinges."
 
Copertina della rivista Le Miroir del 17 ottobre 1915, nella didascalia la trincea e l'ufficiale che osserva sono a La Main de Massiges
.
L'offensiva in Champagne del settembre 1915, fu decisa perché bisognava far qualcosa per rompere un fronte diventato immobile dal settembre 1914 e tornare alla guerra di movimento. Sempre nel 1915 le precedenti offensive francesi non avevano dato i risultati sperati, ma il generale Joffre, il comandante in capo, voleva insistere. Nei primi sei mesi del 1915, le offensive francesi, dall'Artois allo Champagne, erano costate circa 200.000 morti. Ora si provava ancora e sempre con lo stesso metodo: iniziale, prolungato e violento attacco d'artiglieria, poi alla fanteria il compito di avanzare e conquistare le linee tedesche.
Il comandante in capo dell'esercito francese, il generale Joffre. Dalla rivista Sur le vif del 1915


L'artiglieria però non distruggeva i reticolati e i soldati avanzavano allo scoperto sotto il fuoco delle mitragliatrici.
Ancor oggi a La Main de Massiges possiamo vedere la forma dei crateri, sono a poca distanza dalle trincee. Doveva essere un inferno. Ci vollero milioni di morti prima di capire che l'offensiva a tutti i costi si scontrava con la forza delle reciproche artiglierie ed era pressoché identica.
Alle 7 del mattino del 22 settembre sino al 25, l'artiglieria apre il fuoco sulle trincee tedesche, poi la fanteria attacca su un fronte di 40 chilometri che comprende La Main de Massiges. Su una linea di 25 chilometri le trincee tedesche sono conquistate: i tedeschi si preoccupano e inviano rinforzi. L'attacco francese si scontra con le trincee tedesche di seconda linea, rimaste intatte. Comincia a piovere, i francesi s'intasano nelle trincee occupate e bersagliate dall'artiglieria tedesca e da quella francese: é un disastro. Joffre però non sospende l'attacco, lo farà alla metà di ottobre.
Le Miroir, 1915. Con un titolo come questo la rivista presentava ai lettori l'attacco francese a La Main de Massiges


Il risultato é la conquista per i francesi di qualche chilometro di territorio in mano ai tedeschi. Il costo umano é circa 300.000 morti.
Le Miroir, 1915. Stessa pagina della precedente fotografia, le immagini sono state eseguite certamente nelle retrovie del fronte


Nel 2008 é nata l'association main de massiges (www.lamaindemassiges.com) allo scopo di salvaguardare il sito storico, restaurarlo e conservare la memoria del massacro tra europei che fu consumato in queste trincee tra il 1914 e il 1918.
Se non si vedono i luoghi in cui si combatté la guerra di trincea é difficile comprendere cos'é stata la Grande Guerra.
Oggi sarebbe impensabile la contesa palmo a palmo di un territorio scavando fossati, costruendo lunghi camminamenti che collegavano le linee più avanzate a quelle di retroguardia, ma non meno esposte. E tutto questo su un territorio pressoché pianeggiate sottoposto al tiro delle artiglierie, al lancio dei gas asfissianti, al cadere della pioggia, al gelo invernale, alla convivenza con cadaveri insepolti, con i topi e alla costante paura della morte.
Le Miroir 1915, soldati tedeschi fatti prigionieri nelle trincee di La Main de Massiges


L'offensiva francese del settembre 1915 si risolse con un nuovo insuccesso: forno strappati ai tedeschi pochi chilometri di territorio ad un prezzo elevatissimo di vite umane. I giornali dell'epoca presentarono tutto questo come una grande vittoria, un esempio di ciò é un articolo comparso sulla rivista fotografica Sur le vif.  
La conquista delle alture di Massiges
"Il comunicato dello stato maggiore tedesco del 29 settembre, dopo aver affermato che i francesi non erano riusciti a conquistare le alture di Massiges, ha annunciato il 30 che la collina era stata evacuata perché era stata colpita ai fianchi dalle artiglierie avversarie. In realtà il 25 settembre noi eravamo sulla sommità delle alture e nei giorni seguenti ne abbiamo completato la conquista. Il numero dei prigionieri che abbiamo fatto e ancor più il numero dei cadaveri che riempivano le trincee e i camminamenti della costa 191, testimoniano l'asprezza della lotta...I nostri avversari avevano a disposizione un formidabile bastione che dava loro la sicurezza di una parte considerevole nelle loro linee in Champagne...Il possesso di questa fortezza era indispensabile al successo del nostro attacco, coloro che si sono guadagnati l'onore di questo assalto si erano già distinti nella stessa regione, a Beausejour e a Ville sur Tourbe; sono i reggimenti di fanteria coloniale che hanno scritto a Massiges una nuova pagina di eroismo...Sin dai primi assalti, il 25 settembre, siamo giunti alla sommità dell'altura. L'artiglieria ne aveva completamente sconvolto le pendici e aperto larghi varchi nel filo spinato che il nemico aveva teso sul fondo degli avvallamenti....Avendo preso piede nel sistema difensivo i coloniali, abituati al combattimento con le granate, iniziavano la pulizia progressiva della posizione...I reggimenti tedeschi che la occupavano al momento dell'attacco, fidandosi della solidità della posizione, furono disorientati e demoralizzati dalla rapidità delle nostre prime ondate. Le mitragliatrici permisero di prolungare la resistenza, ma sotto i colpi delle nostre artiglierie e delle granate, poco a poco arretrarono...L'avanzata metodica proseguì dal 25 al 30 settembre. A nord giungemmo sino al Mont Tetu, che domina leggermente il pianoro, poi verso est, discendemmo nella direzione di Ville sur Tourbe...Nel momento in cui lo stato maggiore tedesco comprese che gli sfuggiva il possesso dell'altura, tentò un contrattacco che iniziò da nord est, ma le truppe d'assalto furono prese tra il fuoco delle nostre artiglierie e delle mitragliatrici e sgominate in qualche istante. I sopravvissuti si diedero alla fuga in disordine. I nostri soldati vedendo il nemico impotente cedere davanti a loro, con gioioso ardore proseguirono il combattimento. Non trovo uomini per condurre indietro i prigionieri, diceva un ufficiale, tutti vogliono restare lassù..."
L'articolo di Sur le vif sulla battaglia in Champagne del settembre 1915


L'articolo che abbiamo proposto é un buon esempio di informazione che diventa propaganda e le fotografie che fanno da supporto alla distorsione della verità ormai ricostruita dagli storici della Grande Guerra, sono un buon esempio di come una sostanziale sconfitta venga trasformata in una vittoria. Visitare oggi le trincee di La Main de Massiges vuol dire immergersi in un universo di pietra calcarea, fatto di stretti cunicoli sovrastati da sacchi di sabbia e filo spinato: qui uomini hanno vissuto e sono morti. La visita non é facile, l'association main de massiges avverte che il sito non é ancora completamente restaurato e si possono correre dei rischi, soprattutto quello di scivolare quando piove (c'è molta ruggine in giro). Chi entra nelle trincee lo fa a suo rischio e pericolo.

La Main de Massiges, settembre 2016, fotografia di Stefano Viaggio