martedì 10 febbraio 2015

Il Battaglione Aosta: fotografie e testimonianza di un massacro.Seconda Parte


Alla fine del 1915 le speranze di una rapida avanzata in territorio austriaco e di una guerra breve, sono ormai svanite sulle montagne e nelle ripetute offensive sull'Isonzo che si infrangono contro le difese austriache. Il 1916 sarà l'anno della morte di massa sui campi di Verdun e della Somme, nelle pianure orientali e sulle Alpi. Gli italiani nell'agosto del 1916 conquistano Gorizia, ma questa vittoria non porta ad ulteriori passi in avanti. Il Battaglione Aosta, dopo un periodo di riposo torna di nuovo in linea e deve affrontare le prove durissime descritte nel libro commemorativo del IV° Alpini, il Battaglione Aosta.
Teleferica in alta montagna per il trasporto di viveri, con le teleferiche si trasportavano anche i soldati feriti. Illustrazione di Achille Beltrame, La Domenica del Corriere, 1916

"Stelvio - Adamello
...La calma abituale di questo settore montano serve di riposo, se non al corpo, allo spirito degli Alpini...Le attitudini bellicose sono tenute vive in frequenti pattuglie di esplorazione...Il giorno 23 maggio 1916 il Battaglione scende a Temù. In questo periodo esso è stato alle dipendenze del 4° Alpini e sotto il comando del Maggiore Testa-Fochi..."
Il maggiore Ernesto Testa-Fochi, morto sul Pasubio in seguito ad una frana che travolse il posto di comando uccidendo più di cento soldati.
Nella primavera del 1916 gli austriaci decidono di eliminare una volta per tutte il nemico italiano dalla guerra mondiale e di punire il tradimento (così definiscono la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Impero austroungarico) degli ex alleati. L'annunciata (ma non presa in considerazione da Cadorna) offensiva austriaca nel Trentino, viene fronteggiata dagli italiani con tali difficoltà che si teme una disfatta. Cadorna riesce a tamponare le falle spostando truppe dall'Isonzo: l'esercito italiano ha corso un rischio gravissimo e il Battaglione Aosta è stato messo a dura prova.
A destra la fotografia del Capitano Aldo Beltricco, caduto sul Pasubio nelle tragiche giornate del settembre 1916
"Zugna-Strafexpedition
...Il 9 giugno è in trincea a Malga Zugna, dove si era ritratta la nostra linea, che dapprima si spingeva sino alle porte di Rovereto...I bombardamenti nemici si fanno violenti...Il 26 giugno il Battaglione occupa il Cocuzzolo est del Matassone. Nello stesso giorno sferra decisamente l'attacco contro il Trincerone di Zugna Torta...Verso sera il nemico favorito dalla pioggia attacca e contrattacca, ma è completamente respinto...Gli Austriaci sfogano la loro rabbia con un furioso micidiale bombardamento, con bocche di ogni calibro, il quale tempesta le già sconvolte posizioni...ma la posizione è ormai sicura...Perdite. Ufficiali: morti 6 - feriti 6. Truppa: morti 27 - feriti 117- dispersi 2. Ricompense: medaglie d'argento 9 - di bronzo 3 - encomi solenni 1..."

"Pasubio - Alpe di Cosmagnon
...Il 26 lo troviamo a Pian delle Fugazze, ai piedi del massiccio del Pausbio...Nella notte sul 19 settembre, tutto il Battaglione si muove verso il Coston di Lora, l'alba del 10 lo trova ammassato nell'Imbuto, depressione a oriente del Costo di Lora...I reparti si dispongono per l'attacco...Incomincia la nostra preparazione di artiglieria, ostacolata da nebbia fortissima, il nemico risponde. A mezzogiorno, ancor prima di cominciare l'attacco l'Aosta ha già molti morti e più di cento feriti...l'una dopo l'altra scattano le tre ondate dell'Aosta, trovano i reticolati intatti...Un pugno d'Eroi, guidati dal Capitano Beltricco, passa due ordini di reticolati e si lancia sulla prima e seconda linea nemica. - Cade, mirabilmente combattendo, il Beltricco. - Dovunque i prodi son falciati dalla mitraglia. Incontra gloriosamente la morte anche il sottotenente Cioja, impetuosa giovinezza ideale...Più volte gli alpini si lanciano in quel gorgo profondo di morte, con la volontà di vincerlo, ma invano...Dolorosa giornata quella del 10 settembre...Perdite: Ufficiali: morti 5 - feriti 6. Truppa: morti 30- feriti 328 - dispersi 44. Ricompense: medaglie d'oro 1, d'argento 14, di bronzo 11, encomi solenni 1..."
Il sottotenente Franco dei Conti Cioja, ucciso sul Pasubio.
La lotta sul Pasubio continua, si combatte in condizioni durissime. Le schegge di roccia esplose con i bombardamenti diventano altrettanti proiettili. Insieme ai soldati muoiono molti ufficiali. E intanto l'immagine della guerra si riveste di menzogna. Qualcuno fotografò questo spettacolo? Alle difficoltà di eseguire fotografie durante i combattimenti si aggiunsero quelle imposte da un ambiente particolarmente ostile. Ma su tutto prevalse la volontà di nascondere e gli italiani dovettero accontentarsi delle illustrazioni di Achille Beltrame che raccontavano solo gesta eroiche e occultavano la macelleria che si compiva sulle montagne. Ma al posto delle immagini parlano le parole con cui si elencano i morti e i dispersi.
Ufficiale scruta le posizioni nemiche. Da un'illustrazione di Achille Beltrame per La Domenica del Corriere.
" Pasubio - Alpe di Cosmagnon- Dente
...A più di venti giorni dalla dura giornata del Coston di Lora, il Battaglione riprende la via del Pasubio...Continua rabbioso il bombardamento nemico; ogni colpo centuplica la sua la sua potenza offensiva in mille schegge di roccia, che ricadono sui valorosi straziandone i corpi...All'alba del 10, tutto il Battaglione è passato ad occidente della Cresta del Pasubio...Nella giornata dell'11 le posizioni conquistate vengono fortificate...Accorrono forti masse nemiche: la 42° non esita: attacca alla baionetta. Dopo breve combattimento corpo a corpo, la Compagnia, colpita dalle mitragliatrici nemiche, sui fianchi e a tergo, è costretta a ritirarsi...Siamo al giorno 18, il Battaglione pur esausto per le operazioni precedenti, si dispone a resistere sulle posizioni sino all'estremo...Un ritardo del nostro bombardamento e dell'attacco pongono il Battaglione in condizioni difficili...Numerosi sono i morti e i feriti...Durante l'intera giornata le nostre linee sono battute dall'artiglieria nemica...Alla sera il Battaglione è ridotto sulla linea con 120 uomini validi, gli altri sono morti o feriti...Le perdite dal 9 al 19 ottobre sono: Ufficiali: morti 1 - feriti 11 - dispersi 7. Truppa: morti 18 - feriti 392 - dispersi 188. Ricompense: medaglie d'oro 1, d'argento 15, di bronzo 33..."  
Dopo i combattimenti descritti nel volumetto commemorativo dedicato al IV Alpini, la condizione dei soldati doveva essere talmente drammatica che nel ricordare gli autori non poterono esimersi da qualche commento  in cui le parole "strani", "raminghi", "fardello", "miserie" e "dolori" evocano figure di fantasmi che scendono da luoghi infernali. La cultura nazionalista trasformava intanto in "santità" la sofferenza dei nuovi martiri per la grandezza della patria. Anche questo era un modo per raccontare la morte di massa sulle montagne del fronte italo-austriaco: non olocausto di massa, ma santità di ispirazione dannunziana. Così nel ventennio fascista, da poco iniziato, si ricordava la strage.
"...Son gli alpini che passano e paiono esseri strani, raminghi per monti e per valli,  sotto la tormenta ed il sole, gravati da un fardello, carichi di tutte le miserie, di tutti i dolori dell'umanità...Sono gli alpini del Pasubio; non uomini solo, ma santi, chinate la fronte, o voi, che non conosceste mai le vie del sacrificio!..."

Il cimitero detto dell'Imbuto in cui furono sepolti i caduti del 10 settembre 1916


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