In questo documentario i luoghi della Battaglia della Somme che nell'estate 1916 provocò, fra soldati britannici, tedeschi e francesi, circa un milione e duecentomila morti. Abbiamo visitato i musei di Albert e Peronne, il grande sacrario di Thipeval e il cratere della mina di La Boisselle, la Basilica della città di Saint-Quintin. Se non si vedono alcuni luoghi non si capisce cosa è stata la Prima Guerra Mondiale.
giovedì 26 febbraio 2015
martedì 10 febbraio 2015
Il Battaglione Aosta: fotografie e testimonianza di un massacro.Seconda Parte
Alla fine del 1915 le
speranze di una rapida avanzata in territorio austriaco e di una guerra breve, sono ormai svanite sulle montagne e nelle ripetute offensive sull'Isonzo che si
infrangono contro le difese austriache. Il 1916 sarà l'anno della morte di
massa sui campi di Verdun e della Somme, nelle pianure orientali e sulle Alpi.
Gli italiani nell'agosto del 1916 conquistano Gorizia, ma questa vittoria non
porta ad ulteriori passi in avanti. Il Battaglione Aosta, dopo un periodo di
riposo torna di nuovo in linea e deve affrontare le prove durissime descritte nel
libro commemorativo del IV° Alpini, il Battaglione Aosta.
Teleferica in alta montagna per il trasporto di viveri, con le teleferiche si trasportavano anche i soldati feriti. Illustrazione di Achille Beltrame, La Domenica del Corriere, 1916 |
"Stelvio
- Adamello
...La
calma abituale di questo settore montano serve di riposo, se non al corpo, allo
spirito degli Alpini...Le attitudini bellicose sono tenute vive in frequenti
pattuglie di esplorazione...Il giorno 23 maggio 1916 il Battaglione scende a
Temù. In questo periodo esso è stato alle dipendenze del 4° Alpini e sotto il
comando del Maggiore Testa-Fochi..."
Il maggiore Ernesto Testa-Fochi, morto sul Pasubio in seguito ad una frana che travolse il posto di comando uccidendo più di cento soldati. |
Nella
primavera del 1916 gli austriaci decidono di eliminare una volta per tutte il
nemico italiano dalla guerra mondiale e di punire il tradimento (così
definiscono la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Impero austroungarico)
degli ex alleati. L'annunciata (ma non presa in considerazione da Cadorna) offensiva
austriaca nel Trentino, viene fronteggiata dagli italiani con tali difficoltà
che si teme una disfatta. Cadorna riesce a tamponare le falle spostando truppe
dall'Isonzo: l'esercito italiano ha corso un rischio gravissimo e il
Battaglione Aosta è stato messo a dura prova.
A destra la fotografia del Capitano Aldo Beltricco, caduto sul Pasubio nelle tragiche giornate del settembre 1916 |
"Zugna-Strafexpedition
...Il
9 giugno è in trincea a Malga Zugna, dove si era ritratta la nostra linea, che
dapprima si spingeva sino alle porte di Rovereto...I bombardamenti nemici si
fanno violenti...Il 26 giugno il Battaglione occupa il Cocuzzolo est del
Matassone. Nello stesso giorno sferra decisamente l'attacco contro il
Trincerone di Zugna Torta...Verso sera il nemico favorito dalla pioggia attacca
e contrattacca, ma è completamente respinto...Gli Austriaci sfogano la loro
rabbia con un furioso micidiale bombardamento, con bocche di ogni calibro, il
quale tempesta le già sconvolte posizioni...ma la posizione è ormai
sicura...Perdite. Ufficiali: morti 6 - feriti 6. Truppa: morti 27 - feriti 117-
dispersi 2. Ricompense: medaglie d'argento 9 - di bronzo 3 - encomi solenni
1..."
"Pasubio
- Alpe di Cosmagnon
...Il
26 lo troviamo a Pian delle Fugazze, ai piedi del massiccio del Pausbio...Nella
notte sul 19 settembre, tutto il Battaglione si muove verso il Coston di Lora,
l'alba del 10 lo trova ammassato nell'Imbuto, depressione a oriente del Costo
di Lora...I reparti si dispongono per l'attacco...Incomincia la nostra
preparazione di artiglieria, ostacolata da nebbia fortissima, il nemico
risponde. A mezzogiorno, ancor prima di cominciare l'attacco l'Aosta ha già
molti morti e più di cento feriti...l'una dopo l'altra scattano le tre ondate
dell'Aosta, trovano i reticolati intatti...Un pugno d'Eroi, guidati dal
Capitano Beltricco, passa due ordini di reticolati e si lancia sulla prima e
seconda linea nemica. - Cade, mirabilmente combattendo, il Beltricco. -
Dovunque i prodi son falciati dalla mitraglia. Incontra gloriosamente la morte
anche il sottotenente Cioja, impetuosa giovinezza ideale...Più volte gli alpini
si lanciano in quel gorgo profondo di morte, con la volontà di vincerlo, ma
invano...Dolorosa giornata quella del 10 settembre...Perdite: Ufficiali: morti
5 - feriti 6. Truppa: morti 30- feriti 328 - dispersi 44. Ricompense: medaglie
d'oro 1, d'argento 14, di bronzo 11, encomi solenni 1..."
Il sottotenente Franco dei Conti Cioja, ucciso sul Pasubio. |
La
lotta sul Pasubio continua, si combatte in condizioni durissime. Le schegge di
roccia esplose con i bombardamenti diventano altrettanti proiettili. Insieme ai
soldati muoiono molti ufficiali. E intanto l'immagine della guerra si riveste
di menzogna. Qualcuno fotografò questo spettacolo? Alle difficoltà di eseguire
fotografie durante i combattimenti si aggiunsero quelle imposte da un ambiente
particolarmente ostile. Ma su tutto prevalse la volontà di nascondere e gli
italiani dovettero accontentarsi delle illustrazioni di Achille Beltrame che raccontavano
solo gesta eroiche e occultavano la macelleria che si compiva sulle montagne.
Ma al posto delle immagini parlano le parole con cui si elencano i morti e i dispersi.
Ufficiale scruta le posizioni nemiche. Da un'illustrazione di Achille Beltrame per La Domenica del Corriere. |
" Pasubio - Alpe di
Cosmagnon- Dente
...A più di venti giorni
dalla dura giornata del Coston di Lora, il Battaglione riprende la via del
Pasubio...Continua rabbioso il bombardamento nemico; ogni colpo centuplica la
sua la sua potenza offensiva in mille schegge di roccia, che ricadono sui
valorosi straziandone i corpi...All'alba del 10, tutto il Battaglione è passato
ad occidente della Cresta del Pasubio...Nella giornata dell'11 le posizioni
conquistate vengono fortificate...Accorrono forti masse nemiche: la 42° non
esita: attacca alla baionetta. Dopo breve combattimento corpo a corpo, la
Compagnia, colpita dalle mitragliatrici nemiche, sui fianchi e a tergo, è costretta
a ritirarsi...Siamo al giorno 18, il Battaglione pur esausto per le operazioni
precedenti, si dispone a resistere sulle posizioni sino all'estremo...Un
ritardo del nostro bombardamento e dell'attacco pongono il Battaglione in
condizioni difficili...Numerosi sono i morti e i feriti...Durante l'intera
giornata le nostre linee sono battute dall'artiglieria nemica...Alla sera il
Battaglione è ridotto sulla linea con 120 uomini validi, gli altri sono morti o
feriti...Le perdite dal 9 al 19 ottobre sono: Ufficiali: morti 1 - feriti 11 -
dispersi 7. Truppa: morti 18 - feriti 392 - dispersi 188. Ricompense: medaglie
d'oro 1, d'argento 15, di bronzo 33..."
Dopo
i combattimenti descritti nel volumetto commemorativo dedicato al IV Alpini, la
condizione dei soldati doveva essere talmente drammatica che nel ricordare gli autori non
poterono esimersi da qualche commento in
cui le parole "strani", "raminghi", "fardello",
"miserie" e "dolori" evocano figure di fantasmi che
scendono da luoghi infernali. La cultura nazionalista trasformava intanto in "santità"
la sofferenza dei nuovi martiri per la grandezza della patria. Anche questo era
un modo per raccontare la morte di massa sulle montagne del fronte italo-austriaco:
non olocausto di massa, ma santità di ispirazione dannunziana. Così nel
ventennio fascista, da poco iniziato, si ricordava la strage.
"...Son gli alpini
che passano e paiono esseri strani, raminghi per monti e per valli, sotto la tormenta ed il sole, gravati da un
fardello, carichi di tutte le miserie, di tutti i dolori dell'umanità...Sono
gli alpini del Pasubio; non uomini solo, ma santi, chinate la fronte, o voi,
che non conosceste mai le vie del sacrificio!..."
Il cimitero detto dell'Imbuto in cui furono sepolti i caduti del 10 settembre 1916 |
sabato 7 febbraio 2015
Renato Serra Il diario di trincea. Omaggio a un intellettuale caduto nel 1915
Sul ponte Duca d'Aosta a Roma e proprio davanti al Foro Italico, ci sono una serie di altorilievi che ricordano i combattimenti sostenuti dalla III° Armata nel corso della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo pensato di costruire l'omaggio a Renato Serra sulle immagini di questo monumento alla guerra edificato durante il regime fascista. Visitando il ponte si ha l'impressione che la sofferenza dei soldati sia stata pietrificata in una sorta di film fatto di pietra. Renato Serra era una delle voci più promettenti della cultura italiana alla vigilia della Grande Guerra. Fu ucciso sul Monte Podgora nel 1915; il suo diario di trincea resta un documento importante, una testimonianza priva di alcuna retorica militarista e che aiuta a comprendere cosa fu la Prima Guerra Mondiale degli italiani.
mercoledì 4 febbraio 2015
La prima Guerra Mondiale. Verdun e dintorni. Un documentario. Seconda Parte
La Prima guerra Mondiale. Verdun e dintorni. Un documentario. Prima parte
Presentiamo la prima parte di un documentario realizzato nell'estate del 2014 in alcuni luoghi vicini alla città di Verdun. in particolare la foresta delle Argonne in cui combatterono i volontari italiani della Legione Garibaldina. Abbiamo visitato il sito di Les Eparges, teatro di violente battaglie nel 1915.
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