lunedì 2 maggio 2011

1915, la guerra dei gas sulla rivista francese Le Miroir Terza Parte

Dal 9 maggio 1915 al 12 dicembre 1915, la rivista “Le Miroir” pubblica otto fotografie e un’illustrazione sulla guerra dei gas. Sono poche, vista la mole di immagini che un settimanale fotografico di 16 pagine e che non contiene articoli, con l’eccezione della seconda pagina dedicata al bollettino di guerra, propone ai lettori. Si tratta di fotografie che contengono due elementi: lo stupore per come si è trasformata la guerra e la preoccupazione di rassicurare il “fronte interno”  sul fatto che nonostante l’impiego di un arma non convenzionale e usata in aperta violazione delle convenzioni internazionali, i soldati francesi riescono a difendersi dai gas con un equipaggiamento adeguato. Le fotografie che presentiamo non mostrano le vittime dei gas e nel caso della prima, i caduti sono tedeschi uccisi dalla controffensiva anglo-francese. In questo post ci limitiamo alla presentazione delle fotografie, accompagnate dai testi delle didascalie. Quella di Le Miroir è un’ operazione di occultamento della realtà che caratterizza tutte le riviste pubblicate nel corso della Grande Guerra.

Le Miroir N° 76, 9 Maggio 1915

“Nella serata del 22 aprile, sull’ala sinistra delle linee britanniche, nelle vicinanze di Buschoote e Langemarck, a nord del saliente di Ypres, i tedeschi hanno lanciato contro le nostre truppe un gran numero di ordigni asfissianti che diffondevano pesanti nuvole di vapore a base di bromo. Questo espediente, contrario alle leggi della guerra ha semplicemente provato che il nemico si sentiva incapace di rompere il fronte alleato i mezzi di attacco ordinari. Questa operazione è stata preceduta da una preparazione approfondita. Grazie al valore delle truppe belghe, francesi e inglesi, principalmente i nostri zuavi e i canadesi, essa ha fallito il suo scopo. L’obbiettivo aveva, si dice, un valore strategico considerevole, perché i tedeschi si proponevano di aprirsi la strada di Calais. Pubblichiamo qui una fotografia eseguita in prima linea, davanti a Poelcappelle, in uno dei luoghi in cui è avvenuto il vigliacco attacco del nemico. In primo piano e più indietro, davanti ai reticolati e ai cavalli di frisia, si vedono i numerosi cadaveri dei soldati della guardia prussiana uccisi nel corso di un assalto notturno.”
Le Miroir N° 79, 30 Maggio 1915
 “La guerra moderna, ovvero quella concepita dai barbari che non indietreggiano dall’uso dei mezzi più odiosi, ha dato ai soldati uno strano aspetto. Lo stesso Robida, che aveva molto previsto, non avrebbe mai immaginato un simile spettacolo. Bisogna difendersi contro i lanciafiamme, i liquidi corrosivi, i gas asfissianti. Quanto all’abbigliamento, è simile agli incappucciati, con dei colori che permettono ai soldati di confondersi con la terra delle trincee.”
Le Miroir N° 85, 11 Luglio 1915

“Da quando il nemico ha impiegato i gas asfissianti, i nostri soldati vigilano per segnalare, quando appaiono, le pesanti nuvole lanciate contro di loro. Un gong di fortuna è installato nelle trincee avanzate per dare l’allarme. A volte è una bacinella, a volte un pezzo di latta, oppure il contenitore di un proiettile che colpiscono con una sbarra di ferro. Dal momento in cui scatta l’allarme, i soldati si precipitano sulle loro maschere che neutralizzano gli effetti dei vapori pericolosi.”
Le Miroir N° 89, 8 Agosto 1915

“Abbiamo già pubblicato curiose fotografie di tiratori scelti la cui maschera d’acciaio evoca singolarmente l’aspetto dei cavalieri medievali. Questa che ci mostra uno dei tipi adottati da un soldato francese del 1915, non è meno bizzarra. L’uomo coperto da un casco ultimo modello, porta gli occhiali e il tampone che lo protegge dai gas asfissianti ed è armato da un fucile munito di periscopio che gli permette di far fuoco con un tiro indiretto con il minimo danno per se. Fanti? Guerrieri? Non si capisce più…“
Le Miroir N° 91, 33 Agosto 1915

“Dalla notte dei tempi, i popoli primitivi andando alla guerra, hanno usato maschere per spaventare i nemici, vedendo questi soldati di oggi si potrebbe pensare di essere ritornati alle pratiche della nostra preistoria. Si tratta sempre dei gas asfissianti e questa fotografia fa seguito a quelle che abbiamo già pubblicato. Qui le maschere contenenti il tampone bagnato di iposofito è in alluminio. Così equipaggiati, i soldati hanno l’aspetto di personaggi fantastici e tali da farli sembrare a quelli che la nostra immaginazione vede negli incubi.”
Le Miroir N° 97, 3 ottobre 1915

“Grazie a maschere differenti e sperimentate al fronte, i nostri soldati non temono più i gas asfissianti. Ecco i modelli più recenti: nelle foto 1, 2 e 5, apparecchi che permettono di stazionare nelle nubi più dense; nella 3 e 4, un tenente e un maresciallo dei dragoni muniti di una maschera regolamentare; nella 6 e 7, esperimenti pratici in un fossato speciale per provare le maschere; nella 8, una sezione di mitraglieri mascherati.”
Le Miroir N° 101, 31 0tt0bre 1915

“Nel corso dei recenti progressi in Champagne, nelle trincee nemiche abbiamo trovato un gran numero di questi proiettili.”
Le Miroir N° 104, 21 Novembre 1915

“Nel corso di un recente raid aereo su Dornach, quartiere di Mulhouse situato ad ovest di questa città, i nostri aviatori hanno quasi interamente distrutto una fabbrica di gas asfissianti. Quarantadue operai, tra cui il direttore della fabbrica e un colonnello sono stati asfissiati dai gas che fabbricavano. Inoltre molti altri operai gravemente intossicati, sono stati ricoverati in ospedale. La brillante azione dei nostri aviatori è stata compiuta in condizioni atmosferiche sfavorevoli.”
Le Miroir N° 107, 12 Dicembre 1915

“Dall’inizio della guerra le diverse uniformi dell’esercito francese si sono notevolmente modificate e i nostri alleati belgi hanno adottato la tenuta kaki. Gli stessi inglesi hanno modificato notevolmente il loro equipaggiamento. Nella fotografia superiore, le maschere respiratorie di cui si sono muniti tutti i soldati e che conferiscono un aspetto singolare agli Highlanders, pelli di montone sono distribuite agli uomini per l’inverno e un casco, simile ai nostri, è stato dato ai combattenti.”



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