giovedì 5 marzo 2020

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero Ultima lettera, 30 novembre 1918 La febbre spagnola


Nell'attuale emergenza per il Corona Virus può essere utile la testimonianza di mia nonna Margherita Del Nero contenuta nella sua ultima lettera al marito, Giuseppe Mizzoni.

Margherita Del Nero

Ultima lettera, 30 settembre 1918

Ultima lettera 30 settembre 1918

"Già forse saprai che a Veroli, come nei paesi d'intorno c'è l'influenza della febbre spagnola, solo nella parrocchia di San Paolo e Santa Croce ce ne sono cento... Alla farmacia c'è sempre folla, a Casamari muoiono dai 15 ai 20 al giorno. Ci va il macellaio di Veroli ad ammazzarci la vaccina apposta per la loro contrada. A casa  c'é Chiarina a letto e Maria, Coancetta è da cinque giorni malata ed abbastanza grave, sera prese la febbre anche a Vittorio, questa notte Tina l'ho tenuta con me, ma figurati che è stata continuamente a lagnarsi per la testa. Incomincia a dolere la testa le gambe e travaglio di stomaco, poi sopravviene la febbre che arriva a 42 gradi ed una forte debolezza da non poter reggere la testa dritta. Questa è una  malattia che richiede molta pulizia e sostentamento... Il dottore provinciale che è venuto in ispezione ha proibito la vendita di qualsiasi frutto ed erba cruda, ha abolito il pomodoro e consiglia di far uso di cibi sani, molta pulizia, aglio, cipolle, vino e qualche pasticca di chinino. Fino ad ora io sto bene però è una malattia che viene d'improvviso. Forse sarà esagerata la cura costante che ho per me e per la cara Milena e sper vivamente che Sant Antonio mi liberi, allo stato in cui sono...Iano ha trovato tutti a letto, poveretto!...Adesso si conosce la guerra e la vita quanto costa!...Son cose da impazzire. Tu pure abbiti riguardi assai e dimmi di che hai bisogno e scrivimi tutti i giorni. Mentre sono a termine la presente mi giunge notizia che Concetta è più grave…La nostra Milena dalla mattina alle 8 la sera alle 8 è affidata alle monache, perciò le cure sono scrupolose… "
La Febbre Spagnola uccise circa 50 milioni di persone in tutto il mondo, fra queste mia nonna Margherita Del Nero che morì il 10 ottobre 1918, undici giorni dopo aver scritto questa lettera che è l'ultima delle tante inviate a suo marito Giuseppe Mizzoni, al fronte sin dal 1915.  La figlia Milena, mia madre, fu affidata alle suore che la tennero in collegio dopo la morte di Margherita e anche dopo il ritorno del padre dalla guerra.

Atto di morte di Margherita Del Nero

La Spagnola uccise più persone al mondo della Peste Nera del Trecento, quella raccontata nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, ed è considerata come un vero e proprio "olocausto" della medicina. Il virus della spagnola non era molto diverso da quello di precedenti influenze, ma la sua particolare aggressività si manifestò per condizioni particolari in cui si trovava l'umanità tra il 1917 e il 1919: la prima guerra mondiale che durava da quattro anni, la sottonutrizione, la mancanza assoluta di prevenzione, l'inefficienza degli apparti medici e ultimo aspetto, ma molto importante, il silenzio che gravò sull'epidemia da parte delle autorità civili e militari che temevano un effetto depressivo sulle popolazioni europee coinvolte nel conflitto mondiale. La lettera di Margherita Del Nero contiene tutti questi elementi e ciò che balza evidente a chi legge è l'assoluta inadeguatezza delle prescrizioni mediche:
"Il dottore provinciale che è venuto in ispezione ha proibito la vendita di qualsiasi frutto ed erba cruda, ha abolito il pomodoro e consiglia di far uso di cibi sani, molta pulizia, aglio, cipolle, vino e qualche pasticca di chinino."
A quel tempo non esistevano vaccini antinfluenzali e la ricerca sarebbe iniziata dopo l'esaurimento dell'epidemia, non c'erano antibiotici, non c'erano insomma tutti quei farmaci che oggi abbiamo e che stiamo utilizzando per combattere l'attuale Corona Virus. Questo fatto dovrebbe anche indurre a qualche riflessione su quanto ci separa, in termini di progresso scientifico, dal tempo in cui morì Margherita Del Nero.
Margherita contrasse la malattia assistendo sua sorella Concetta e i nipoti Vittorio e Tina che invece si salvarono, è probabile che non avesse preso molte precauzioni contro gli starnuti  e i colpi di tosse delle persone ammalate. Anche questo aspetto è indicativo dello spazio culturale e scientifico che oggi ci separa dalla Spagnola.

Fotomontaggio eseguito dall'autore a partire da una pagina della rivista francese Le Miroir del 1919
Nell'ultima lettera di Margherita c'é una frase che è necessario richiamare.
"Adesso si conosce la guerra e la vita quanto costa!..."
Spesso nelle sue lettere ha espresso giudizi molto negativi sulla guerra che le ha portato via il marito e, visto che è una donna che legge i giornali, informa su gli avvenimenti che l'hanno colpita di più, come ad esempio la Battaglia di Verdun del 1916. Riferisce al marito anche notizie sul costante aumento del costo della vita e su quello che pensa la gente.
Nell'estate del 1917 anche a Veroli si manifesta, come in molte altre parti d'Italia, l'insofferenza della gente contro una crescente miseria e una guerra che non finisce. Alla fine di agosto Margherita scrive:   
"30 agosto 1917
Son diversi giorni che a Veroli manca il pane, ieri, se non era Peppinuccio il tuo cugino, che mi dava un pezzo di pane non si poteva mangiare, ed anzi per me direttamente è nulla in confronta a tante misere famiglie. Ieri sera arrivarono 90 quintali di farina, con un commissario, mandato dal sottoprefetto di Frosinone il quale richiuse la farina in un magazzino dicendo che non c'era ordine di venderla, ma di fare le tessere personali di 260 grammi di farina al giorno per ogni persona. Tutti i capi di ogni famiglia sono dovuti andare a sottoscriversi dichiarando quante persone sono in famiglia e si rilascia loro un bono per 7 giorni di farina. Siamo andate io, e tua madre al commissario (che è un imbecille napoletano) essa ha dichiarato 7 persone (compreso i sposi) ed io ho fatto segnare il tuo nome dicendo di essere tre; volevano farmi eccezione dicendo che tu sei in guerra; io ho subito detto: Se ci fosse mio marito saremmo quattro, ho la donna di servizio. Questo l'ho fatto sia per fare un po' di pasta e sia perché non posso vedere se dovesse mancare. Come questa gente si approfitta che non ci sono gli uomini....ad una povera donna che ha il marito al fronte e cinque figli, per lagnarsi che con quella poca farina non sapeva cosa farne, ha avuto come risposta dal commissario: falli arrosto i tuoi figli e prestamene un pezzo a me. Però bisogna che si è chiuso dentro che la folla, (tutte donne) volevano farlo in pezzi....Ecco le conseguenze della guerra...Davvero sarebbe ora di finirla non se ne può più..."
Sulla Spagnola scese un silenzio che può spiegarsi solo con il tentativo di far dimenticare e di dimenticare questo grande dramma, non c'è sulla Spagnola un grande romanzo come "La peste" di Albert Camus e questa epidemia fu confusa con il dramma più generale della Prima Guerra Mondiale. In Italia i morti di influenza furono più o meno uguali a quelli dei soldati caduti in guerra: 600.000. Tra le tante donne giovani e che aspettavano un bambino c'era anche Margherita Del Nero.