L'immagine del carro armato s'identifica oggi con l'idea di forza e di
potenza che si è formata pian piano
assistendo ai filmati del secondo conflitto mondiale: le fulminee avanzate
tedesche, le battaglie fra carri armati nel territorio sovietico, i carri
armati americani che entrano nelle città dell'Europa. Al carro armato
appartiene anche all'idea che ci siamo fatta del colpo di stato militare con
queste macchine poste a presidio di piazze e strade deserte o che assediano i
palazzi del governo.
Quando iniziò la Prima Guerra Mondiale i carri armati non esistevano,
apparvero sui campi di battaglia come l'arma che avrebbe dovuto porre fine
all'immobilità del Fronte Occidentale. Ebbero però un impiego limitato e non
possono essere considerati i vincitori della Grande Guerra.
Carri armati britannici, da Histoire llustreè de La guerre du droit |
Dalla fine del 1916 sino alla fine del 1918, l'immagine del carro
armato ebbe un grande impatto su un pubblico non abituato a vedere fotografie di macchine
semoventi e mostruose che si muovevano verso le trincee avversarie. La visione
fotografica o cinematografica del carro armato, forse ancor più di quella
dell'aeroplano in combattimento nel cielo, rivelò che la guerra tecnologica era
davvero entrata in una fase nuova. Il carro armato si aggiungeva ai gas
asfissianti, ai duelli aerei, alle esplosioni devastanti provocate dalle
artiglierie, ai lanciafiamme; bisogna però dire che gli stati maggiori
dell'epoca non si fidarono fino in fondo dei carri armati. La forza vera e
vincente per loro restavano le masse di uomini che dovevano superare le trincee
avversarie e sfondare il fronte nemico. Il carro armato infatti fu concepito
solo come appoggio alle avanzate della fanteria: era comunque lento e di non
facile impiego su un terreno sconvolto dai crateri delle mine, poteva
presentare problemi di funzionamento ed essere fermato restando in mezzo ai
campi come un ammasso di ferro inutile e mostruoso. Un trofeo davanti al quale
farsi fotografare, come avvenne nella fotografia che abbiamo trovato in un
album francese anonimo.
Soldati posano davanti a un carro armato tedesco immobilizzato, fotografia tratta da un album francese anonimo |
Sul numero del 1 maggio del 1917, la rivista italiana La Lettura
presentava in copertina un'immagine ancora non chiara di quella che doveva
essere l'idea del carro armato: non aveva cingoli, ma ruote di ferro e
somigliava più a una macchina che definiremmo oggi come un autoblindo.
Nonostante le imprecisioni, la rappresentazione della nuova arma sulla
copertina della rivista italiana è quella di un automezzo che supera i
reticolati e le trincee. Bisogna anche considerare il fatto che il carro armato
poco si adattava ad un fronte come quello italo-austriaco, fatto di montagne e
cime a volte imprendibili.
Winston Churchill già nel 1915 aveva suggerito di montare cannoncini
sopra dei trattori cingolati e in grado di schiacciare il filo spinato, ma
questa idea ebbe applicazione solo più tardi, verso la fine della Battaglia
della Somme, nel 1916. Alla fine del 1917, durante la Battaglia di Cambrai, i
britannici pensarono che i carri armati fossero l'arma risolutrice, ma dopo un
iniziale successo furono bloccati dalle artiglierie tedesche.
Fin dall'inizio la nuova arma fu avvolta da un alone di
mistero.
Nel 1917, numero 183, la rivista francese Le Miroir consacrò le due
pagine centrali ai carri armati. La fotografia era spettacolare e d'effetto: in
primo piano un tank che sembra superare una trincea, su un piano ancora più
ravvicinato un caduto di cui vediamo solo le scarpe, in campo lungo altri tanks
avanzano nella pianura.
Si tratta di una composizione felice, costruita forse nel corso di esercitazioni
nelle retrovie. La didascalia che accompagnava la fotografia ci forniva alcune informazioni: innanzitutto
apprendiamo che esisteva il divieto di pubblicare fotografie dei tanks
francesi.
"Sappiamo che la prima macchina di questo genere fece la sua prima
apparizione sul campo di battaglia della Somme nel 1916. Gli inglesi che
l'avevano fabbricata in gran segreto la chiamarono tank, cioè cisterna, per
indurre in errore le possibili spie. Quando i tanks apparvero sul terreno, i
Tommies (così venivano chiamati i soldati inglesi) entusiasti li battezzarono
crema di menta, soprannome che nel loro spirito significava stimolante o
doping. In seguito li chiamarono grande madre oppure cordon rouge, ma
l'espressione tanks è rimasta ed è applicata anche ai carri francesi."
La cattura di un carro armato, come abbiamo visto nell'anonima fotografia in questo post, divenne un fatto importante e venne mostrata come un
trofeo per l'immancabile vittoria.
Su un numero di Le Miroir, un'intera pagina era dedicata ad un carro
armato tedesco conquistato davanti al Forte di La Pompelle, posto a difesa
della città di Reims. La macchina era stata fotografata frontalmente e di
profilo, si mostrava anche l'interno del carro.
Le Miroir, carro armato tedesco conquistato davanti al Fort de La Pompelle, presso Reims. |
I carri armati francesi avevano una forma diversa da quelli tedeschi e
britannici. Rivelava una maggior agilità sul campo e sembra somigliare
di più a quella dei carri armati che siamo stati abituati a conoscere. Nell'opera in tre
volumi "Histoire illustreé de la guerre du droit" di Camille Hinzelin
e pubblicata nel corso della guerra, viene mostrata un'immagine del carro armato
francese 18 HP prodotto dalla fabbrica Renault.
Carro armato 18 HP di produzione Renault, da Histoire llustreè de La guerre du droit |
Da come possiamo vedere nella fotografia successiva, il carro francese si
presentava diverso da quelli britannici che suggerivano l'idea di una macchina
d'assalto medievale.
Carro armati britannici, da Histoire llustreè de La guerre du droit |
Lo scetticismo nei confronti dei carri armati comunque permaneva e
un'immagine sarà ricorrente per ricordare l'impiego di quest'arma durante la
Prima Guerra Mondiale: quella del pesante automezzo cingolato che si impantana
nel fango di un campo di battaglia dopo un'offensiva che, nonostante l'impiego
di nuove armi, non aveva prodotto quei risultati che molti si aspettavano.
Le Miroir, carro armato colpito e immobilizzato nel fango di un paesaggio pianeggiante |
Durante la Grande Guerra i tedeschi non presero mai sul serio la
produzione di tanks e dovettero
pentirsene: quando il carro armato venne perfezionato nella parte semovente e
nell'armamento, fu di grande aiuto nell'offensiva alleata dell'estate-autunno
del 1918.
Nel romanzo Niente di nuovo sul
Fronte Occidentale, Eric Maria Remarque racconta l'angoscia del
protagonista davanti alla nuova arma.
"I tanks da oggetti di
scherno sono diventati un'arma formidabile. Avanzano nella loro corazza,
rotolano in lunga fila, ed ai nostri occhi esprimono più di ogni altra cosa
l'orrore della guerra. I pezzi che ci fulminano con il loro fuoco
tambureggiante, noi non li vediamo; le ondate di nemici che ci assaltano sono
uomini come noi; ma questi tanks sono macchine, i cui cingoli sono una catena
infinita come la guerra stessa; sono la strage, quando, macchine senz'anima,
rotolano nelle buche e poi ne risalgono e non si fermano mai, flotta di corazze
mugghianti e fumiganti, bestioni d'acciaio invulnerabili, che stritolano i
morti e feriti[…]Davanti a loro ci raggomitoliamo nella nostra pelle sottile,
di fronte alla loro violenza colossale le nostre braccia sono fuscelli, le
nostre bombe a mano fiammiferi…"[1]
In questo ricordo dello scrittore tedesco c'é la paura e lo sgomento
che provarono i soldati quando si trovarono dinnanzi i carri armati, macchine
che non avevano mai visto e che rendevano ancor più disumana questa guerra, trasformata in un universo in cui la tecnologia prevaleva sul coraggio e il valore
del singolo essere umano gettato nelle "tempeste d'acciaio" di cui
parla Ernst Junger.
I tedeschi appresero la lezione della Prima Guerra Mondiale e
trasformarono il carro armato nella loro arma strategica che sconfisse la
Francia con una guerra lampo nel 1940. I francesi, al contrario, considerarono
la nuova arma solo come uno strumento tattico, nonostante gli avvertimenti del
generale Charles De Gaulle. Nel 1919 su Le Miroir comparve un fotografia che
riassumeva l'atteggiamento francese: era quella di una gara sportiva tra carri
armati con il pubblico in gita domenicale che assisteva e applaudiva.
Le Miroir 1919, gara tra carri armati francesi |