Cartolina della città di Albert, realizzata nel 1918 e diffusa dopo la fine della Grande Guerra |
Attraverso la cartolina e la fotografia, la Grande Guerra trasmette il ricordo della campagna europea devastata dai bombardamenti di artiglieria, dai crateri delle mine e avvelenata dai prodotti tossici che ancor oggi inquinano foreste e territori posti sull'antica linea del Fronte Occidentale.
Nelle fotografie della Grande Guerra ci sono anche alcune grandi città europee colpite dai bombardamenti aerei (Parigi, Londra, Venezia), ma sono le rovine delle città di provincia poste nelle vicinanze delle linee dei diversi fronti, ad essere diffuse maggiormente per un pubblico assetato di notizie. Castelli, ville di campagna, chiese ed edifici religiosi, primo fra tutti la cattedrale di Reims, vengono mostrati per sottolineare la barbarie del nemico, distruttore di cultura e civiltà.
Domina su tutto, la vastità del territorio sconvolto.
Nella ripresa fotografica del paesaggio di guerra, ci sono spesso i sodati assunti ad unità di misura della distruzione. Questo modo di fotografare riprende uno stile presente sin dall'inizio della storia della fotografia, ma in questo caso la presenza umana accentua il senso di desolazione e di vuoto generato dalla guerra.
Il territorio desertificato è ripreso anche dalle trincee per valutare la distanza che le separa dal nemico, per studiare le manovre dell’avversario o un prossimo attacco.
La censura militare interviene su questo tipo di fotografie che possono svelare segreti e lascia pubblicare dalle riviste le immagini che più servono a colpevolizzare l’avversario. Alcune fotografie e cartoline del paesaggio di guerra, sono utilizzate anche per propagandare i risultati di un’offensiva o sottolineare le distruzioni inferte al nemico.
Si organizza in questo modo un’operazione mediatica tesa a sostenere due tesi opposte: la difesa della nazione e l'offensiva per riconquistare il territorio perduto e sacro per la patria. Allo stesso tempo, la fotografia della distruzione del paesaggio viene utilizzata come un'arma per dimostrare agli avversari l'ineluttabilità della vittoria finale o, in alcuni momenti della guerra, la necessità di giungere ad un compromesso di pace su un terreno più favorevole dal punto di vista geopolitico.
I due momenti della guerra, difesa e offensiva, convergono su un punto che rappresenta uno degli aspetti più significativi della Grande Guerra: la sua lunga durata.
I tre strumenti per diffondere la distruzione del paesaggio sono la fotografia spontanea eseguita da soldati e ufficiali, quella pubblicata sulle riviste (le riviste utilizzano sia le fotografie spontanee, sia quelle realizzate dai servizi fotografici e cinematografici istituiti dagli eserciti), la cartolina illustrata che presenta livelli diversi di comunicazione.