lunedì 19 dicembre 2016

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero novembre dicembre 1917


Con questa celebre tavola, apparsa su La Domenica del Corriere alla metà di Novembre del 1917, Achille Beltrame saluta un'ancora incerta riscossa italiana dopo Caporetto. I mutilati delle battaglie combattute sino a quel momento, rivolgono un commiato alle schiere di combattenti che si apprestano a fronteggiare il nemico, ora sul territorio nazionale. Il messaggio è chiaro: non ci sono sconti per nessuno, la lotta sarà durissima. I soldati di ieri che portano sul loro corpo le ferite della guerra, salutano quelli di oggi per una vittoria che ormai si è trasformata in resistenza in alcuni momenti disperata. L'effetto immediato della sconfitta che l'Italia subisce a Caporetto è la rottura dei contatti tra i soldati e le loro famiglie: nelle retrovie del fronte tutto il sistema di collegamento (anche il servizio postale) e di supporto all'esercito va temporaneamente in crisi. Bisogna inoltre considerare il fatto che militari come Giuseppe Mizzoni che presta servizio nella sussistenza, vengono investiti dall'onda di piena delle migliaia di soldati in ritirata. Sono altre migliaia di soldati che debbono spostarsi indietro in un clima di confusione e incertezza; nei brani che presentiamo Margherita parla di una cassetta che Giuseppe è stato costretto a gettare via dovendo fuggire. Ci chiediamo, e questo forse resterà un mistero, come Giuseppe abbia potuto conservare tutte le lettere che gli aveva inviato sua moglie, prima e dopo la rotta di Caporetto. Mai come in questo momento la "lettera" assume un ruolo centrale nella vita quotidiana degli uomini e delle donne che vissero in quegli anni in cui i legami personali furono interrotti e spesso spezzati per sempre dalla guerra. Margherita a dicembre del 1917 passa un altro Natale in solitudine; sua figlia Milena ha 4 anni e nelle festività natalizie ha visto il padre solo una volta ed era così piccola da non ricordare qual Natale. Nell'ultimo brano della lettera del 1917 l'animo di Margherita è un poco sollevato dalla notizia che si sono riaperte le licenze e già immagina l'arrivo di Giuseppe, ma passerà ancora molto tempo prima che suo marito torni a Veroli solo per pochi giorni. 
Cartolina postale inviata da Margherita Del Nero il 5 novembre 1917 a suo marito Giuseppe Mizzoni

Novembre 1917
5 novembre
...Ieri mi giunse la tua del 30 ottobre dove mi dicevi di non scriverti fino a che non mi avresti mandato un nuovo indirizzo...Tu sai bene che in questi giorni di ansia febbrile più che mai si aspettano notizie dei cari lontani, pregoti un rigo solo al giorno, altrimenti...Di Giovannino(fratello di Giuseppe), con dolore debbo dirti, che dal 16 ottobre non si è saputo più nulla di lui. Tu sai bene dove si trovava...Mille saluti, e ardenti bacioni da Milena e dalla tua Margherita
7 novembre
...Attendo ansiosamente le tue care notizie che spero e m'auguro fossero buone. Ne ieri, e ne oggi ho avuto nulla da te. Chissà da che dipende, proprio adesso che febbrilmente si aspettano le nuove dei cari lontani. Di Giovannino ancora nulla...
8 novembre
...O' atteso anch'oggi un tuo caro scritto, ma invano. Sono ormai 8 giorni che non so più nulla di te, avendo l'ultima tua la data del 31 ultimo scorso. Da che dipende questo ritardo? Tutti quei che scrivono; a nessuno i cari scritti portano una data tanto anteriore come la tua. Vivo una agitazione da non potersi dire, adesso appena terminata questa, vado alla posta, con la ferma speranza di avere tuoi cari scritti. Tu devi fare in modo di inviarmi magri un sol rigo al giorno: hai capito? Qui fa un tempo tanto cattivo che finisce da mettere la malinconia; e costì che tempo fa? Dove ti trovi?, Come stai?...
22 novembre
...Sappi, Peppino mio, che dopo 17 giorni senza avere tue notizie ebbi domenica una cartolina in data del 13 da Rossano Veneto, che per le lagrime che mi uscivano non potevo arrivare al leggerla. Ieri ebbi una tua in data del 17  dove mi rimetti quest'indirizzo e mi dici che ancora vai in viaggio...Accidenti, conosco bene pure io le cause quali sono, e quanti e quali agitazioni si prendono...I tuoi fratelli stanno tutti bene, chi l'ha passata brutta al pari di te è maschietto (Giovannino)...
23 novembre
...Questa mattina ho ricevuta la tua cara del 19; in essa mi domandi se  ti ho seguitato a scriverti regolarmente. Con dispiacere debbo dirti che fin da quando ebbe la cartolina Angelica dove Vincenzino gli diceva di non più scrivere perché vi trovavate in viaggio, non ho più inviate mie notizie, perché non sapevo dove dirigerle. Cristino pure è stato un bel po' di giorni senza scrivere però ora le sue notizie giungono regolari...
26 novembre
...Mi giunse una tua cartolina in data del 5 corr., che dal contenuto di essa, sembra che prima mi abbi scritta una lettera, ma che non ho ricevuta. Perciò...Speriamo per ora in bene, e periamo che un giorno, migliore di questi possiamo ricordarci...
27 novembre
...Non ti posso descrivere quanto grande è la smania che mi sento per sapere dove e come ti trovi. Non ti riesce scrivermi una lettera? Se occupato assai? Dei tuoi fratelli stanno tutti bene, Giovannino l'ha passata un po' scomoda, fin ad ora io il tuo indirizzo non ce l'avevo fatto sapere, perché m'aspettavo di ricevere un altro nuovo indirizzo da un momento all'altro. Cristino è un bel po' di tempo che non scrive. Dovrei dirti tante cose, ma come? Basta, solo auguriamoci che Dio non si dimentichi di noi; e che presto possiamo rivederci in ottimo stato...
29 novembre
...Nè ieri, e nè oggi ho avuto nulla da te, come mai? vorrei, non ogni giorno, ma ogni minuto leggere i tuoi cari scritti...Oggi ha scritto Cristino...
Cartolina postale del 4 dicembre 1917 inviata da Margherita Del Nero a suo marito Giuseppe Mizzoni.

Dicembre 1917
4 dicembre
...O' avuto questa mattina la tua cartolina in data del 30, e con dispiacere apprendo che tu di nuovo ti metti in viaggio. Come mai, sembra proprio che il destino l'abbia preso con te. Sono 30 mesi e tra poco comincia il trentunesimo e sarebbe ora di finire. Quasi a nessuno di Veroli si è dato il caso che in tanto tempo da richiamato, sia stato a licenza due sole volte. Non se ne può più...Dimmi di quello che hai di bisogno, e cerca te ne scongiuro di non farti mancare nulla, e di salvarti la vita, pesa che siamo ai tempi che bisogna essere egoisti. Cristino seguita a scrivere, come pure i tuoi fratelli.
7 dicembre
...Ieri ebbi la tua cara del 2, dove apprendo con dispiacere che tu ti trovi tuttora in viaggio. Ma dove ti portano adesso?, Non ti danno un minuto di requie. Non ti so dire quanto farei per poterti essere un istante vicino, ed accertarmi dove e come stai. Oggi poi, ho avuto la tua del 5, e una franchigia di Cristino, dove mi chiede notizie di te, e vuole sapere dove ti trovi. Risponderò domani, rimettendoci il tuo indirizzo. Saranno 8 giorni fa, ti feci una lettere e un vaglia di £ 25. Ora con questo viaggio li hai ricevuti?...
13 dicembre
...Ieri ebbi la tua cara in data del 9 corrente. Mi dici che ancora non hai potuto avere la mia lettera che ti feci il giorno dopo del vaglia. Come vedi, le lettere non giungono, perciò è inutile che te ne stia a fare. Da quando tu partisti da reparto d'origine, solo una di lettera ne ho avuta da te, ed ora non l'ho presente, ma mi sembra in data del 27, dove mi parli della tua cassetta che fosti costretto a gettar via...Fammi subito sapere un indirizzo sicuro, dove per Natale ti posso spedire un pacco, giacché le licenze ancora non si riaprono...
16 dicembre
...Ieri mi giunse la tua grata dell'11 corrente. In essa mi dici che ancora non hai ricevuta la lettera che con tanto interesse ti feci dopo il vaglia. Io non so, ma non ti riesce di farmi pervenire qualche lettera per mezzo di qualcunaltro.?! Anch'io dovrei dirti tante cose, e parlarti a lungo, ma come fare?...
19 dicembre
...Ieri ebbi la tua del 14 e con stupore leggo che tu sei privo di mie notizie, e che ancora non hai avuta la mia lettera. In che modo posso di nuovo scriverti per lettera, quando non te le danno!...La nostra cara piccina, sta occupatissima per il Natale, mi disse ieri,: la maestra mi sta imparando la poesia per papà. Povera creatura sono cinque natali che è al mondo e sono tre che non è con te, gli altri due era tanto piccina che neanche si ricorda...
20 dicembre
...in questi tempi se ne vanno quattrini e si rimane sempre delusi. Si sta vivendo proprio di speranze...Mi sento una spina atroce al cuore, perché non posso scriverti una lettera perché avrei da dirti tante cose; ed anche perché questo è il terzo Natale che famo divisi. Non mi sento neanche il coraggio di farti gli auguri. Atroce destino!...Ieri sbagliai, sono quattro natali che Milena è in vita, e solo il 1° ha fatto con suo papà che continuamente nomina...
ps oggi ti spedisco £ 25 ci fai Natale
24 dicembre
...Questa mattina ho avuta la tua cartolina del 21 e l'altra d'augurio. Peppino mio, non posso assolutamente descriverti come mi sento commossa, ed altrettanto avvilita, è amore mio, il terzo Natale che tu passi in zona di guerra. Questo proprio, credevo di stare insieme, e che fosse avvenuta la pace. Pace, che parola vaga!...Siamo arrivati ad un punto che proprio non si ha la pazienza. Oggi, per esempio, tutto mi urta non posso soffrimi ai miei occhi e mi sento un nodo che mi stringe alla gola, ed avrei una gran voglia di piangere. Povero Peppino mio, pagherei la mia vita tutta, purché potessi in questo momento vederti e baciarti. Se vedessi poi, la nostra piccina recita una poesia in questa ricorrenza, il significato è che essa dice che ha tanto pregato il bambinello acciò presto faccia tornare il suo papà salvo e a lungo lo faccia vivere con la mamma; promettendo di essere buona e accettare le preci di un picciol cuore. Ogni volta che recita devo piangere, tanto mi sento commossa. Questa mattina mi ha detto: Mamma, ma a scuola ci sono tanti bambini che invece della serva li viene a riprendere il padre, ma papà mio quando si viene a stare per sempre a casa? Mentre scrivo la nostra Milena è andata su a casa, ed assolutamente vonno i miei parenti che anch'io vado per questa sera a trattenermi su a casa. Proprio per non contrariare vado, ma di mangiare non ho voglia, e il mio pensiero, il mio cuore sarà in questi giorni più che mai stretto a te e non ti lascerà mai, seguendoti ovunque. Mi sentirei pochissima voglia di fare augurii, che debbo dirti? Faccia presto il buon Gesù cessare questa guerra, salvarti dai pericoli e disgrazie, e farti tornare tra noi. Che la pace e l'amore regni tra noi, e l'affetto ci unisca in un sol cuore allietato dal sorriso della nostra famigliuola; e con la speranza di un avvenire cospicuo. Coraggio, amore mio, cerca di dimenticare le amarezze di questa dura separazione, Iddio ci aiuterà e con la salute tutto si riacquisterà...
26 dicembre
Mio adorato Peppino, Ecco che Natale è passato, e, per me è stato più uggia di ogni altro giorno. Tutto ieri mi sono intesa talmente avvilita che non ho avuto voglia nè di mangiare e molto meno di ridere...Ricevetti giorni fa la tua lettera, mi sembra del 16, e con tutta quella cantilena che tu mi dici di non spedirti denaro, non te ne ho più spedito, tu sarai tanto buono di chiedermi quello che t'occorre quando ne avrai bisogno. Domani ti scriverò una nuova lettera, con la speranza che ti giunga ti parlerò a lungo di un affare importane. Da una parte riderai, e da un'altra ti angustierai. Solo spero che non verrai in collera con me...
28 dicembre
...Mi è giunta questa mattina la tua cara del 24, si capisce bene scritta di sera. Anch'io quella sera ti scrissi una lettera, forse nella stessa ora eravamo intenti a scambiarci le notizie. Nell'altra tua del 18 dove mi dici il paese dove ti trovi, non ho potuto saper nulla perché era censurata; mentre questa del 24 mi è arrivata intatta. Ti scrissi il 26, che l'indomani ti avrei di nuovo scritto per lettera; che ti avrebbe destato meraviglia. Ieri infatti non scrissi più perché la posta giù alla stazione non ci fu portata a causa della neve che la notte del 26 cadde sulla nostra Veroli. Questa notte ha nevicato di nuovo; e il mio pensiero corre veloce a te: e dico chissà dov'è il mio povero Peppino che tempo ci farà?!...Al sentirmi dire da te che le licenze sono aperte, mi sono intesa una pulsazione mai avuta. Al pensare che tra una ventina di giorni potremo rivederci...Oh! quanto lo desidero questo momento, non vedo l'ora, vorrei che questi giorni si riducessero a minuti, tant'è l'ardente brama di rivederti e riabbracciarti... 
                    


sabato 10 dicembre 2016

1917-2017 Immagini e notizie per un anno che cambiò la storia

Copertina del mensile La Lettura del Gennaio 1917. Soldati sciatori.

Nel 2017, anno che è prossimo ad iniziare, saranno celebrati alcuni avvenimenti che possono essere catalogati nei diversi centenari con cui si ricorda quello più generale della Grande Guerra: qualche immagine allora per questo 1917, anno che imprime una svolta non solo nella guerra mondiale, ma in quella del pianeta. Innanzitutto bisogna dire che il 1916 si conclude con un bilancio di vittime spaventoso e il nuovo anno si apre con la prospettiva di una guerra di cui non si vede più la fine.
Fronte Occidentale, trincee invase dall'acqua e dal fango, dalla rivista La guerre Illustrée, 1917

In una situazione di questo genere la gente non comincia più a credere nelle vittorie promesse, ma prevale uno spirito di rassegnazione che cova sentimenti di rivolta contro coloro che mandano i soldati al massacro inutilmente. In molti e innanzitutto i soldati,  iniziano a pensare che i generali non sappiano fare il proprio lavoro.  
Un momento della Battaglia della Somme nell'estate 1916, dalla rivista Le Miroir

Le grandi offensive del 1916 si sono concluse con un nulla di fatto e per il nuovo anno la strategia militare non cambia; sul Fronte Occidentale é stato introdotto l'impiego del carro armato, ma la nuova arma si è rivelata lenta, difettosa e di difficile impiego. La parola ora passa alla politica e, nel caso della Russia, al popolo.
Prove per un carro armato, dalla rivista Le Miroir 1917



I due avvenimenti che caratterizzano la svolta del 1917 sono la rivoluzione in Russia e l'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America. A questi bisogna aggiungere un altro fatto di grande rilevanza: l'invio di una nota da parte del Papa Benedetto XV°, passata alla storia come "L'inutile strage", a tutti i governi dei paesi belligeranti in cui si chiede la fine delle ostilità e l'apertura di un negoziato per porre fine alla guerra. Questo atto non solo è dettato dalla visione dei milioni di morti che la guerra sta causando, ma anche da un diverso modo di porsi da parte della Chiesa Cattolica nei confronti dei problemi dell'umanità e l'antica questione della guerra. La nota non produce gli effetti desiderati, ma lascia un segno che dal 1917 giunge sino ai nostri giorni.
Belgio, Saliente di Ypres, interno di chiesa distrutta dai bombardamenti tedeschi, da un album belga detto ti Edmond

Sulle cause della rivoluzione in Russia con la conseguente abdicazione dello Zar Nicola II è utile ricordare che l'Impero zarista per tutto il corso della guerra ha collezionato, con l'esclusione delle offensive Brusilov nel 1916, solo sconfitte e milioni di morti tra i soldati russi.
L'ultimo zar di Russia Nicola II Romanov, da la rivista L'image de la guerre, 1917

L'impero dei Romanov cade tra il 14 e il 16 marzo del 1917: i soldati della guarnigione di Pietrogrado si uniscono alla rivolta della popolazione affamata e lo zar deve abdicare. A questo punto inizia una fase incerta in cui prevale la voglia del popolo russo di porre fine alla guerra e di farla finita con il vecchio regime. Nonostante l'offensiva russa del 1 luglio a Tarnpol che si risolve in un fallimento, l'andata al potere di Kerenskij e la proclamazione della repubblica, la strada della Russia verso l'uscita dal conflitto è segnata. Lenin ha capito da tempo che i russi e soprattutto i soldati, vogliono la pace e pone in primo piano questa parola d'ordine. Il 7 novembre i bolscevichi s'impadroniscono del potere e inizia così una fase difficilissima per la Russia che si concluderà con la fine della guerra civile. Intanto nel marzo del 1918 la Russia è uscita dalla guerra firmando un trattato di pace con gli imperi centrali. Con l'instaurazione del potere sovietico in Russia inizia uno scontro di livello planetario che si concluderà solo negli anni ottanta del XX° secolo.
Primi giorni della rivoluzione di febbraio, 1917, al centro un funzionario della polizia segreta zarista arrestato dai rivololtosi, dalla rivista L'image de la guerre 1917

Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti d'America dichiarano guerra alla Germania, questo atto è preceduto dall'annuncio da parte dei tedeschi della guerra sottomarina indiscriminata contro le navi di tutti i paesi neutrali e dalla rottura della relazioni diplomatiche fra i due paesi. I tedeschi sottovalutano l'entrata in guerra degli americani e si organizzeranno per sferrare l'offensiva finale sul Fronte Occidentale che avverrà solo nel 1918 e fallisce; gli USA gettano sul piatto della bilancia tutta la loro forza industriale ed economica e anche se i soldati americani verranno inviati al fronte molti mesi più tardi della dichiarazione di guerra, il loro contributo alla vittoria dell'Intesa è importante. Le ragioni che spingono il presidente Wilson e gli americani ad entrare in guerra sono di natura ideale (non sopportano il militarismo tedesco), ma soprattutto economica: gli ingenti prestiti di denaro forniti a Inghilterra, Francia e Italia potrebbero andare persi se gli Imperi Centrali vincessero la guerra.
Interno di una fabbrica negli USA in cui si costruiscono armi,, dalla rivista Le Miroir, 1917
Soldati americani in partenza per l'Europa



Sul piano militare il 1917 vede ancora tentativi falliti da parte delle nazioni dell'Intesa di sfondare il Fronte Occidentale e per l'Italia la disfatta di Caporetto.
Soldati francesi in una fotografia pubblicata prima dell'inizio dell'offensiva Nivelle, da L'Image de la guerre, 1917 

L'offensiva Nivelle dei francesi sullo Chemin des Dames si risolve in un disastro; Nivelle è sostituito da comandante in capo dell'esercito francese e al suo posto subentra Pétain che non vuole scatenare più inutili offensive, ma attendere l'arrivo degli americani. Il 20 maggio nell'esercito francese si sono verificati numerosi ammutinamenti tra i soldati che non vogliono più farsi ammazzare inutilmente. Le rivolte vengono sedate: poche condanne a morte, miglioramento del rancio e nel sistema delle licenze, ma soprattutto i tedeschi non si accorgono che il fronte potrebbe essere facilmente sfondato.
Demonizzazione del soldato tedesco nella pubblicità del dentifricio Gibbs, dalla rivista Les Annales 1917


Gli inglesi sferrano tre offensive nel 1917: la prima nel settore di Messines,  la seconda in quello di Arras e la terza sul saliente di Ypres. Queste offensive non producono risultati, la terza battaglia di Ypres si svolge sotto la pioggia e nel fango.  Viene prolungata causando migliaia di morti tra i britannici. Nel settore di Cambrai vengono impiegati i carri armati che riescono temporaneamente a sfondare il fronte, ma i tedeschi respingono l'attacco.
Saliente di Ypres, 1917, terra di nessuno e linee tedesche a meno di 50 metri, da un album fotografico belga detto di Edmond

Il 24 ottobre a Caporetto gli italiani subiscono una grave disfatta e per un momento l'Italia sembra sull'orlo di perdere la guerra contro gli Imperi Centrali. Tra il 19 agosto e il 15 settembre è stata combattuta l'undicesima battaglia dell'Isonzo che ha portato alla parziale conquista della Bainsizza da parte italiana, ma i soldati sono stanchi. Quella che era stata promessa come l'offensiva definitiva si è risolta con un altro episodio della guerra che non finisce; l'attacco di Caporetto, a cui partecipano i tedeschi con nuove tattiche, cade nel momento giusto e l'esercito italiano si sbanda. C'è però un uso politico di questo sbandamento: in un clima convulso il generalissimo Cadorna accusa i soldati di vigliaccheria e, ancor di più, accusa gli ambienti che erano stati contrari all'intervento italiano nella guerra mondiale di aver seminato il disfattismo.


Soldati italiani e francesi sul fronte italo austriaco nei mesi seguenti la battaglia di Caporetto, da Le Miroir 1917

Caporetto in realtà non è la fine dell'esercito italiano che, nonostante le perdite subite in uomini, in armamenti e in territorio nazionale occupato, riesce a riorganizzarsi e ad attestarsi sulla linee del Grappa e del Piave e resiste. L'offensiva austro tedesca si esaurisce e inizia una nuova fase della guerra sul fronte delle Alpi Orientali che vedrà l'esercito italiano prevalere su quello austroungarico.
Soldati italiani sul fronte italo austriaco, dalla rivista Le Miroir, 1918

La parola "caporetto" è entrata a far parte della lingua italiana come sinonimo di catastrofe, cosa che in realtà non fu. Di Caporetto c'è stato un uso politico da parte del nazionalismo italiano che cercò di regolare i conti con le forze della democrazia e con il fascismo ci riuscì.      

martedì 29 novembre 2016

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero Ottobre 1917

Margherita Del Nero

Il mese si apre con l'ira di Margherita a causa di una trascuratezza di suo marito Giuseppe: non le ha inviato neanche una copia di una fotografia di gruppo di cui le aveva scritto. La fotografia forse é quella che mostriamo e si tratta di un fotomontaggio che richiede più tempo di realizzazione, ma potremmo anche sbagliarci.
 
Fotomontaggio con una margherita e un gruppo di soldati nelle retrovie del fronte
da destra, il terzo in piedi è Giuseppe Mizzoni
L'angoscia di Margherita aumenta: nella lettera del 10 ottobre, si esprime con la forza di una scrittura che rivela potenzialità espressive di alto livello. Quella "misera carta" che è lo strumento di un colloquio disperato a cui milioni di persone separate a causa della guerra, si affidano. La corrispondenza si interrompe il 23 ottobre, il giorno dopo l'esercito italiano è sconfitto e una data, il 24, e un luogo, Caporetto, si trasformano in un simbolo che nel corso della storia del XX° secolo assumerà significati diversi e contrapposti fra loro.
2 ottobre
...Non poco mi è dispiaciuto il fatto che mentre da diverso tempo mi avevi avvisata che Nazareno Marrocco voleva farti le fotografie; ho dovuto constatare con  miei occhi che mentre alla moglie di Ceccarelli ce ne sono arrivate sei copie; a me neanche una....Bravo! questo davvero; da te non me l'aspettavo. Mentre io consacro a te la mia vita, la giovinezza e tutta me stessa; e sogno che il nostro amore sia imparagonabile ad altri...invece che Ceccarelli ha più buon sentimento di te...
10 ottobre
...Adesso, sarà tornata l'epoca di scriverti ogni sera con la candela, come l'anno scorso. Non mi sarei mai creduto quest'anno di passarlo così...Se io, sopra questa misera carta ti potessi rappresentare lo spavento con la pena; accoppiati, che sento nel fondo dell'animo mio, sarebbero cose da non potersi descrivere...Poi la censura scassa, maledetta la guerra e chi la protegge...
11 ottobre (un anno prima della morte)
...Ma tu dove ti trovi?!  nei pressi di Belluno forse? Ieri sera venne a casa Quendalina di Jano, e mi disse che aveva saputo per mezzo di un cappuccino, che dove sta lui è arrivato Jano con altri compagni. Ci saresti compreso anche tu, non ti pare? Questo cappuccino sarebbe un certo Vitri di Veroli (campagna) Non vedo l'ora di sapere qualche cosa, dove ti trovi almeno...
19 ottobre
...Già contavo di tenerti un po' di giorni in famiglia, e con l'andare per le lunghe, incomincio a perderci la speranza. Speriamo, ma mi sembra che stiamo proprio all'epoca di vivere non più di cibo, ma di speranza e illusioni...
23 0tt0bre
...Come anelo, magari una tua breve licenza!...Già molti verolani cominciano a venire a licenza invernale, è un crepacuore che tu, sono 29 mesi che sei richiamato e ti si è stata concessa la licenza due sole volte...

24 Ottobre Caporetto, la corrispondenza s'interrompe sino al 5 novembre 1917

lunedì 28 novembre 2016

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero Settembre 1917

Margherita Del Nero

Nel mese di settembre le già difficili condizioni della popolazione dell'Italia contadina sembrano aggravarsi. Rivolte scoppiano in varie zone del paese, ma la più importante è avvenuta in agosto nella città più industriale d'Italia: Torino. La causa è sempre la stessa, la mancanza di generi alimentari e innanzitutto di pane. Margherita legge i giornali e nelle sue lettere ne accenna a Giuseppe, scrive della rivolta di Velletri (paese nei pressi di Roma) che ha provocato danni per molti "quattrini". A Veroli non succede niente, Margherita però sente salire la tensione per le limitazioni al commercio dei generi di prima necessità.  C'é nell'atteggiamento di Margherita la condivisione dell'esasperazione contro la guerra, ma anche la paura. Le rivolte turbano la normalità e l'ordine, la guerra sta generando queste turbolenze. E intanto i giorni passano e la guerra non finisce, anzi si addensano sull'Italia nuvole sempre più scure.
1 settembre
...E' per questo che la guerra ci fa sentire urtati, c'è chi se la diverte e chi sospira, e chi sente qualche cosa soffre al vedere queste scene. Se sapessi, Peppino mio, quello che sta succedendo all'interno?! A me, come ti dissi, mi fecero il bono per tre persone, e mi rilasciarono 5 chili di farina che mi deve bastare 7 giorni. Poi siccome mi mancava il pane, mandai a fare il bono per il pane; e mi fu rifiutato; perché a chi ci danno la farina non ci danno il pane. Siamo arrivati a un tempo che chi ha fame non può sfamarsi, i quattrini non sono più buoni. E quest'inverno come si fa? E' per questo che si sente un avvilimento da non potersi descrivere. Ogni tanto si sentono certe scene!...domani che è fiera, sembra che stiano provvedendo di fare la vendita libera specie per il pane, altrimenti chissà che succedeva...
5 settembre
...Questa mattina ha scritto Vincenzino (fratello di Giuseppe), mentre mi diceva che per il 20 sarebbe stato a casa, oggi invece dice che sarà difficile che possa venire. Dice di spedirci subito il certificato della licenza Tecnica dovendo entrare in un ufficio a fare un corso speciale, dove si troverà bene per tutta la durata della guerra, e per poi. Non spiega niente si è che, io intanto oggi ci farò un rigo acciò voglia manifestare anche a te questo suo corso, e se nel caso per star meglio potresti adattarti anche tu. A me pare, che si starà sempre meglio in un ufficio che col mulo, che ne dici?... Tu non ci crederai, ma io continuamente mi sto interessando di te e del tuo avvenire, perché solo in te e nel tuo bene è riposta anche la mia speranza. Non mi stancherò mai di preoccuparmi di questo, qualcuno si muoverà a pietà qualche giorno. Di pace non se ne sente più neanche la nomina... di Giovannino non posso dirti nulla perché non ha più scritto...
8 settembre
...Non so se questa mia passa alla censura, lo sai? nell'interno incominciano a fare fracasso. A Velletri c'è stata la settimana scorsa una rivolta e si son fatte parecchie migliaia di lire di danno. A Torino l'hai saputo? I giornali non parlano di nulla. A Veroli non succede niente, ma pure se vedessi come si comporta la popolazione! Senza uomini, col caro viveri e con il pane a razione...
11 settembre
...E' pure vergogna a dirlo che mi dimentico di imbucare le lettere per te, ma Peppino mio, con questa crisi, con il pane che bisogna proprio elemosinarlo e neanche si può avere, con i cari al pericolo, la guerra che non finisce, sono guai, e se così seguita, di sicuro si riempie il manicomio...
13 settembre
...Questa notte qua si scatenato un temporale da spaventare. Il mio pensiero è volato a te, chissà quanto devi soffrire, e viaggiare scoperto con tempo cattivo!...Povero Peppino mio! non era meglio morire giovani prima di conoscere le infamità del mondo?! E quà, se seguita così, nel prossimo inverno si dovrà morire di fame...che tempi!...
16 settembre
...Oggi è ricorsa la festa dell'addolorata. Mi è impossibile descriverti che bella e commovente impressione ha prodotto la processione di questa bella immagine. In mancanza di uomini tutte le sorelle vestite da nero erano ad accompagnare la madonna. O' dovuto piangere di commozione, quando la nostra bambina ha gridato forte, - comprami la candela, ci voglio andare pure io, e ci voglio dirci alla madonna che fa rivenire papà, così mi compra la cioccolata. - Se l'avessi vista come andava contenta!...Tu già saprai che è da diverso tempo che tanto confetti e cioccolata, ne è stata proibita la vendita. Si vende la cioccolata £ 20 al chilo, ed anche in mattoni grossi; ossia quelli che prima si pagavano tre soldi, ora li vendono una lira... Ieri mi fu detto che nel giornale del 14, vi è una circolare, che i militari dal 74 all'85 saranno inviati fuori zona di guerra. Oggi voglio cercare questo giornale e vedere di che si tratta... Ecco la direzione di tuo fratello: Mizzoni Giovanni 278 regg. Fanteria 1° Compagnia Zona di guerra...
26 settembre
...Mi domandi che si fa a Veroli, siamo stati più di quindici giorni senza pasta, riso non c'è più saranno tre mesi, ieri arrivò un carretto di pasta, figurati la folla, con le guardie se ne distribuì un chilo per famiglia; è scura e costa cara. Non solo la vita costa, ma mancano i generi di prima necessità. Finalmente ho avuta una quarta di grano, che mi costa che si spaventa a sentirlo...
27 settembre
...Il 1° ottobre arriva a Veroli un distaccamento di soldati prendono abitazione nella casa di Cianchetti giù a San Martino...
Un alpino in alta montagna, dalla rivista L'image de la guerre 1917

sabato 26 novembre 2016

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero Agosto 1917

Una fotografia giovanile di Margherita Del Nero insieme alle sue sorelle, Mimmina e Concetta.
Margherita è a sinistra.
Margherita legge i giornali: a luglio ha appreso la notizia delle dimissioni del Cancelliere tedesco Bethmann-Hollweg, ad Agosto legge  che Papa Benedetto XV° ha lanciato il suo appello affinché si fermi "l'inutile strage". Sono speranze di pace che s'infrangono contro la volontà dei governi di continuare la guerra sino alla sconfitta definitiva dell'avversario. Per Margherita è colpa della "massoneria". Il 1917 è stato definito "l'anno della stanchezza". Il malcontento serpeggia tra i soldati e tra i civili, nelle lettere di Margherita Del Nero apprendiamo che anche la gente a Veroli é stanca della guerra; accanto alle notizie di un certo ampliamento dell'attività commerciale, ci sono quelle che riguardano non solo l'aumento dei prezzi, ma soprattutto la mancanza di viveri, e primo fra tutti il pane. Gli uomini sono tutti al fronte e tocca alle donne affrontare l'attesa nelle lunghe code e la tracotanza degli uomini inviati dal governo per gestire la distribuzione per le tessere della farina. A Veroli si giunge quasi al linciaggio di uno di essi e sono le donne in prima fila nella protesta. Margherita solidarizza con chi manifesta la rabbia contro una situazione che si sta rivelando sempre più insostenibile e invia queste notizie a Giuseppe. Le sue lettere giungono sino a noi senza le grottesche cancellature della censura che non sempre riesce a controllare tutta la corrispondenza. Giovannino,fratello più giovane di Giuseppe, è al fronte. Le notizie che invia sono vaghe e cambia spesso l'indirizzo del suo reggimento, forse, secondo Margherita, partecipa alla conquista del Monte Santo. E' l'Undicesima Battaglia dell'Isonzo che non risolve le sorti della guerra.  
Pagina della lettera di Margherita Del Nero del
30 agosto 1917

6 agosto
...Tu stai pur tranquillo che per settembre senza altro ci rivedremo... Lo sai? non si vende più carne a Veroli ad eccezione di chi si ammazza una vaccina la settimana, che dura un giorno, e poi un po’ di pecora e capre. Però stai contento che tengo pronti un bel po’ di polli, spero farti trascorrere un po’ di giorni lieti...
8 agosto
...Mi dici di parlarti in qualche lettera di me, che vuoi che ti dica, vorrei trattenermi a lungo, ma non so neanche esprimermi, però ho la grande speranza che per il prossimo mese di settembre ci rivedremo, così non ci sarà più bisogno di scrivere; a voce e col cuore vicino con le pulsazioni rese più violente dalla nostra presenza...
9 agosto
...Anche di Arturo il figlio di Nina non te ne ho mai parlato, sono due mesi e più che non scrive, fin ad ora si è saputo che sperduto, si spera che fosse prigioniero...
11 agosto
...ieri sera mi ero già messa a letto, quando m'intesi chiamare. Siccome ero mezzo addormentata, mi pareva la tua voce, in fretta m'alzai, aprii la finestra, era giappone (soprannome) che mi portò la tua franchigia del 7. Sarà che presi sonno dopo la gradita lettura dei tuoi cari scritti, questa notte t'ho sognato. Mi è impossibile descriverti quello che è successo tra noi. Ah! fosse presto che si realizzasse il mio sogno, il cuore mi dice di si, auguriamocelo...
11 agosto
...Di pace, Peppino non se ne parla affatto, e la vita ora costa: altro che la Germania: si sguaita che costa cara lì...
18 agosto
...Giorni fa, era sul piccolo (giornale), che il papa nei primi del corrente mese, avrebbe diramato una circolare a tutti i regnanti con proposte concrete per la pace; eri poi intesi che alla tribuna (giornale) era un bell'articolo il quale diceva che secondo a quando si dice in vaticano, per settembre ci sarebbe la fine di questa guerra. Oggi, voglio comprare un giornale e spero domani di trasmetterti qualche lieta notizia...Non posso rimetterti il nuovo indirizzo di Giovannino (fratello minore di Giuseppe) perché quando ti scrivo è tanto presto che tutti dormono, mentre io passo delle intere notti insonne. Dice che trovasi nei pressi di Udine e già incomincia a sentirsi il rombo del cannone...
20 agosto
...Ti parlai nell'altra mia delle proposte di pace fatte dal papa, é vero, ed il giornale molto ne parla, però sembra che all'Italia non ci garba, ossia diciamo meglio alla massoneria. Si son messi in mente, proprio d'ammazzare tutti. Non se ne può proprio più...
22 agosto
...con meraviglia apprendo il tuo nuovo indirizzo. Ma ora perché questo cambiamento? dove stai? Spero presto di sapere tutto per essere più tranquilla. Tu intanto appena ti giunge la presente recati dal tuo comandante e chiedi la licenza dicendo che hai da sistemare molti affari in famiglia...Arrivano i soldati a licenza tutti i giorni, perciò con molta probabilità, io credo, che non te la negano...
24 agosto
...Questa è un'epoca che nei negozi non solo ci son tutte donne, ma gli affari che si fanno, e il guadagno così, non c'é stato mai. Con l'idea che ti sei fissata di non allontarti dai tuoi cuori Fischia, Ceccarelli e Jano, che son tutto per te, non ti sei mai deciso ne a far l'ufficiale nè ad intrometterti in qualche ufficio per guadagnare e darmi un aiuto. Se ci rifletto, che mi sono maritata, a far che? Se seguita così, e se la guerra non cessa, (come da tutti si dice) e un guaio, serio...Sono stata due giorni senza poter avere un po' di pane, di tutto sto cercando di farmi la provvisione, ma il grano non si può avere a nessun prezzo. O' una gran fede in S. Antonio da Padova e spero...
26 agosto
...Vorrei che un solo istante tu potessi penetrare nel fondo del mio cuore, osserveresti da te stesso che io soffro non solo al duro pensiero della guerra, soffro alla lontananza che ci tiene così crudelmente divisi, e più di tutti soffro alla vita faticosa che devi menare tu, mentre tanti altri che sono di condizione inferiore alla tua, stanno molto meglio...Lo sai? io starei molto bene, però la notte non dormo , e spesse volte, m'alzo apro la finestra per pigliar aria. Anzi oggi se esco, voglio proprio vedere se ... mi da qualche cosa per dormire. Ma che vuoi?! i pensieri crescono ogni giorno, la guerra che non cessa, la vita è difficile, ed ogni giorno diventa più seria, con i cari lontani ed al pericolo, in verità come si dorme?...
28 agosto
...Di Giovannino ecco quanto posso dirti: Scrisse una franchigia in data del 18 dicendo di non riscriverci più perché stavano in viaggio di nuovo, poi domenica è arrivata un'altra franchigia che diceva che si trovano accampati in un posto dove si sentivano continuamente cannonate, e tra giorni sarebbe andato in linea. Ci diede quest'indirizzo: Battaglione complementare di fant. 3° compagnia. Brigata Vicenza. Zona di guerra Lunedì giunse un'altra cartolina dove lui diceva che andava ancora più avanti, forse in trincea, di non scriverci perché non sapeva il suo nuovo indirizzo. Fa male così perché il suo regg. un nome deve avere e lui potrebbe dare un indizio, non ti pare? Ieri, io presi il messaggero (giornale), e stetti a leggere la caduta del monte Santo, proprio al comunicato di Cadorna lessi che tra le altre, ai combattimenti per la presa di questo monte; aveva preso parte la brigata vicenza. Ora siccome l'ultimo scritto di Giovannino porta la data del 22 ed il monte Santo è stato preso il 24, non si può decifrare, se lui ci abbia preso parte, o se sia andato in viaggio per rinforzare questa brigata. Nei suoi scritti, (malamente fatto) non ha mai spiegato in che punto si trova. A quanto pare si trova proprio nel Carso, che ne dici?...
30 agosto

...Son diversi giorni che a Veroli manca il pane, ieri, se non era Peppinuccio il tuo cugino, che mi dava un pezzo di pane non si poteva mangiare, ed anzi per me direttamente è nulla in confronta a tante misere famiglie. Ieri sera arrivarono 90 quintali di farina, con un commissario, mandato dal sottoprefetto di Frosinone il quale richiuse la farina in un magazzino dicendo che non c'era ordine di venderla, ma di fare le tessere personali di 260 grammi di farina al giorno per ogni persona. Tutti i capi di ogni famiglia sono dovuti andare a sottoscriversi dichiarando quante persone sono in famiglia e si rilascia loro un bono per 7 giorni di farina. Siamo andate io, e tua madre al commissario (che è un imbecille napoletano) essa ha dichiarato 7 persone (compreso i sposi) ed io ho fatto segnare il tuo nome dicendo di essere tre; volevano farmi eccezione dicendo che tu sei in guerra; io ho subito detto: Se ci fosse mio marito saremmo quattro, ho la donna di servizio. Questo l'ho fatto sia per fare un po' di pasta e sia perché non posso vedere se dovesse mancare. Come questa gente si approfitta che non ci sono gli uomini....ad una povera donna che ha il marito al fronte e cinque figli, per lagnarsi che con quella poca farina non sapeva cosa farne, ha avuto come risposta dal commissario: falli arrosto i tuoi figli e prestamene un pezzo a me. Però bisogna che si è chiuso dentro che la folla, (tutte donne) volevano farlo in pezzi....Ecco le conseguenze della guerra...Davvero sarebbe ora di finirla non se ne può più...

venerdì 25 novembre 2016

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero Luglio 1917

Margherita Del Nero in una fotografia eseguita in occasione del matrimonio con Giuseppe Mizzoni nel 1912


La guerra non finisce più...Questo è il pensiero che tormenta Margherita e tante donne come lei. E insieme alla guerra ci sono le intemperie di un'estate che si rivelerà molto calda. Margherita se la prende con i giornali che non pubblicano mai una notizia da cui si possa ricavare una speranza di pace e tenta ancora di riportare suo marito Giuseppe a casa. Ma i suoi tentativi falliscono, questa volta a causa delle beghe tutte interne alla politica locale fatta di notabili che si combattono in circoli chiusi, ma che ancora estendono la loro influenza su grandi masse contadine. Le notizie che Margherita Del Nero fornisce sul paese di Veroli, sembrano comunque rivelare un aumento dell'attività commerciale con apertura di magazzini e negozi, lei stessa vorrebbe avere un negozio tutto suo, d'altra parte è figlia di commercianti. Ma la cosa è difficile e Margherita è sola, sua figlia Milena cresce e occupa tutto il tempo a disposizione. Margherita é stanca.


Lettera di Margherita Del Nero del 1 luglio 1917
1 luglio
...Ieri qui fece una grandinata, che non solo spaventò tutti, ma devastò la contrada di Sant'Angelo in villa, Giglio, Le Prata e Furano; i terreni erano tutti coperti di bianco che pareva neve. E' meglio che ci sta tutto; guerra, carestia,...tu come stai a quattrini? Dimmi se ti occorre qualche cosa e se vuoi un pacco...
3 luglio
...Che diamine! sui giornali, di guerra, si legge sempre, ma non vi é mai un articolo da cui si possa ricavare una speranza che presto spunti il bel giorno della pace. Non si può addirittura più vivere. Oggi, secondo il solito, essendo martedì, ho acquistato una fortuna per te, in verità mi fa ridere;...Che dovesse riuscire?!...Tanto che si spera con questa crisi? Io le prendo sempre per vedere se accennasse al tuo ritorno per sempre da me, ed alla fine di questa guerra. Ieri scrisse tuo fratello Vincenzino, e diceva: credevo di trovare un po' di soldi appena che son tornato in ufficio. Tua madre ragionava poi con noi, e diceva che anche in guerra ci  vogliono soldi, e poi prese 5 lire mando per un vaglia...
6 luglio
...il 4 di mattina venne Quendalina, mi fece leggere una lettera di Jano, scritta il 1° luglio, il quale così diceva: - Questa notte é arrivato l'ordine di partire in [...], tra i quali ci siamo compresi io, Peppino e Fischia Ci troviamo in una località poco distante da San Vito e stiamo a ricaricar la legna alla montagna, avviserai questo anche a Margherita, e non scrivete fino a che non vi giunge il nuovo indirizzo. Puoi capire come sono rimasta nel leggere questa lettera, e nello stesso tempo meravigliata, il perché tu non mi avevi palesata una tale nuova...
7 luglio
...Il commercio come é andato bene in questa crisi, non é stato mai, anche tua madre, si trova più bene di prima, con questa crisi, anzi se fosse stata coi soldi alla mano....A Veroli, già é stato aperto un magazzino all'ingrosso, dai soci: Giuseppe Giralico quello che ha bottega all'arnara, Giovanni Caperna (nino de ciullo) e Augusto Palma. Questo di magazzino è dove anticamente teneva la bottega Peppino Quadrozzi. Tra giorni si aprirà un altro magazzino di generi alimentari pure grossista dal signor Giuseppe Conti, e lo mette in qualche locale dove era una volta la fabbrica di maccheroni di Giggi Galluzzi. Dietro questo, io pure penso continuamente al nostro avvenire...
10 luglio
...Ieri sera si é aperta a Veroli la cooperativa di consumo della banca agricola, ed a spacciare la merce ci hanno messo sul momento Peppino Giralico, vedi quante novità, e con la guerra?...accidenti!...
12 luglio
...Quando, tutti i giorni mi reco a riprendere Milena, la trovo sempre a giocare con la sua maestra. Ieri dopo uscita da scuola la portai un pochino a spasso, per strada incontrammo Cantarelli, quello che è stato tuo compagno di scuola, prese Milena in braccio e disse che bella bambina! guardando a lei mi sembra di vedere il padre, poi vistala corre e discorrere disse: Ma questa è un accidenti, faremo di lei un’avvocatessa. Per la strada tutti la chiamano, ognuno ha per lei una dolce parola e una carezza. Che peccato essere divisi proprio a questa bella età della nostra figliuola!...Io son sicura che tu le vorresti più bene se le fossi vicino, e vorresti più bene anche a me, non è vero?...
18 luglio
...Si sa che nel collegio di Frosinone vi è un altro candidato che fa concorrenza con Carboni. Questo, sembra che non riscuote più quella fiducia di una volta, anche perché alla camera è stato uno di quelli che hanno votato per far seguitare la guerra. L’altro che concorre sarebbe il generale Sodani che è impiegato al ministero della guerra ed addetto all’esonero. Si sa pure che questo per accattivarsi il bene della popolazione fa dei favori immensi. Accertata bene di questo e saputo che in Veroli il partito per lui si stava organizzando dalla marchesa Campanari, senza cerimonie mi recai da essa dicendo ciò che avrei desiderato per mio marito, promettendo di essere obbligata al generale di stare ai suoi ordini. Tutta contenta (sapendo che nella famiglia Mizzoni vi erano 5 giovanotti) si diede con premura a scrivere una lettera assicurandomi che ciò che chiedevo, l’avrei ottenuto facilmente. Ad un certo punto mi domandò: “Io ti conosco ma non ricordo chi sei.” Dissi, sono la Del Nero, “sorella dell’avvocato?!” mi chiese con meraviglia, e saputo di si, stracciò il foglio dove aveva  incominciato a scrivere dicendo: “Non posso a nessun costo servirvi, essendo l’avvocato il mio primo nemico.” Ora puoi tu comprendere ciò che successe dentro di me. Per quanto potetti dire, non ci fu pietà,  diceva che ci dispiaceva di me ma non avrebbe mai fatto gentilezze a una sorella  di un suo nemico...Raccontai questo fatto ad una persona che poteva sapere qualche di questo e mi disse di lasciare la marchesa perché non conta nulla, ma di rivolgermi all’avvocato Forti, essendo lui il rappresentante di Sodani a Veroli. L’avvocato e tutt’ora sotto le armi, e trovasi a Roma, viene a Veroli ogni sabato sera, e riparte la domenica notte. Mi recai da lui e tutto gli raccontai, mi fece scrivere tutti gli appunti e gentilmente mi disse tornare da lui la settimana prossima. Ora sto aspettando con ansia febbrile che torni Forti...
20 luglio
...Ieri nel piccolo, vi era un bellissimo articolo che trattava di pace e faceva una lunga polemica  a proposito delle dimissioni del cancelliere tedesco; le quali non tarderanno a fare venire questa desiata pace. Debbo darti peraltro la bella notizia che da tutti indistintamente si parla che nel prossimo mese di Agosto la pace avverrà e se questo si avvera, a settembre sarai con me, che ne dici?...Oh! Dio, io già mi sento fuor di me dalla gioia, vorrei dirti tante cose, ma mi riservo il tutto al tuo ritorno...
28 luglio
...E’ proprio vero che la guerra non finisce per ora, se ci fosse la pace tra poco, già si dovrebbe parlare di qualche cosa sui giornali, che te ne pare?...
29 luglio

...A riguardo della guerra, Peppino mio, nulla ti so dire, c’è chi dice che nell’autunno ci sarà la pace, c’è chi dice che dura ancora altri due anni; ma in ogni modo, coraggio ancora, perché io non mi stancherò mai di impegnarmi per te...

lunedì 3 ottobre 2016

L'offensiva in Champagne del 1915 La Main de Massiges


Parapetto con piastra di ferro e feritoia nelle trincee alla Main de Massiges, fotografia di Stefano Viaggio, settembre 2016


Quando il visitatore giunge nel sito storico della Grande Guerra di La Main de Massiges, incontra un pannello in cui si può leggere la storia di uno dei luoghi più interessanti della Prima Guerra Mondiale sul Fronte Occidentale.
 
Pannello con la ricostruzione storica delle fasi della conquista francese dl La Main de Massiges

La Main de Massige, non molto distante da Verdun e dalla Foresta delle Argonne, é un leggero altopiano che visto dall'alto ha la forma di una mano con le sue cinque dita. 
La Main de Massiges, sulla carta le cinque dita della mano

Qui si possono vedere e visitare le vere trincee della Grande Guerra: un intrico di camminamenti e di linee difensive che passarono più volte di mano tra tedeschi e francesi. Questo settore del fronte fu uno degli epicentri dell'offensiva francese nella regione dello Champagne  alla fine di settembre 1915 e che costò la vita a circa 300.000 uomini, tra francesi e tedeschi.
Sul cartello possiamo leggere:
"I Marsouins, così venivano definite le truppe coloniali francesi, riuscirono temporaneamente ad occupare la parte ovest dell'altura (dove ora vi trovate). Il 20 e il 21 dicembre 1914 il Corpo Coloniale attacca su un fronte di 1200 metri a cavallo tra Beauséjour e Massiges. I coloniali perdono 784 uomini. Il combattimento ha consentito di occupare terreno a nord di Beauséjour, ma non sulla Main. Una nuova azione é condotta il 28 dicembre su la "Verrue", punto culminante sulla Main: due battaglioni si lanciano all'assalto, su 1800 uomini impegnati, 1100 non rientrano.
Il 3 febbraio 1915, dopo l'esplosione di diverse mine sotterranee, seguite da violenti attacchi, i tedeschi occupano interamente la Main. I due reggimenti coloniali impegnati nel combattimento perdono 2176 uomini. Il 25 settembre 1915, su un fronte di 25 chilomentri, da Auberive a Ville sur Tourbe 35 divisioni francesi vanno all'offensiva. La Main de Massiges é attaccata da dalla 2° e 3° divisione coloniale. Le perdite sono pesanti; nel 23° reggimento coloniale, tutti gli ufficiali superiori sono uccisi o feriti. In questa prima giornata le perdite sono stimate per 1000 uomini a reggimento e per ogni dita della mano. L'indomani alcuni reggimenti sono chiamati di rinforzo (15°, 89° e 143 fanteria) con l'obbiettivo della conquista del Mont Tetù (quota 199). La lotta prosegue sino al 6 ottobre. La Main de Massiges é conquistata ma non soprassata. Il 3 novembre 1915  i tedeschi riconquistano la parte ovest della Main de Massinges (mont Tetù), l'attacco é condotto con gas asfissianti e lanciafiamme. Il 15 dicembre, l'armata coloniale é sostituita dal 4° Corpo d'armata.
Nel 1916, i tedeschi conducono attacchi locali sulla parte ovest, sino alla fattoria Maison de Champagne. Il 115°, il 117° e il 317° reggimento di fanteria perdono molti uomini. Nel luglio 1918 i tedeschi preparano una grande offensiva nel settore. Gli interrogatori dei prigionieri e documenti acquisiti permettono di riorganizzare il dispositivo francese. Il 15 luglio, da Reims a Massiges, i tedeschi scatenano l'offensiva che i comandi francesi attendono. Il grosso delle truppe si erano ritirate a 4 chilometri indietro. L'attacco tedesco é violento, ma si risolve con un insuccesso.
Bisognerà attendere l'offensiva liberatrice del 26 novembre 1918 per liberare definitivamente La Main de Massinges."
 
Copertina della rivista Le Miroir del 17 ottobre 1915, nella didascalia la trincea e l'ufficiale che osserva sono a La Main de Massiges
.
L'offensiva in Champagne del settembre 1915, fu decisa perché bisognava far qualcosa per rompere un fronte diventato immobile dal settembre 1914 e tornare alla guerra di movimento. Sempre nel 1915 le precedenti offensive francesi non avevano dato i risultati sperati, ma il generale Joffre, il comandante in capo, voleva insistere. Nei primi sei mesi del 1915, le offensive francesi, dall'Artois allo Champagne, erano costate circa 200.000 morti. Ora si provava ancora e sempre con lo stesso metodo: iniziale, prolungato e violento attacco d'artiglieria, poi alla fanteria il compito di avanzare e conquistare le linee tedesche.
Il comandante in capo dell'esercito francese, il generale Joffre. Dalla rivista Sur le vif del 1915


L'artiglieria però non distruggeva i reticolati e i soldati avanzavano allo scoperto sotto il fuoco delle mitragliatrici.
Ancor oggi a La Main de Massiges possiamo vedere la forma dei crateri, sono a poca distanza dalle trincee. Doveva essere un inferno. Ci vollero milioni di morti prima di capire che l'offensiva a tutti i costi si scontrava con la forza delle reciproche artiglierie ed era pressoché identica.
Alle 7 del mattino del 22 settembre sino al 25, l'artiglieria apre il fuoco sulle trincee tedesche, poi la fanteria attacca su un fronte di 40 chilometri che comprende La Main de Massiges. Su una linea di 25 chilometri le trincee tedesche sono conquistate: i tedeschi si preoccupano e inviano rinforzi. L'attacco francese si scontra con le trincee tedesche di seconda linea, rimaste intatte. Comincia a piovere, i francesi s'intasano nelle trincee occupate e bersagliate dall'artiglieria tedesca e da quella francese: é un disastro. Joffre però non sospende l'attacco, lo farà alla metà di ottobre.
Le Miroir, 1915. Con un titolo come questo la rivista presentava ai lettori l'attacco francese a La Main de Massiges


Il risultato é la conquista per i francesi di qualche chilometro di territorio in mano ai tedeschi. Il costo umano é circa 300.000 morti.
Le Miroir, 1915. Stessa pagina della precedente fotografia, le immagini sono state eseguite certamente nelle retrovie del fronte


Nel 2008 é nata l'association main de massiges (www.lamaindemassiges.com) allo scopo di salvaguardare il sito storico, restaurarlo e conservare la memoria del massacro tra europei che fu consumato in queste trincee tra il 1914 e il 1918.
Se non si vedono i luoghi in cui si combatté la guerra di trincea é difficile comprendere cos'é stata la Grande Guerra.
Oggi sarebbe impensabile la contesa palmo a palmo di un territorio scavando fossati, costruendo lunghi camminamenti che collegavano le linee più avanzate a quelle di retroguardia, ma non meno esposte. E tutto questo su un territorio pressoché pianeggiate sottoposto al tiro delle artiglierie, al lancio dei gas asfissianti, al cadere della pioggia, al gelo invernale, alla convivenza con cadaveri insepolti, con i topi e alla costante paura della morte.
Le Miroir 1915, soldati tedeschi fatti prigionieri nelle trincee di La Main de Massiges


L'offensiva francese del settembre 1915 si risolse con un nuovo insuccesso: forno strappati ai tedeschi pochi chilometri di territorio ad un prezzo elevatissimo di vite umane. I giornali dell'epoca presentarono tutto questo come una grande vittoria, un esempio di ciò é un articolo comparso sulla rivista fotografica Sur le vif.  
La conquista delle alture di Massiges
"Il comunicato dello stato maggiore tedesco del 29 settembre, dopo aver affermato che i francesi non erano riusciti a conquistare le alture di Massiges, ha annunciato il 30 che la collina era stata evacuata perché era stata colpita ai fianchi dalle artiglierie avversarie. In realtà il 25 settembre noi eravamo sulla sommità delle alture e nei giorni seguenti ne abbiamo completato la conquista. Il numero dei prigionieri che abbiamo fatto e ancor più il numero dei cadaveri che riempivano le trincee e i camminamenti della costa 191, testimoniano l'asprezza della lotta...I nostri avversari avevano a disposizione un formidabile bastione che dava loro la sicurezza di una parte considerevole nelle loro linee in Champagne...Il possesso di questa fortezza era indispensabile al successo del nostro attacco, coloro che si sono guadagnati l'onore di questo assalto si erano già distinti nella stessa regione, a Beausejour e a Ville sur Tourbe; sono i reggimenti di fanteria coloniale che hanno scritto a Massiges una nuova pagina di eroismo...Sin dai primi assalti, il 25 settembre, siamo giunti alla sommità dell'altura. L'artiglieria ne aveva completamente sconvolto le pendici e aperto larghi varchi nel filo spinato che il nemico aveva teso sul fondo degli avvallamenti....Avendo preso piede nel sistema difensivo i coloniali, abituati al combattimento con le granate, iniziavano la pulizia progressiva della posizione...I reggimenti tedeschi che la occupavano al momento dell'attacco, fidandosi della solidità della posizione, furono disorientati e demoralizzati dalla rapidità delle nostre prime ondate. Le mitragliatrici permisero di prolungare la resistenza, ma sotto i colpi delle nostre artiglierie e delle granate, poco a poco arretrarono...L'avanzata metodica proseguì dal 25 al 30 settembre. A nord giungemmo sino al Mont Tetu, che domina leggermente il pianoro, poi verso est, discendemmo nella direzione di Ville sur Tourbe...Nel momento in cui lo stato maggiore tedesco comprese che gli sfuggiva il possesso dell'altura, tentò un contrattacco che iniziò da nord est, ma le truppe d'assalto furono prese tra il fuoco delle nostre artiglierie e delle mitragliatrici e sgominate in qualche istante. I sopravvissuti si diedero alla fuga in disordine. I nostri soldati vedendo il nemico impotente cedere davanti a loro, con gioioso ardore proseguirono il combattimento. Non trovo uomini per condurre indietro i prigionieri, diceva un ufficiale, tutti vogliono restare lassù..."
L'articolo di Sur le vif sulla battaglia in Champagne del settembre 1915


L'articolo che abbiamo proposto é un buon esempio di informazione che diventa propaganda e le fotografie che fanno da supporto alla distorsione della verità ormai ricostruita dagli storici della Grande Guerra, sono un buon esempio di come una sostanziale sconfitta venga trasformata in una vittoria. Visitare oggi le trincee di La Main de Massiges vuol dire immergersi in un universo di pietra calcarea, fatto di stretti cunicoli sovrastati da sacchi di sabbia e filo spinato: qui uomini hanno vissuto e sono morti. La visita non é facile, l'association main de massiges avverte che il sito non é ancora completamente restaurato e si possono correre dei rischi, soprattutto quello di scivolare quando piove (c'è molta ruggine in giro). Chi entra nelle trincee lo fa a suo rischio e pericolo.

La Main de Massiges, settembre 2016, fotografia di Stefano Viaggio